Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 71 - 101

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 71 - 101

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 71 - 101
[71] Ex quibus sive criminibus sive maledictis infamiam impudicitiae facillime refutavit et praesentis et posterae vitae castitate; item lautitiarum invidiam, cum et Alexandria capta nihil sibi praeter unum murrinum calicem ex instrumento regio retinuerit et mox vasa aurea assiduissimi usus conflaverit omnia

Circa libidines haesit, postea quoque, ut ferunt, ad vitiandas virgines promptior, quae sibi undique etiam ab uxore conquirerentur

Aleae rumorem nullo modo expavit lusitque simpliciter et palam oblectamenti causa etiam senex ac praeterquam Decembri mense aliis quoque festis et profestis diebus
71 Tra tutte queste accuse e tutte queste calunnie, quella che più facilmente confutò fu l'imputazione di sodomia attraverso la correttezza dei suoi costumi sia all'epoca in cui venne formulata, sia più tardi; quanto al rimprovero di amare il lusso, gli fu facile smentirlo perché, dopo la conquista di Alessandria, di tutto il tesoro regale si riservò soltanto un vaso mirrino e più tardi fece fondere tutti i suoi vasi d'oro, di uso corrente

Alla libidine invece rimase sempre incline e anche più tardi, come dicono, la sua passione fu quella di deflorare le vergini che persino sua moglie gli faceva venire da ogni parte

Non si preoccupò affatto della sua reputazione di giocatore, e continuò a giocare, senza farne mistero, perché si divertiva, fino alla vecchiaia, e non soltanto in dicembre ma anche in tutti gli altri mesi, nei giorni lavorativi e in quelli festivi
Nec id dubium est Autographa quadam epistula: 'Cenavi,' ait, 'mi Tiberi, cum iisdem; accesserunt convivae Vinicius et Silius pater Inter cenam lusimus geronticos et heri et hodie; talis enim iactatis, ut quisque canem aut senionem miserat, in singulos talos singulos denarios in medium conferebat, quos tollebat universos, qui Venerem iecerat

' Et rursus aliis litteris: 'Nos, mi Tiberi, Quinquatrus satis iucunde egimus; lusimus enim per omnis dies forumque aleatorium calfecimus

Frater tuus magnis clamoribus rem gessit; ad summam tamen perdidit non multum, sed ex magnis detrimentis praeter spem paulatim retractum est

Ego perdidi viginti milia nummum meo nomine, sed cum effuse in lusu liberalis fuissem, ut soleo plerumque

Nam si quas manus remisi cuique exegissem aut retinuissem quod cuique donavi, vicissem vel quinquaginta milia
Di ciò non vi è nessun dubbio, perché in una lettera autografa egli scrisse: 'Ho cenato, mio caro Tiberio, con le solite persone; a questo banchetto si sono uniti Vinicio e Silio, il padre: durante la cena abbiamo giocato come dei vecchi, sia ieri, sia oggi Si gettavano i dadi e ogni volta che ciascuno di noi otteneva il colpo del cane o il sei aggiungeva alla posta un denaro per ogni dado e chi faceva il colpo di Venere si prendeva tutto

Dice ancora in un'altra lettera: 'Mio caro Tiberio, abbiamo passato molto piacevolmente le Quinquatrie, perché abbiamo giocato durante tutti questi giorni e abbiamo riscaldato il tavolo da gioco

Tuo fratello ha partecipato al gioco con alti gridi, alla fine, ad ogni modo, non ha perduto molto, ma dopo le perdite, a poco a poco si è rifatto più di quanto sperasse

Personalmente ho perduto ventimila sesterzi, ma perché, secondo la mia abitudine, sono stato un giocatore eccessivamente generoso

Se avessi preteso infatti le poste che ho condonato a ciascuno, ne avrei vinti almeno cinquantamila
Sed hoc malo; benignitas enim mea me ad caelestem gloriam efferet

' Scribit ad filiam: 'Misi tibi denarios ducentos quinquaginta, quos singulis convivis dederam, si vellent inter se inter cenam vel talis vel par impar ludere

' [72] In ceteris partibus vitae continentissimum constat ac sine suspicione ullius vitii

Habitavit primo iuxta Romanum Forum supra Scalas anularias, in domo quae Calvi oratoris fuerat; postea in Palatio, sed nihilo minus aedibus modicis Hortensianis, et neque laxitate neque cultu conspicuis, ut in quibus porticus breves essent Albanarum columnarum et sine marmore ullo aut insigni pavimento conclavia

