Cicero uero non contentus in quibusdam epistulis scripsisse a satellitibus eum in cubiculum regium eductum in aureo lecto ueste purpurea decubuisse floremque aetatis a Venere orti in Bithynia contaminatum, quondam etiam in senatu defendenti ei Nysae causam, filiae Nicomedis, beneficiaque regis in se commemoranti: 'remoue,' inquit, 'istaec, oro te, quando notum est, et quid ille tibi et quid illi tute dederis ' Gallico denique triumpho milites eius inter cetera carmina, qualia currum prosequentes ioculariter canunt, etiam illud uulgatissimum pronuntiauerunt: Gallias Caesar subegit, Nicomedes Caesarem: ecce Caesar nunc triumphat qui subegit Gallias, Nicomedes non triumphat qui subegit Caesarem |
Cicerone, non contento di aver scritto in alcune sue lettere che le guardie lo portavano nella camera del re, che si sdraiava su un letto d'oro, con una veste dorata e che un discendente di Venere aveva contaminato in Bitinia il fiore della sua giovinezza, un giorno, anche in Senato disse a Cesare, che difendeva la causa di Nisa, la figlia di Nicomede e ricordava i benefici che aveva ricevuto dal re: 'Lascia perdere queste cose, ti prego, dal momento che è ben noto quello che lui ti ha dato e quello che tu hai dato a lui Infine, durante il trionfo sui Galli, tra i versi satirici che i suoi soldati cantavano, secondo la tradizione, mentre scortavano il suo carro, si udirono anche questi, divenuti assai popolari:'Cesare ha sottomesso le Gallie, Nicomede ha sottomesso Cesare:Ecco, Cesare che ha sottomesso le Gallie, ora trionfa,Nicomede, che ha sottomesso Cesare, non riporta nessun trionfo |
[50] Pronum et sumptuosum in libidines fuisse constans opinio est, plurimasque et illustres feminas corrupisse, in quibus Postumiam Serui Sulpici, Lolliam Auli Gabini, Tertullam Marci Crassi, etiam Cn Pompei Muciam | 50 Tutti concordano nell'affermare che era portato alla sensualità ed era assai generoso nei suoi amori; che sedusse moltissime donne di nobile nascita: tra queste Postumia, moglie di Servio Sulpicio, Lollia, moglie di Aulo Gabinio, Tertulla, moglie di Marco Crasso e anche la moglie di Gneo Pompeo, Mucia |
nam certe Pompeio et a Curionibus patre et filio et a multis exprobratum est, quod cuius causa post tres liberos exegisset uxorem et quem gemens Aegisthum appellare consuesset, eius postea filiam potentiae cupiditate in matrimonium recepisset sed ante alias dilexit Marci Bruti matrem Seruiliam, cui et proximo suo consulatu sexagiens sestertium margaritam mercatus est et bello ciuili super alias donationes amplissima praedia ex auctionibus hastae minimo addixit; cum quidem plerisque uilitatem mirantibus facetissime Cicero: 'quo melius,' inquit, 'emptum sciatis, tertia deducta'; existimabatur enim Seruilia etiam filiam suam Tertiam Caesari conciliare | In ogni caso i due Curioni, padre e figlio, e molti altri rimproveravano Pompeo perché, spinto dalla sete del potere, aveva accettato in matrimonio proprio la figlia di colui che lo aveva costretto a ripudiare la moglie, dopo averne avuti tre figli, e che egli, quasi lamentandosi, era solito chiamare 'Egisto': Ma in modo particolare Cesare amò Servilia, la madre di Marco Bruto: per lei, durante il suo primo consolato, acquistò una perla del valore di sei milioni di sesterzi e, nel corso della guerra civile, tra le altre donazioni, le fece aggiudicare al prezzo più basso possibile, immense proprietà messe all'asta Quando molti si stupirono del prezzo irrisorio, Cicerone, assai spiritosamente, disse: 'La spesa fu ancora più esigua, perché è stata dedotta la terza parte Si supponeva infatti che Servilia avesse procurato a Cesare anche i favori della figlia Terza |
