Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05, pag 4

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 01-05
Trabes vero et faces, quae nullo alio inter se quam magnitudine distant, hoc modo fiunt Invece, le travi e le fiaccole, che si differenziano soltanto per le dimensioni, si creano in tal modo
[4,4] Cum umida terrenaque in se globus aliquis aeris clausit, quem turbinem dicimus, quacumque fertur, praebet speciem ignis extenti, quae tam diu durat quam diu mansit aeris illa complexio umidi intra se terrenique multum vehens [4,4] Quando uno di quei globi daria che chiamiamo turbini ha racchiuso in sé elementi umidi e terrosi, dovunque vada, ha laspetto di un fuoco allungato, che dura tanto a lungo quanto dura quellaggregazione daria che porta in sé molti elementi umidi e terrosi
[5,1] Ut a proximis mendaciis incipiam, falsum est faces et trabes exprimi turbine: turbo enim circa terras concipitur ac fertur ideoque arbusta radicitus vellit et, quacumque incubuit, solum nudat, silvas interim et tecta corripiens, inferior fere nubibus, utique numquam altior; at contra trabes editior caeli pars ostentat: itaque numquam nubibus obstiterunt [5,1] Per iniziare dalle falsità che ho nominato per ultime, non è vero che le fiaccole e le travi escano da un turbine: il turbine, infatti, si crea e si sposta vicino alla terra, e quindi sradica gli alberi e, ovunque passi, spoglia il terreno, travolgendo anche i tetti e le foreste, quasi sempre al di sotto delle nuvole, comunque mai al di sopra; al contrario, è una parte più alta del cielo quella dove fanno la loro comparsa le travi: quindi, esse non si collocano mai davanti alle nuvole

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 01-05

[5,2] Praeterea turbo omni nube velocius rapitur et in orbem vertitur; super ista velociter desinit et ipse se vi sua rumpit [5,2] Inoltre, il turbine gira in tondo, trascinato in un movimento più veloce di qualsiasi nuvola; oltre a questo, viene meno presto, distrutto dalla sua stessa violenza
Trabes autem non transcurrunt nec praeteruolant ut faces sed commorantur et in eadem caeli parte collucent Le travi poi non attraversano velocemente il cielo come le fiaccole, ma rimangono ferme e brillano nella stessa parte del cielo

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 11-15

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 11-15

[5,3] Charmander quoque, in eo libro quem de cometis a composuit, ait Anaxagorae visum grande insolitumque caelo lumen magnitudine amplae trabis, et id per multos dies fulsisse [5,3] Anche Carmandro nel libro che ha scritto sulle comete afferma che Anassagora vide nel cielo una grande e strana luce, delle dimensioni di una grossa trave e che essa brillò per molti giorni
Talem effigiem ignis longi fuisse Callisthenes tradit, antequam Burin et Helicen mare absconderet Callistene riporta che apparve una meteora con laspetto di un fuoco allungato prima che il mare facesse scomparire Bura e Elice

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 01-05

[5,4] Aristoteles ait non trabem illam sed cometen fuisse; ceterum ob nimium ardorem non apparuisse sparsum ignem, sed procedente tempore, cum iam minus flagraret, redditam suam cometis faciem [5,4] Aristotele afferma che quella non fu una trave, ma una cometa, e che a causa del suo eccessivo splendore non fu percepibile il suo fuoco diffuso, ma col passar del tempo, quando ormai era incandescente, riprese laspetto abituale delle comete
In quo igne multa quidem fuerunt digna quae notarentur, nihil tamen magis quam quod, ut ille fulsit in caelo, statim supra Burin et Helicen mare fuit E in quel fuoco ci furono molte cose notevoli, ma nessuna più del fatto che , non appena essa brillò in cielo, il mare si riversò sopra Bura e Elice

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 26-30

[5,5] Numquid ergo Aristoteles non illam tantum sed omnes trabes cometas esse credebat hanc habentes differentiam quod his continuus ignis est, ceteris sparsus [5,5] Aristotele credeva forse che non solamente quella, ma tutte le travi fossero comete, con la differenza che nelle une il fuoco non possiede una continuità, nelle altre è diffuso
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