[cuius tamen rei maior nostra quam reliquorum est admiratio; ceteri enim, quam bene atque emendate,] nos etiam, quam facile atque celeriter eos perscripserit, scimus' Pollio Asinius parum diligenter parumque integra ueritate compositos putat, cum Caesar pleraque et quae per alios erant gesta temere crediderit et quae per se, uel consulto uel etiam memoria lapsus perperam ediderit; existimatque rescripturum et correcturum fuisse reliquit et 'de analogia' duos libros et 'Anticatones' totidem ac praeterea poema quod inscribitur Iter quorum librorum primos in transitu Alpium, cum ex citeriore Gallia conuentibus peractis ad exercitum rediret, sequentes sub tempus Mundensis proelii fecit; nouissimum, dum ab urbe in Hispaniam ulteriorem quarto et uicensimo die peruenit |
Di questa opera la nostra ammirazione è maggiore di quella degli altri lettori: essi sanno come l'abbia scritta bene e in stile perfetto, noi invece sappiamo come l'abbia composta con facilità e rapidamente' Asinio Pollione pensa che i Commentari siano stati scritti con poca diligenza e con scarso rispetto della verità, perché Cesare, nella maggior parte dei casi ha accettato, senza nessun controllo, tutto quello che gli altri hanno fatto, mentre vuoi deliberatamente, vuoi per un inganno della memoria, ha presentato in modo inesatto le proprie azioni Lasciò anche due libri a Sull'Analogia' e altrettanti dell'Anticatone' e inoltre un poema intitolato a Il viaggio' Di queste opere compose la prima mentre attraversava le Alpi, quando dalla Gallia Citefiore ritornava presso l'esercito, dopo aver tenuto le sue assemblee, la seconda la scrisse al tempo della battaglia di Munda e l'ultima mentre si portava da Roma nella Spagna ulteriore con un viaggio di ventitré giorni |
epistulae quoque eius ad senatum extant, quas primum uidetur ad paginas et formam memorialis libelli conuertisse, cum antea consules et duces non nisi transuersa charta scriptas mitterent extant et ad Ciceronem, item ad familiares domesticis de rebus, in quibus, si qua occultius perferenda erant, per notas scripsit, id est sic structo litterarum ordine, ut nullum uerbum effici posset: quae si qui inuestigare et persequi uelit, quartam elementorum litteram, id est D pro A et perinde reliquas commutet feruntur [a puero et] ab adulescentulo quaedam scripta, ut 'Laudes Herculis,' tragoedia 'Oedipus,' item 'Dicta collectanea': quos omnis libellos uetuit Augustus publicari in epistula, quam breuem admodum ac simplicem ad Pompeium Macrum, cui ordinandas bibliothecas delegauerat, misit |
Abbiamo anche alcune sue lettere inviate al Senato: sembra sia stato il primo a dividerle in pagine e a dar loro la forma di un memoriale, mentre i consoli e i generali avevano sempre fatto i loro rapporti su tutta la larghezza del foglio Rimangono anche le sue lettere a Cicerone e quelle ai familiari; quando doveva fare qualche comunicazione segreta, si serviva di segni convenzionali, vale a dire accostava le lettere in un ordine tale da non significare niente: se si voleva scoprire il senso e decifrare lo scritto bisognava sostituire ogni lettera con la terza che la seguiva nell'alfabeto, ad esempio la A con la D, e così via Si ricordano anche alcuni scritti giovanili, come 'Le lodi di ErcoIe', una tragedia 'Edipo' e una raccolta di detti famosi Augusto però proibì che questi libretti venissero pubblicati: lo ordinò con una lettera breve e tuttavia incisiva che inviò a Pompeo Macro, al quale aveva affidato l'incarico di amministrare le biblioteche |
[57] Armorum et equitandi peritissimus, laboris ultra fidem patiens erat in agmine nonnumquam equo, saepius pedibus anteibat, capite detecto, seu sol seu imber esset; longissimas uias incredibili celeritate confecit, expeditus, meritoria raeda, centena passuum milia in singulos dies; si flumina morarentur, nando traiciens uel innixus inflatis utribus, ut persaepe nuntios de se praeuenerit [58] In obeundis expeditionibus dubium cautior an audentior, exercitum neque per insidiosa itinera duxit umquam nisi perspeculatus locorum situs, neque in Britanniam transuexit, nisi ante per se portus et nauigationem et accessum ad insulam explorasset at idem obsessione castrorum in Germania nuntiata per stationes hostium Gallico habitu penetrauit ad suos |