Ac per annos amplius quadraginta eodem cubiculo hieme et aestate mansit, quamvis parum salubrem valitudini suae urbem hieme experiretur assidueque in urbe hiemaret
Ma preferisco così, perché la mia generosità mi innalzerà fino alla gloria celeste

Alla figlia scrive: 'Ti ho mandato duecentocinquanta denari, somma che ho dato a ciascuno dei miei convitati, pregandola di giocarli tra loro, durante la cena, sia ai dadi, sia a pari e dispari

72 Sotto tutti gli altri aspetti di vita risulta che sia stato alieno da ogni eccesso e da ogni sospetto di vizio

All'inizio abitò vicino al Foro Romano, sopra le scale degli orefici, nella casa che era stata dell'oratore Calvo In seguito si trasferì sul Palatino, ma nella casa ugualmente modesta di Ortensio, non certo notevole per ampiezza e per lusso; perché le colonne dei suoi portici, per altro piuttosto brevi, erano di pietra del monte Albano, mentre nelle stanze non si vedeva né marmo né mosaici preziosi

Per più di quarant'anni dormì nella stessa camera, sia d'estate, sia d'inverno, quantunque considerasse poco adatto alla sua salute il clima invernale di Roma e benché vi svernasse regolarmente

Maybe you might be interested

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 01 - 30

Si quando quid secreto aut sine interpellatione agere proposuisset, erat illi locus in edito singularis, quem Syracusas et technophnon vocabat; huc transibat aut in alicuius libertorum suburbanum; aeger autem in domo Maecenatis cubabat

Ex secessibus praecipue frequentavit maritima insulasque Campaniae aut proxima urbi oppida, Lanuvium, Praeneste, Tibur, ubi etiam in porticibus Herculis templi persaepe ius dixit

Ampla et operosa praetoria gravabatur

Et neptis quidem suae Iuliae, profuse ab ea exstructa, etiam diruit ad solum, sua vero quamvis modica non tam statuarum tabularumque pictarum ornatu quam xystis et nemoribus excoluit rebusque vetustate ac raritate notabilibus, qualia sunt Capreis immanium beluarum ferarumque membra praegrandia, quae dicuntur gigantum ossa, et arma heroum
Se si proponeva di lavorare in solitudine o senza essere disturbato, vi era per lui uno studiolo al piano superiore che chiamava la sua 'Siracusa' o il suo 'ufficio tecnico': qui si ritirava, o anche nella casa di periferia di uno dei suoi liberti; quando era ammalato, dormiva nella casa di Mecenate

I suoi luoghi di villeggiatura preferiti furono le coste e le isole della Campania, o le città vicine a Roma, come Lanuvio, Preneste, Tivoli, dove spesso amministrò anche la giustizia sotto i portici del tempio di Ercole

Detestava le case di campagna troppo grandi e lussuose

Fece distruggere al suolo perfino la casa che sua nipote Giulia si era fatta costruire con splendore Le sue invece, sebbene modeste, le fece abbellire non solo con statue e con quadri, ma anche con porticati e con boschetti, e anche con oggetti curiosi per antichità e rarità, come sono i resti enormi di bestie mostruose scoperti a Capri e chiamati ossa dei giganti e armi degli eroi
[73] Instrumenti eius et supellectilis parsimonia apparet etiam nunc residuis lectis atque mensis, quorum pleraquc vix privatae elegantiae sint

Ne toro quidem cubuisse aiunt nisi humili et modice instrato

Veste non temere alia quam domestica usus est, ab sorore et uxore et filia neptibusque confecta; togis neque restrictis neque fusis, clavo nec lato nec angusto, calciamentis altiusculis, ut procerior quam erat videretur

Et forensia autem et calceos numquam non intra cubiculum habuit ad subitos repentinosque casus parata

[74] Convivabatur assidue nec umquam nisi recta, non sine magno ordinum hominumque dilectu

Valerius Messala tradit, neminem umquam libertinorum adhibitum ab eo cenae excepto Mena, sed asserto in ingenuitatem post proditam Sexti Pompei classem
73 Il suo materiale domestico e il suo arredamento erano semplicissimi, come si può vedere dai letti e dalle tavole giunte fino ai nostri giorni, la maggior parte dei quali appena appena si addicono ad una privata eleganza

Dicono che dormisse solo su un letto modesto e senza ricche coperture

Non portò altra veste che una tunica confezionata in casa da sua sorella, da sua moglie, da sua figlia o dalle sue nipoti; le sue toghe non erano né strette né larghe, la sua lista di porpora né grande né piccola, le scarpe erano piuttosto alte, per sembrare più grande di statura

Tenne sempre nella sua camera vestiti di campagna e calzature per i casi imprevisti e improvvisi

