Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 01-10, pag 4

Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 01-10
prodigia eo anno multa nuntiata sunt, quae quo magis credebant simplices ac religiosi homines, eo plura nuntiabantur: Lanuui in aede intus Sospitae Iunonis coruos nidum fecisse; in Apulia palmam uiridem arsisse; Mantuae stagnum effusum Mincio amni cruentum uisum; et Calibus creta et Romae in foro bouario sanguine pluuisse; et in uico Insteio fontem sub terra tanta ui aquarum fluxisse ut serias doliaque quae in eo loco erant prouoluta uelut impetu torrentis tulerit; tacta de caelo atrium publicum in Capitolio, aedem in campo Uolcani, Uacunae in Sabinis publicamque uiam, murum ac portam Gabiis

iam alia uolgata miracula erant: hastam Martis Praeneste sua sponte promotam; bouem in Sicilia locutum; infantem in utero matris in Marrucinis, io triumphe, clamasse
In quell'anno furono annunciati molti prodigi, che tanto più numerosi si raccontavano, quanto più ingenui e superstiziosi erano gli uomini che ad essi prestavano fede; si diceva che a Lanuvio dei corvi avevano fatto il nido nell'interno del tempio di Giunone Sospita; in Apulia era arsa una palma verde; a Mantova uno stagno formato dagli straripamenti del fiume Mincio era apparso pieno di sangue; a Cales era piovuta della creta, mentre a Roma nel foro boario era sceso del sangue; nel quartiere Insteio una sorgente sotterranea era sgorgata con una violenza di acque così grande, che dei barili e delle botti, che erano in quel luogo, furono travolti come da un impeto torrenziale; l'atrio pubblico sul Campidoglio, il tempio di Vulcano nel Campo Marzio, una rocca ed una pubblica via nella Sabina, il muro ed una porta a Gabii, erano stati colpiti dal fulmine

Le voci di altri meravigliosi fatti si diffondevano fra il popolo; a Preneste la lancia di Marte si era mossa spontaneamente; in Sicilia un bue aveva parlato; tra i Marrucini un bambino ancora nel seno materno aveva esclamato: Viva o Trionfo
ex muliere Spoleti uirum factum; Hadriae aram in caelo speciesque hominum circum eam cum candida ueste uisas esse

quin Romae quoque in ipsa urbe, secundum apum examen in foro uisum, quod mirabile est, quia rarum, adfirmantes quidam legiones se armatas in Ianiculo uidere concitauerunt ciuitatem ad arma, cum qui in Ianiculo essent negarent quemquam ibi praeter adsuetos collis eius cultores apparuisse

haec prodigia hostiis maioribus procurata sunt ex haruspicum responso et supplicatio omnibus deis quorum puluinaria Romae essent indicta est

A Spoleto una donna si era trasformata in uomo; ad Adria era stato visto nel cielo un altare che aveva intorno figure umane in candida veste

Per di più nella stessa città di Roma fu visto nel foro uno sciame di api, cosa meravigliosa perché rara; alcuni poi che affermavano di aver visto sul Gianicolo delle legioni armate, si misero a chiamare i cittadini alle armi mentre coloro che erano sul Gianicolo dicevano che nessuno era apparso ad eccezione di quelli che erano soliti coltivare la terra su quel colle

Tutti questi prodigi, secondo il responso degli aruspici, furono espiati col sacrificio di animali adulti e fu innalzata una preghiera a tutti quegli dei che avevano in Roma dei sacrari

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