Progettazione e costruzione di un acquedotto al tempo dei romani

Progettazione e costruzione di un acquedotto al tempo dei romani

la decisione relativa alla costruzione di un acquedotto e del suo tracciato veniva presa di volta in volta dal consiglio Decurionale o dalla Boule. In un primo momento, nelle province orientali il popolo partecipava alla formulazione delle leggi su base democratica ma più tardi del secondo secolo d.C., la situazione cambiò anche a Oriente

Augusto creò la funzione di curator aquarum (carica che si occupava esclusivamente della manutenzione strutturale). Nella città di provincia tale funzione era svolta da altre cariche, come i duumviri o anche gli edili. Gli acquedotti erano strutture molto costose, finanziate dagli imperatori, ma anche da aristocratici, notabili, ricchi privati e augustali in concorrenza tra di loro. 

La progettazione di un acquedotto richiedeva notevoli conoscenze tecniche e molta abilità, per condurre l'acqua dalla sorgente alla città spesso con una pendenza estremamente bassa. Nella progettazione era determinante sia la situazione idrografica nei pressi della fonte che la topografia tra la sorgente e la città, diversa per ogni città. 

Una volta definito il percorso di un acquedotto iniziava il compito più importante dell'ingegnere addetto alla misurazione. Gli acquedotti più brevi erano costruiti ininterrottamente dalla fonte alla città.

Nel caso invece di percorsi più lunghi, per ridurre i tempi di esecuzione, il tracciato veniva diviso in lotti con squadre di operai che lavoravano contemporaneamente. L'ingegnere addetto alla misurazione, con l'aiuto di un apparecchio di misurazione (chorobates) tracciava sul terreno i punti principali del percorso che costituivano i confini del lotto di costruzione o i punti di riferimento per strutture particolari, A singole squadre di operai alle dipendenze di imprenditori privati era affidato il compito di portare a termine il percorso. 

TRACCIATO DELLA CONDUTTURA

le condutture romane sfruttavano la gravità: l'acquedotto era adattato al terreno, per trasportare l'acqua dalla sorgente alla città a pendenza costante e senza l'uso di condotte forzate. Queste acquedotti infatti erano estremamente lunghi, Anche se le sorgenti non erano così distanti. Lungo l'itinerario dell'acquedotto era spesso necessario creare dei bacini per diverse finalità. Essi avevano anche dimensioni differenti e potevano svolgere molteplici funzioni contemporaneamente, come ad esempio i bacini di smorzamento che potevano essere allo stesso tempo bacini di decantazione:

  • bacini di raccolta - erano disposti alla sorgente e in essi veniva raccolta l'acqua prima di defluire nell'acquedotto 
  • bacini di decantazione - servivano al deposito delle impurità più grossolane, limo e sostanze in sospensione e spesso sorgevano subito alla fonte, all'immissione dell'acqua nell'acquedotto e alla fine di un acquedotto stesso, immediatamente prima del Castellum.
  • i bacini di derivazione - erano necessari per poter deviare l'acqua dell'acquedotto per la sua ispezione, pulizia e riparazione
  • bacini di raccolta o di ripartizione - venivano disposti quando una o più condutture secondarie sfociavano in quella principale o quando una conduttura principale doveva approvvigionare diversi luoghi
  • bacini di smorzamento - servivano a stabilizzare turbolenze indesiderate ed evitare danni all'acquedotto
  • bacini di passaggio - erano necessari quando la conduttura con canale doveva essere convertita in condotte con tubi o viceversa
  • bacini di distribuzione, quali castellum divisorum o castellum Aquae costituivano il punto finale di un acquedotto

condotto-ponte Pollio dell'acquedotto Pollio di Efeso

Ma si potrebbero paragonare Le Piramidi, Certamente inutili, oppure le altre opere dei Greci, senza scopo, ma rese famose dalla fama, alle così numerose necessarie costruzioni di tanti acquedotti?

Sextus Julius Frontino - De aqueductu urbis Romae

CURATOR ACQUARUM

La maggior parte del lavoro veniva dato in appalto a un'impresa privata (locatio), che usava gli schiavi o uomini liberi per portare a termine il contratto. Quando l'impresario dichiarava la fine dei lavori, un magistrato romano ispezionava l'acquedotto e lo approvava (probatio) se ne era soddisfatto.

Questa procedura non era semplice routine, giacché I magistrati romani dovevano far fronte agli stessi problemi di corruzione e disonestà attuali. 

La soluzione fu trovata creando la funzione di un servizio urbano di controllo delle acque (cura aquarum) e di mettervi un senatore di alto rango con il titolo di curator aquarum (curatore delle acque).

La carica fu istituita ufficialmente con decisione plenaria del Senato. Le decisioni del Senato sulla cura aquarum venivano approvate a seguito di consultazioni con l'imperatore, ma formalmente l'autorità del Senato era rispettata e la carica veniva affidata ad un senatore anziano, scelto tra i consoli precedenti. 

L'imperatore poteva finanziare anche acquedotti locali, anche se si trattava di episodi sporadici. Quando il potere centrale decideva di appoggiare un progetto locale, diverse erano le considerazioni in gioco, non ultimo l'influenza degli uomini di potere locali sulla corte di Roma. Nella norma le città realizzavano la propria cura Aquarium senza l'aiuto Imperiale. Le città romane non avevano mai abbastanza risorse e spesso, per la realizzazione e le ristrutturazioni delle loro infrastrutture dipendevano da ricchi benefattori che in tal modo guadagnavano fama e riconoscimento attraverso iscrizioni pubbliche o in qualche caso nell'intitolazione dell'opera

A Roma e altrove, le leggi per la protezione degli acquedotti richiedevano che il terreno su entrambi i lati rimanesse libero da vegetazione e coltivazioni (le radici rappresentavano una minaccia alla muratura), ma le regole erano violate con frequenza. Il curator Aquarium aveva il compito principale di garantire che l'acqua scorresse giorno e notte. Lo scopo della cura aquarum era anche quello di garantire l'approvvigionamento delle sontuose Terme pubbliche. 

ponte-tubo soprelevato dell'acquedotto di Milas, Turchia