74 Offriva costantemente cene, ma sempre secondo la regola, e con attenta selezione di uomini e di ordini

Valerio Messala riferisce che nessun liberto fu mai ammesso alle sue cene, ad eccezione di Mena, ma dopo che venne equiparato ad un cittadino libero per nascita, perché aveva consegnato la flotta di Sesto Pompeo

Maybe you might be interested

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 21 - 40

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 21 - 40

Ipse scribit, invitasse se quendam, in cuius villa maneret, qui speculator suus olim fuisset

Convivia nonnumquam et serius inibat et maturius relinquebat, cum convivae et cenare inciperent, prius quam ille discumberet, et permanerent digresso eo

Cenam ternis ferculis aut cum abundantissime senis praebebat, ut non nimio sumptu, ita summa comitate

Nam et ad communionem sermonis tacentis vel summissim fabulantis provocabat, et aut acroamata et histriones aut etiam triviales ex circo ludios interponebat ac frequentius aretalogos

[75] Festos et sollemnes dies profusissime, nonnumquam tantum ioculariter celebrabat
Augusto stesso scrive che un giorno invitò un liberto, nella cui casa di campagna si trovava, che già aveva fatto parte della sua guardia del corpo

Qualche volta arrivava in ritardo o se ne andava prima della fine del pasto, mentre i convitati cominciavano a mangiare prima che egli giungesse e continuavano quando già se n'era andato

Faceva servire tre portate o sei, al massimo nelle grandi occasioni, ma se limitava le spese, non lesinava in amabilità

Infatti, quando gli ospiti tacevano o parlavano a voce bassa, li trascinava in una conversazione generale o faceva intervenire artisti, attori e anche volgari pantomimi del circo, più spesso buffoni

75 Celebrava i giorni di festa e le solennità con magnifiche elargizioni e qualche volta con semplici divertimenti
Saturnalibus, et si quando alias libuisset, modo munera dividebat, vestem et aurum et argentum, modo nummos omnis notae, etiam veteres regios ac peregrinos, interdum nihil praeter cilicia et spongias et rutabula et forpices atque alia id genus titulis obscuris et ambiguis

Solebat et inaequalissimarum rerum sortes et aversas tabularum picturas in convivio venditare incertoque casu spem mercantium vel frustrari vel explere, ita ut per singulos lectos licitatio fieret et seu iactura seu lucrum communicaretur

[76] Cibi--nam ne haec quidem omiserim--minimi erat atque vulgaris iere

Secundarium panem et pisciculos minutos et caseum bubulum manu pressum et ficos virides biferas maxime appetebat; vescebaturque et ante cenam quocumque tempore et loco, quo stomachus desiderasset
Per i Saturnali e in altre circostanze qualsiasi, secondo il suo capriccio, ora faceva distribuire doni, vestiti, oro e argento, ora monete di ogni conio, anche antiche, del tempo dei re, o straniere, a volte soltanto coperte di soldati, spugne, palette per il fuoco, pinze e altri oggetti di questo genere accompagnati da annotazioni oscure e ambigue

Era solito, durante i banchetti, mettere in vendita blocchi di oggetti di valore diverso e di quadri rivoltati per alimentare o frustrare nell'incertezza la speranza dei compratori; presso ogni divano si organizzava allora una vendita all'incanto e ciascuno dichiarava i suoi guadagni e le sue perdite

76 In fatto di cibi (non tralascerò nemmeno questo particolare) era sobrio e di gusto quasi volgare

Le sue preferenze andavano al pane comune, ai pesciolini, al formaggio di vacca pressato a mano, ai fichi freschi, della specie che matura due volte all'anno Mangiava anche prima di cena, in ogni momento e in qualsiasi luogo, come esigeva il suo stomaco

Maybe you might be interested

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 01 - 20

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 01, Par 01 - 20

Verba ipsius ex epistulis sunt: 'Nos in essedo panem et palmulas gustavimus

' Et iterum: 'Dum lectica ex regia domum redeo, panis unciam cum paucis acinis uvae duracinae comedi' Et rursus: 'Ne Iudaeus quidem, mi Tiberi, tam diligenter sabbatis ieiunium servat quam ego hodie servavi, qui in balineo demum post horam primam noctis duas buccas manducavi prius quam ungui inciperem

' Ex hac inobservantia nonnumquam vel ante initum vel post dimissum convivium solus cenitabat, cum pleno convivio nihil tangeret

[77] Vini quoque natura parcissimus erat

Non amplius ter bibere eum solitum super cenam in castris apud Mutinam, Cornelius Nepos tradit

Postea quotiens largissime se invitaret, senos sextantes non excessit, aut si excessisset, reiciebat