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[51] Ne prouincialibus quidem matrimoniis abstinuisse uel hoc disticho apparet iactato aeque a militibus per Gallicum triumphum: urbani, seruate uxores: moechum caluom adducimus aurum in Gallia effutuisti, hic sumpsisti mutuum [52] Dilexit et reginas, inter quas Eunoen Mauram Bogudis uxorem, cui maritoque eius plurima et immensa tribuit, ut Naso scripsit; sed maxime Cleopatram, cum qua et conuiuia in primam lucem saepe protraxit et eadem naue thalamego paene Aethiopia tenus Aegyptum penetrauit, nisi exercitus sequi recusasset, quam denique accitam in urbem non nisi maximis honoribus praemiisque auctam remisit filiumque natum appellare nomine suo passus est quem quidem nonnulli Graecorum similem quoque Caesari et forma et incessu tradiderunt |
51 Non si astenne nemmeno dalle donne della provincia, come appare evidente da questo distico, continuamente ripetuto dai soldati durante il trionfo sui Galli:'Cittadini, sorvegliate le vostre donne: vi portiamo l'adultero calvo;In Gallia, o Cesare, hai dissipato con le donne il denaro che qui hai preso in prestito 52 Ebbe per amanti anche le regine, tra le quali Eunce di Mauritania, moglie di Bogude: a lei e a suo marito, come scrive Nasone, fece molte e grandi donazioni La sua più grande passione fu però Cleopatra, con la quale protrasse i banchetti fino alle prime luci dell'alba Conducendola con sé, su una nave dotata di camera da letto, avrebbe attraversato tutto l'Egitto se l'esercito non si fosse rifiutato di seguirlo Infine la fece venire a Roma e poi la rimandò in Egitto, dopo averla colmata di onori e di magnifici regali, permettendole di dare il proprio nome al figlio nato dal loro amore Alcuni scrittori greci hanno affermato che questo figlio assomigliasse moltissimo a Cesare sia nell'aspetto, sia nel modo di camminare |
M Antonius adgnitum etiam ab eo senatui adfirmauit, quae scire C Matium et C Oppium reliquosque Caesaris amicos; quorum Gaius Oppius, quasi plane defensione ac patrocinio res egeret, librum edidit, non esse Caesaris filium, quem Cleopatra dicat Heluius Cinna tr pl plerisque confessus est habuisse se scriptam paratamque legem, quam Caesar ferre iussisset cum ipse abesset, uti uxores liberorum quaerendorum causa quas et quot uellet ducere liceret at ne cui dubium omnino sit et impudicitiae et adulteriorum flagrasse infamia, Curio pater quadam eum oratione omnium mulierum uirum et omnium uirorum mulierem appellat [53] Vini parcissimum ne inimici quidem negauerunt Marci Catonis est: unum ex omnibus Caesarem ad euertendam rem publicam sobrium accessisse |
M Antonio dichiarò in Senato che lo aveva riconosciuto per questo e che la stessa cosa sapevano C Marzio e C Oppio e tutti gli altri amici di Cesare Ma uno di costoro, e precisamente Oppio, pensando fosse opportuno difenderlo e giustificarlo su questo punto, pubblicò un libro nel quale sosteneva che non era figlio di Cesare quello di cui Cleopatra gli attribuiva la paternità Elvio Cinna, tribuno della plebe, confidò a molti dí aver già scritto e pronto un progetto di legge che Cesare gli aveva ordinato di proporre durante la sua assenza La legge gli concedeva di poter sposare tutte le donne che volesse per assicurarsi la discendenza Perché poi non vi sia più nessun dubbio che Cesare abbia avuto la più triste reputazione di sodomita e di adultero, basterà dire che Curione padre, in una sua orazione lo definisce: 'il marito di tutte le donne e la moglie di tutti gli uomini' 53 Anche i suoi nemici dicono che fu assai parco nell'uso del vino di Marco Catone il detto: 'Fra tutti coloro che si apprestarono a rovesciare lo Stato, solo Cesare era sobrio |
