Il dipinto recupera la tradizione messicana del retablo per esprimere un immaginario ricco di simboli e metafore. Questa predilezione di Frida è dovuta anche a ragioni pratiche: le piccole dimensioni le permettevano infatti di lavorare stando a letto quando era malata. Ma soprattutto il retablo - nella tradizione popolare messicana un ex-voto e un'invocazione alle potenze celesti - fu il suo modo di esternare la sofferenza per l'incapacità di dare vita a una nuova creatura, dramma che la condizionerà per tutta la vita. Attorno a letto, su cui giace immobile e sola, aleggiano vari elementi simbolici collegati alla mano di Frida da cordoni rossi simili a vene:
- due immagini del bacino ferito nell'incidente sull'autobus
- il feto appena perduto
- un macchinario ospedaliero
- un'orchidea singola d'amore, quello per Diego
Pensavano che anch'io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni
Frida Kahlo
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Frida mentirà sulla propria data di nascita, posticipandola al 1910 in modo da farla coincidere con la rivoluzione messicana. Nutriva forti passioni politiche e all'inizio sognava di diventare un medico. Poi a causa dei problemi di salute, si concentrò sulla propria immagine, analizzandola con un accanimento mai tentato prima: i suoi dipinti restano una delle più affascinanti esplorazioni del se nell'intera storia dell'arte.
Vulnerabile, storpia, con il cuore spezzato, forte, risoluta, estremamente vitale, innamorata: Frida Kahlo si è auto raffigurata in preda a qualsiasi emozione e in tutte le fogge. Era intrigata dal modo in cui il corpo poteva trasformarsi e utilizzò la pittura per esplorare i suoi problemi con la gravidanza e l'aborto spontaneo in immagini brutali e pure veritiere.
La vediamo in uno straziante autoritratto surrealista che documenta l'esperienza dell'aborto e della separazione dal feto. Sdraiata su un letto d'ospedale sopra dimensionato, con la pancia gonfia e la schiena trafitta immersa in una pozza di sangue, Frida versa le lacrime dagli occhi mentre stringe tra le mani fili che come cordone ombelicale, la collegano al suo feto ma anche a una lumaca, a un osso pelvico, un macchinario, un fiore e un modello anatomico.