Et maxime delectatus est Raetico neque temere interdiu bibit
Lo dice lui stesso in una delle sue lettere: 'In vettura abbiamo gustato pane e datteri

E ancora: 'Mentre in lettiga tornavo a casa dalla galleria ho mangiato un po' di pane con qualche acino di uva dura E di nuovo ancora: 'Mio caro Tiberio nemmeno un Giudeo, il giorno di sabato, osserva così rigorosamente il digiuno come ho fatto io quest'oggi, perché soltanto al bagno, dopo la prima ora della notte, ho mangiato due bocconi, prima che si incominciasse ad ungermi

Questo appetito capriccioso lo obbligò talvolta a mangiare da solo, sia prima, sia dopo un banchetto, mentre poi durante il pasto regolare non toccava cibo

77 Anche nel vino era per natura assai sobrio

Cornelio Nepote riferisce che di solito non beveva più di tre volte per pasto quando era accampato davanti a Modena

Più avanti, nei suoi più grandi eccessi, non superò mai un sestario, ma se lo superava, lo vomitava

Preferiva in particolare il vino della Rezia e generalmente non beveva durante la giornata
Pro potione sumebat perfusum aqua frigida panem aut cucumeris frustum vel lactuculae thyrsum aut recens aridumve pomum suci vinosioris

[78] Post cibum meridianum, ita ut vestitus calciatusque erat, retectis pedibus paulisper conquiescebat opposita ad oculos manu

A cena in lecticulam se lucubratoriam recipiebat; ibi, donec residua diurni actus aut omnia aut ex maxima parte conficeret, ad multam noctem permanebat

In lectum inde transgressus non amplius cum plurimum quam septem horas dormiebat, ac ne eas quidem continuas, sed ut in illo temporis spatio ter aut quater expergisceretur

Si interruptum somnum reciperare, ut evenit, non posset, lectoribus aut fabulatoribus arcessitis resumebat producebatque ultra primam saepe lucem
Per dissetarsi prendeva un po' di pane inzuppato in acqua fredda, o un pezzo di cocomero, o un gambo di lattuga tenera, oppure un frutto dal succo gustoso, appena colto o conservato

78 Dopo il pranzo del mezzogiorno, così come si trovava, vestito e calzato, con i piedi scoperti, riposava un poco, tenendo la mano sugli occhi

Alzandosi da cena si ritirava in una piccola lettiga destinata appositamente alle sue veglie: vi rimaneva fino a tarda notte, finché il resto dei suoi bisogni quotidiani fosse compiuto, o tutto o nella maggior parte

Passava poi nel suo letto e dormiva al massimo sette ore, e neppure filate, perché in quel lasso di tempo si svegliava tre o quattro volte

Se non poteva riprendere il sonno interrotto, come succede, per riaddormentarsi faceva ricorso a lettori e a narratori di racconti e spesso prolungava il sonno oltre l'aurora

Maybe you might be interested

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08 , Parte 01

Nec in tenebris vigilavit umquam nisi assidente aliquo Matutina vigilia offendebatur; ac si vel officii vel sacri causa maturius vigilandum esset, ne id contra commodum faceret, in proximo cuiuscumque domesticorum cenaculo manebat

Sic quoque saepe indigens somni, et dum per vicos deportaretur et deposita lectica inter aliquas moras condormiebat

[79] Forma fuit eximia et per omnes aetatis gradus venustissima, quamquam et omnis lenocinii neglegens; in capite comendo tam incuriosus, ut raptim compluribus simul tonsoribus operam daret ac modo tonderet modo raderet barbam eoque ipso tempore aut legeret aliquid aut etiam scriberet
Non vegliava mai al buio se non in compagnia di qualcuno, e faceva fatica ad alzarsi al mattino presto; così quando doveva alzarsi di buon'ora o per un impegno o per un sacrificio, allo scopo di non fare ciò con troppo incomodo, rimaneva nelle vicinanze, presso qualcuno della sua casa, in una camera posta al piano superiore

Anche così, spesso aveva ancora bisogno di dormire e allora continuava a farlo mentre lo trasportavano per le strade e quando deponevano la lettiga per un qualsiasi impedimento

79 Era di rara bellezza e conservò il suo fascino per tutte le fasi della sua vita; tuttavia trascurò ogni forma di civetteria ed era tanto indifferente alla cura dei capelli che si affidava frettolosamente a diversi parrucchieri; in fatto di barba ora se la faceva regolare, ora se la faceva radere e in quello stesso tempo o leggeva qualcosa o perfino scriveva

Maybe you might be interested

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 61 - 76

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 61 - 76

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 31- 60

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 31- 60