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nam circa uictum Gaius Oppius adeo indifferentem docet, ut quondam ab hospite conditum oleum pro uiridi adpositum aspernantibus ceteris solum etiam largius appetisse scribat, ne hospitem aut neglegentiae aut rusticitatis uideretur arguere [54] Abstinentiam neque in imperiis neque in magistratibus praestitit ut enim quidam monumentis suis testati sunt, in Hispania pro consule et a sociis pecunias accepit emendicatas in auxilium aeris alieni et Lusitanorum quaedam oppida, quanquam nec imperata detrectarent et aduenienti portas patefacerent, diripuit hostiliter in Gallia fana templaque deum donis referta expilauit, urbes diruit saepius ob praedam quam ob delictum; unde factum, ut auro abundaret ternisque milibus nummum in libras promercale per Italiam prouinciasque diuenderet |
Nei riguardi del vitto Gaio Oppio lo mostra tanto indifferente che una volta, essendogli stato servito da un ospite olio rancido al posto di olio fresco, mentre tutti gli altri convitati si risentivano, lui solo se ne mostrò entusiasta, per non aver l'aria di rimproverare l'ospite stesso della sua negligenza o della sua mancanza di buon gusto 54 Conservò la moderazione sia durante i periodi di comando, sia durante le sue magistrature Secondo quanto affermano alcuni autori nei loro scritti, quando era proconsole in Spagna, non si fece riguardo di prendere denaro dai suoi alleati, dopo averlo mendicato, per pagare i suoi debiti, e distrusse, come nemiche, alcune città dei Lusitani, sebbene non si fossero rifiutate di versare i contributi imposti e gli avessero aperto le porte al suo arrivo In Gallia spogliò le cappelle e i templi degli dei, piene di offerte votive e distrusse città più spesso per far bottino che per rappresaglia In tal modo arrivò ad essere così pieno d'oro da farlo vendere in Italia e nelle province a tremila sesterzi la libbra |
in primo consulatu tria milia pondo auri furatus e Capitolio tantundem inaurati aeris reposuit societates ac regna pretio dedit, ut qui uni Ptolemaeo prope sex milia talentorum suo Pompeique nomine abstulerit postea uero euidentissimis rapinis ac sacrilegis et onera bellorum ciuilium et triumphorum ac munerum sustinuit impendia [55] Eloquentia militarique re aut aequauit praestantissimorum gloriam aut excessit post accusationem Dolabellae haud dubie principibus patronis adnumeratus est certe Cicero ad Brutum oratores enumerans negat se uidere, cui debeat Caesar cedere, aitque eum elegantem, splendidam quoque atque etiam magnificam et generosam quodam modo rationem dicendi tenere; et ad Cornelium Nepotem de eodem ita scripsit: 'quid oratorem quem huic antepones eorum, qui nihil aliud egerunt |
Durante il suo primo consolato sottrasse dal Campidoglio tremila libbre d'oro e le rimpiazzò con un peso uguale di bronzo dorato Concesse alleanze e regni, dietro versamento di denaro, e al solo Tolomeo estorse, a nome suo e di Pompeo, circa seimila talenti chiaro quindi che grazie a queste evidenti rapine e a questi sacrilegi poté sostenere sia gli oneri delle guerre civili, sia le spese dei trionfi e degli spettacoli 55 Nell'eloquenza e nell'arte militare o eguagliò o superò la gloria dei personaggi più insigni Dopo la sua requisitoria contro Dolabella fu senza dubbio annoverato tra i migliori avvocati Ad ogni modo Cicerone, elencando nel suo 'Bruto'- gli oratori, dice di non 'vedere proprio a chi Cesare debba essere considerato inferiore' e aggiunge che 'è elegante e che ha un modo di parlare splendido, magnifico e in un certo senso generosa'; scrivendo poi a Cornelio Nepote si esprime così nei confronti di Cesare: 'Come Quale oratore gli preferisci tra quelli che si sono dedicati esclusivamente all'eloquenza |
