Orazio, Epistole: Libro 01 - 18, pag 3

Orazio, Epistole: Libro 01 - 18

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - 18
Qualem commendes, etiam atque etiam aspice, ne moxincutiant aliena tibi peccata pudorem Guarda bene chi raccomandi, per non doverti vergognare subito di colpe altrui
Fallimur et quondam non dignum tradimus; ergoquem sua culpa premet, deceptus omitte tueri,ut penitus notum, si temptent crimina, serues tuterisque tuo fidentem praesidio; quidente Theonino cum circumroditur, ecquidad te post paulo uentura pericula sentis A volte ci si sbaglia e si presenta chi non lo merita: in questo caso, se la sua colpa è senza appello e ti ha ingannato, smetti di proteggerlo; ma se conosci a fondo l'uomo, devi salvarlo dal morso delle accuse e difenderlo come lui si attende: quando il dente della calunnia lo rode tutto intorno, come non rendersi conto che in breve anche per te la vita si farà pericolosa
Nam tua res agitur, paries cum proximus ardet,et neglecta solent incendia sumere uires Se brucia il muro di confine, sta certo, la faccenda ti riguarda: l'incendio trascurato può anche divampare

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Orazio, Epistole: Libro 01 - A Torquato

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - A Torquato

Dulcia inexpertis cultura potentis amici;expertus metuit Il favore di un amico potente lusinga l'inesperto; chi ne ha esperienza lo teme
Tu, dum tua nauis in alto est,hoc age, ne mutata retrorsum te ferat aura Se la tua nave corre in alto mare, guàrdati che non muti il vento e ti riporti indietro

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Orazio, Epistole: Libro 01 - Epistola 07

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Epistola 07

Oderunt hilarem tristes tristemque iocosi,sedatum celeres, agilem nauumque remissi; oderunt porrecta negantem pocula, quamuisnocturnos iures te formidare tepores;deme supercilio nubem; plerumque modestusoccupat obscuri speciem, taciturnus acerbi La gente triste odia quella allegra, quell'allegra la triste, l'attiva quella calma e quella pigra l'agile e dinamica; i grandi bevitori di falerno, che tracannano sino a tarda notte, non ammettono rifiuti neppure se giuri che i fumi di quel vino in piú rischiano di comprometterti il sonno; e non rannuvolare la tua fronte: a volte la riservatezza può sembrare misantropia e il silenzio scontrosità
Inter cuncta leges et percontabere doctos,qua ratione queas traducere leniter aeuum,num te semper inops agitet uexetque cupido,num pauor et rerum mediocriter utilium spes,uirtutem doctrina paret naturane donet, quid minuat curas, quid te tibi reddat amicum,quid pure tanquillet, honos an dulce lucellum,an secretum iter et fallentis semita uitae Ma nel frattempo, leggi, interroga i sapienti: come tu possa in pace trascorrere la vita; se ti debba sempre agitare, col suo tormento, una passione insanabile o la speranza incredula delle piccole vanità mondane; se la virtú è frutto del sapere o dono di natura; e come alleviare l'angoscia, cosa ti riconcigli con te stesso; quale il germe della serenità: l'onore, i piccoli e piacevoli profitti, o una via misteriosa, un sentiero segreto della vita

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Orazio, Epistole: Libro 01 - Ad Aristio Fusco

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Ad Aristio Fusco

Me quotiens reficit gelidus Digentia riuus,quem Mandela bibit, rugosus frigore pagus quid sentire putas, quid credis, amice, precari E io, quando le fresche acque del Digenza che bagnano Mandela, un villaggio intirizzito dal gelo, mi rimettono in forze, cosa credi che senta, cosa pensi che chieda, amico mio
Sit mihi quod nunc est, etiam minus, et mihi uiuamquod superest aeui, siquid superesse uolunt di;sit bona librorum et prouisae frugis in annumcopia, neu fluitem dubiae spe pendulus horae Di avere sempre quello che oggi ho, e anche meno; di vivere per me il tempo che rimane, se vogliono gli dei che un po' me ne rimanga; di avere libri in quantità e provviste di grano per l'annata, perché non debba oscillare sospeso nel dubbio del domani

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Orazio, Epistole: Libro 01 - Epistola 01

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Epistola 01

Sed satis est orare Iouem quae ponit et aufert;det uitam, det opes; aequum mi animum ipse parabo Basta pregare Giove per quello che dare e togliere può: la vita e i mezzi della vita; a rendermi sereno l'animo provvederò io stesso

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