Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 41 - 45, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 41 - 45

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 41 - 45
Asiae civitates in fidem consulis dicionemque populi Romani sese tradebant

Sardibus iam consul erat; eo et P Scipio ab Elaea, cum primum pati laborem viae potuit, venit

Sub idem fere tempus caduceator ab Antiocho per P Scipionem a consule petit impetravitque, ut oratores mittere liceret regi

Paucos post dies Zeuxis, qui praefectus Lydiae fuerat, et Antipater, fratris filius, venerunt

Prius Eumene convento, quem propter vetera certamina aversum maxime a pace credebant esse, et placatiore eo et sua et regis spe invento, tum P Scipionem et per eum consulem adierunt; praebitoque iis petentibus frequenti consilio ad mandata edenda, 'non tam, quid ipsi dicamus, habemus' inquit Zeuxis, 'quam ut a vobis quaeramus, Romani, quo piaculo expiare errorem regis, pacem veniamque impetrare a victoribus possimus
Le città dellAsia si affidavano al console e si davano in potere del popolo romano

A Sardi già si trovava il console; là venne anche da Elea P Scipione appena fu in grado di affrontare la fatica del viaggio

Circa lo stesso tempo un araldo da parte di Antioco per il tramite di P Scipione chiese e ottenne dal console il permesso per il re di mandare dei parlamentari

Pochi giorni dopo vennero Zeusi, che era stato governatore della Lidia, e Antipatro, figlio di un fratello del re

Questi, dopo essersi prima incontrati con Eumene, che credevano il più contrario alla pace per via di vecchi contrasti , e averlo trovato più ben disposto di quanto essi e il re non sperassero, si presentarono a P Scipione e per mezzo suo al console: e trovata a loro domanda una numerosa adunanza davanti alla quale recare il messaggio affidatogli, Zeusi ti disse: Non abbiamo tanto cose da farvi sapere quanto da chiedervi, Romani, con quali mezzi propiziatorii possiamo espiare lerrore del nostro re e ottenere dai vincitori pace e perdono
Maximo semper animo victis regibus populisque ignovistis; quanto id maiore et placatiore animo decet vos facere in hac victoria, quae vos dominos orbis terrarum fecit

Positis iam adversus omnes mortales certaminibus haud secus quam deos consulere et parcere vos generi humano oportet

' Iam antequam legati venirent, decretum erat, quid responderetur

Respondere Africanum placuit

Is in hunc modum locutus fertur: 'Romani ex iis, quae in deum immortalium potestate erant, ea habemus, quae dii dederunt; animos, qui nostrae mentis sunt, eosdem in omni fortuna gessimus gerimusque, neque eos secundae res extulerunt nec adversae minuerunt

Eius rei, ut alios omittam, Hannibalem vestrum vobis testem darem, nisi vos ipsos dare possem
Con grande magnanimità voi avete sempre perdonato ai re e ai popoli vinti; con quanto più generoso e sereno animo non dovreste farlo in questa vittoria che vi ha reso padroni del mondo

Finiti ormai i contrasti con tutti i mortali conviene che voi al pari degli dèi vi prendiate cura e abbiate indulgenza per lumanità

Già prima che i legati venissero si era deciso come si doveva rispondere

Si volle che rispondesse lAfricano

E di lui si riferisce che parlò in questo senso: Noi Romani di ciò che era in potere degli dèi immortali abbiamo quello che gli dèi ci hanno donato; i nostri pensieri, che in noi dipendono dalla ragione i, li abbiamo avuti e li abbiamo sempre eguali in ogni vicenda, né i nostri successi li hanno resi troppo alti, né li hanno abbassati le avversità

Di ciò, per tacere daltri, vi citerei a testimone il vostro Annibale, se non potessi citare voi stessi
Postquam traiecimus Hellespontum, priusquam castra regia, priusquam aciem videremus, cum communis Mars et incertus belli eventus esset, de pace vobis agentibus quas pares paribus ferebamus condiciones, easdem nunc victores victis ferimus: Europa abstinete; Asia omni, quae cis Taurum montem est, decedite