57 Fu abilissimo nell'uso delle armi e nell'equitazione e sopportava le fatiche in modo incredibile In marcia precedeva i suoi uomini qualche volta a cavallo, ma più spesso a piedi, con il capo scoperto, sia che picchiasse il sole, sia che piovesse Con straordinaria rapidità coprì lunghissime tappe, senza bagaglio, con un carro da nolo, percorrendo in un giorno la distanza di centomila passi Se i fiumi gli sbarravano la strada, li attraversava a nuoto o galleggiando su otri gonfiati: così spesso arrivava prima di coloro che dovevano annunciare il suo arrivo 58 Durante le spedizioni non si può dire se fosse più prudente o ardito: non condusse mai il suo esercito per strade insidiose, se prima non aveva ispezionato la natura del terreno; non lo trasportò in Britannia senza aver prima esplorato personalmente i porti, la rotta e i possibili approdi sull'isola Al contrario però, quando venne a sapere che alcuni suoi accampamenti erano assediati in Germania, passò attraverso le postazioni nemiche, travestito da Gallo, e raggiunse i soldati |
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a Brundisio Dyrrachium inter oppositas classes hieme transmisit cessantibusque copiis, quas subsequi iusserat, cum ad accersendas frustra saepe misisset, nouissime ipse clam noctu paruulum nauigium solus obuoluto capite conscendit, neque aut quis esset ante detexit aut gubernatorem cedere aduersae tempestati passus est quam paene obrutus fluctibus [59] Ne religione quidem ulla a quoquam incepto absterritus umquam uel retardatus est cum immolanti aufugisset hostia, profectionem aduersus Scipionem et Iubam non distulit prolapsus etiam in egressu nauis uerso ad melius omine: 'teneo te,' inquit, 'Africa |
In pieno inverno fece la traversata da Brindisi a Durazzo, eludendo le flotte nemiche; poiché le truppe, cui aveva ordinato di seguirlo, non si decidevano a partire e più volte aveva inviato solleciti per farle arrivare, alla fine lui stesso, di notte, in gran segreto, salì su una piccola imbarcazione, con il capo coperto, e non si fece riconoscere e non permise al pilota di arrendersi alla tempesta se non quando i flutti minacciarono di travolgerlo 59 Nessuno scrupolo religioso gli fece mai abbandonare o differire una sola delle imprese cominciate Una volta che la vittima gli scappò di mano proprio mentre stava per sacrificarla, non riamandò per niente la sua spedizione contro Scipione e Giuba Per di più, scivolato mentre saliva sulla nave, volse il presagio in senso favorevole e gridò: 'Africa, io ti tengo |
' ad eludendas autem uaticinationes, quibus felix et inuictum in ea prouincia fataliter Scipionum nomen ferebatur, despectissimum quendam ex Corneliorum genere, cui ad opprobrium uitae Saluitoni cognomen erat, in castris secum habuit [60] Proelia non tantum destinato, sed ex occasione sumebat ac saepe ab itinere statim, interdum spurcissimis tempestatibus, cum minime quis moturum putaret; nec nisi tempore extremo ad dimicandum cunctatior factus est, quo saepius uicisset, hoc minus experiendos casus opinans nihilque se tantum adquisiturum uictoria, quantum hostem fudit, quin castris quoque exueret: ita [ut] nullum spatium perterritis dabat ancipiti proelio equos dimittebat et in primis suum, quo maior permanendi necessitas imponeretur auxilio fugae erepto |
Però, allo scopo di eludere le predizioni, secondo le quali si diceva che in quella terra, quasi per volontà del destino, il nome degli Scipioni era fortunato e invincibile, tenne presso di sé, nell'accampamento un membro degenere della famiglia dei Cornelii che, per l'infamia della sua condotta, era stato soprannominato 'Salvitone' 60 Attaccava battaglia non tanto ad un'ora stabilita, ma secondo l'occasione e spesso durante la marcia, talvolta nelle peggiori condizioni di tempo, quando nessuno credeva che si sarebbe mosso Soltanto negli ultimi tempi si fece più esitante a combattere: pensava infatti che quanto più spesso aveva vinto, tanto meno doveva esporsi al caso e che un'eventuale vittoria non gli avrebbe reso più di quanto avrebbe potuto togliergli una sconfitta Non mise mai in fuga il nemico, senza poi aver conquistato il suo accampamento: in tal modo non dava scampo a quelli che già erano in preda al terrore Quando la battaglia era incerta, faceva allontanare i cavalli, il suo per primo: così costringeva tutti a resistere ad ogni costo, dal momento che aveva sottratto le risorse della fuga |
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[61] Utebatur autem equo insigni, pedibus prope humanis et in modum digitorum ungulis fissis, quem natum apud se, cum haruspices imperium orbis terrae significare domino pronuntiassent, magna cura aluit nec patientem sessoris alterius primus ascendit; cuius etiam instar pro aede Veneris Genetricis postea dedicauit |
61 Aveva un cavallo straordinario, dai piedi simili a quelli di un uomo e con le unghie tagliate a forma di dita: era nato nella sua casa e quando gli aruspici dichiararono che presagiva al suo padrone il dominio del mondo, lo allevò con grande cura e fu il primo a montarlo, perché la bestia non sopportava nessun altro cavaliere Gli fece anche erigere una statua davanti al tempio di Venere Genitrice |