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quis sententiis aut acutior aut crebrior quis uerbis aut ornatior aut elegantior ' genus eloquentiae dum taxat adulescens adhuc Strabonis Caesaris secutus uidetur, cuius etiam ex oratione, quae inscribitur 'pro Sardis,' ad uerbum nonnulla transtulit in diuinationem suam pronuntiasse autem dicitur uoce acuta, ardenti motu gestuque, non sine uenustate orationes aliquas reliquit, inter quas temere quaedam feruntur 'pro Quinto Metello' non immerito Augustus existimat magis ab actuaris exceptam male subsequentibus uerba dicentis, quam ab ipso editam; nam in quibusdam exemplaribus inuenio ne inscriptam quidem 'pro Metello,' sed 'quam scripsit Metello,' cum ex persona Caesaris sermo sit Metellum seque aduersus communium obtrectatorum criminationes purgantis |
Chi è più acuto e ricco nelle battute Chi più elegante e raffinato nella terminologia ' Sembra che solo durante la sua giovinezza abbia seguito il genere di eloquenza di Cesare Strabone, dal cui discorso che si intitola: 'A favore dei Sardi' riportò, parola per parola, alcuni passaggi nella sua 'Divinazione' Parlava, almeno così dicono, con voce penetrante, con movimenti e gesti pieni di foga e non senza signorilità Lasciò qualche orazione e tra queste alcune gli sono attribuite a torto Giustamente Augusto pensa che il testo dell'orazione 'In favore di Qúinto Metello' sia stato redatto da stenografi che avevano seguito male le parole di Cesare mentre parlava, e non pubblicato da lui stesso Infatti in alcuni esemplari trovo scritto non già 'Discorso in favore di Metello' ma 'Discorso che ha scritto per Metello'; e pertanto è Cesare in persona che parla per difendere sia se stesso, sia Metello dalle accuse dei loro comuni denigratori |
'apud milites' quoque 'in Hispania' idem Augustus uix ipsius putat, quae tamen duplex fertur: una quasi priore habita proelio, altera posteriore, quo Asinius Pollio ne tempus quidem contionandi habuisse eum dicit subita hostium incursione [56] Reliquit et rerum suarum commentarios Gallici ciuilisque belli Pompeiani nam Alexandrini Africique et Hispaniensis incertus auctor est: alii Oppium putant, alii Hirtium, qui etiam Gallici belli nouissimum imperfectumque librum suppleuerit |
Anche le 'Allocuzioni rivolte ai soldati in Spagna' Augusto, con molta riluttanza, le considera di Cesare, e tuttavia due gli vengono attribuite: una sarebbe stata pronunciata prima del primo combattimento, l'altra dopo il secondo; ma Asinio Pollione ci dice che non ebbe nemmeno il tempo di rivolgere un'esortazione ai soldati a causa di un improvviso attacco dei nemici 56 Lasciò anche i Commentari delle sue imprese nella guerra gallica e nella guerra civile contro Pompeo, mentre non si è d'accordo sull'autore dei resoconti sulla guerra di Alessandria, d'Africa e di Spagna Alcuni dicono che sia Oppio, altri Irzio, il quale avrebbe anche completato l'ultimo libro della guerra gallica, rimasto incompiuto |
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de commentariis Caesaris Cicero in eodem Bruto sic refert: 'commentarios scripsit ualde quidem probandos: nudi sunt, recti et uenusti, omni ornatu orationis tamquam ueste detracta; sed dum uoluit alios habere parata, unde sumerent qui uellent scribere historiam, ineptis gratum fortasse fecit, qui illa uolent calamistris inurere, sanos quidem homines a scribendo deterruit ' de isdem commentariis Hirtius ita praedicat: 'adeo probantur omnium iudicio, ut praerepta, non praebita facultas scriptoribus uideatur |
A proposito dei Commentari di Cesare, sempre nel a Bruto' Cicerone dice: 'Scrisse i Commentari che bisogna proprio lodare: essi sono scarni, precisi e pieni di eleganza, spogliati di ogni ornamento oratorio, come un corpo del suo vestito; ma volendo offrire materiale a chi avesse intenzione di attingere dai suoi Commentari per scrivere una storia, fece forse cosa gradita agli stolti che vorranno impiastricciare quelle limpide annotazioni, ma ha fatto desistere gli uomini di buon senso dal raccontarla Sugli stessi Commentari Irzio così si esprime: 'Tutti ne hanno tessuto così alti elogi che Cesare sembra non tanto aver offerto, ma addirittura tolto agli storici la possibilità di scrivere |