Pro impensis deinde in bellum factis quindecim milia talentum Euboicorum dabitis, quingenta praesentia, duo milia et quingenta, cum senatus populusque Romanus pacem comprobaverint; deinde talentum per duodecim annos

Eumeni quoque reddi quadringenta talenta et quod frumenti reliquum ex eo, quod patri debitum est, placet
Quelle condizioni che quando abbiamo passato lEllesponto, e prima di essere in vista degli accampamenti del re e delle sue schiere, noi proponevanxo da pari a pari alla vostra richiesta di trattare la pace, mentre Marte era ancora neutrale e non si potevano conoscere i risultati della guerra, le stesse condizioni le poniamo da vincitori a voi vinti: non vi ingerite in Europa, lasciate tutta lAsia che è al di qua del monte Tauro

Poi, per risarcimento delle spese di guerra, darete quindicimula talenti euboici; cinquecento subito, duemilacinquecento quando il senato e il popolo romano avranno ratificato la pace, e poi mille talenti allanno per dodici anni

Vogliamo anche che siano pagati a Eumene quattrocento talenti e il resto delfrumento dovuto a suo padre

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Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 26; 11-20

Haec cum pepigerimus, facturos vos ut pro certo habeamus, erit quidem aliquod pignus, si obsides viginti nostro arbitratu dabitis; sed numquam satis liquebit nobis ibi pacem esse populo Romano, ubi Hannibal erit; eum ante omnia deposcimus

Thoantem quoque Aetolum concitorem Aetolici belli, qui et illorum fiducia vos et vestra illos in nos armavit, dedetis et cum eo Mnasilochum Acarnana et Chalcidensis Philonem et Eubulidam

In deteriore sua fortuna pacem faciet rex, quia serius facit, quam facere potuit

Si nunc moratus fuerit, sciat regum maiestatem difficilius ab summo fastigio ad medium detrahi quam a mediis ad ima praecipitari

' Cum iis mandatis ab rege missi erant legati, ut omnem pacis condicionem acciperent; itaque Romam mitti legatos placuit
Quando avremo fissato queste clausole, per garanzia che voi le eseguirete, sarà certo un pegno non disprezzabile se ci darete venti ostaggi a nostra scelta, ma per noi non sarà mai sicuro che vi sia pace al popolo romano dove si troverà Annibale; è lui che reclamiamo prima di tutto

Ci consegnerete anche Toante Etolo, colui che ha provocato la guerra etolica contro di noi e ha armato voi facendovi confidare in loro e loro facendoli confidare in voi; e insieme con lui Mnasiloco di Acarnania e i Calcidesi Filone e Eubulida

Il re concluderà la pace a condizioni meno favorevoli per lui perché la conclude più tardi di quel che avrebbe potuto

Se ora indugerà, sappia che la maestà dei re suole scendere più difficilmente dallapogeo alla mediocrità che precipitare dalla mediocrità nellabisso

I legati erano stati mandati dal re con istruzioni di accettare qualsiasi condizione di pace; perciò acccttarono di spedire messi a Roma
Consul in hiberna exercitum Magnesiam ad Maeandrum et Trallis Ephesumque divisit

Ephesum ad consulem paucos post dies obsides ab rege adducti sunt, et legati, qui Romam irent, venerunt

Eumenes quoque eodem tempore profectus est Romam, quo legati regis

Secutae eos sunt legationes omnium Asiae populorum
Il console distribuì il suo esercito nei quartieri invernali fra Magnesia presso il Meandro, Tralle e Efeso

A Efeso pochi giorni dopo furono condotti al console gli ostaggi da parte del re, e vennero i legati che dovevano andare a Roma

Anche Eumene partì per Roma contemporaneamente ai legati del re

Tennero dietro le legazioni di tutti i popoli dAsia

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