[13] Premebat reum praeter uolgatam invidiam crimen unum, quod M Volscius Fictor, Qui ante aliquot annos tribunus plebis fuerat, testis exstiterat se, haud multo post quam pestilentia in urbe fuerat, in iuuentutem grassantem in Subura incidisse Ibi rixam natam esse fratremque suum maiorem natu, necdum ex morbo satis ualidum, pugno ictum ab Caesone cecidisse; semianimem inter manus domum ablatum, mortuumque inde arbitrari, nec sibi rem exsEqui tam atrocem per consules superiorum annorum licuisse Haec Volscio clamitante adeo concitati homines sunt ut haud multum afuerit Quin impetu populi Caeso interiret Verginius arripi iubet hominem et in vincula duci Patricii vi contra vim resistunt |
13 Oltre alla diffusa impopolarità, un'accusa pesava in maniera particolare sull'imputato: un testimone oculare, Marco Volscio Fittore, che era stato tribuno della plebe alcuni anni addietro, sosteneva di essersi imbattuto - non molto tempo dopo che la pestilenza aveva colpito la città - in un gruppo di giovani che imperversava con violenza nella Suburra Lì era scoppiata una rissa e suo fratello maggiore, non ancora pienamente guarito dalla malattia, era stramazzato al suolo colpito da un pugno di Cesone; trasportato a casa in fin di vita, a detta di Volscio, era poi morto a séguito di qvel colpo; tramite i consoli degli anni precedenti non gli era stato possibile avere soddisfazione di un gesto tanto efferato Le parole concitate di Volscio infiammarono gli animi della gente a tal punto che Cesone per poco non fu vittima della furia popolare Verginio dà ordine di arrestarlo e di chiuderlo in prigione I patrizi rispondono con la forza alla forza |
T Quinctius clamitat, cui rei capitalis dies dicta sit et de quo futurum propediem iudicium, eum indemnatum indicta causa non debere violari Tribunus supplicium negat sumpturum se de indemnato; seruaturum tamen in vinculis esse ad iudicii diem ut, Qui hominem necauerit, de eo supplicii sumendi copia populo Romano fiat Appellati tribuni medio decreto ius auxilii svi expediunt: in vincla conici uetant; sisti reum pecuniamque ni sistatur populo promitti placere pronuntiant Summam pecuniae quantam aequum esset promitti, ueniebat in dubium; id ad senatum reicitur: reus, dum consulerentur patres, retentus in publico est Vades dari placuit; unum uadem tribus milibus aeris obligarunt; quot darentur permissum tribunis est |
Tito Quinzio urla che un uomo su cui pende un'imputazione passibile della pena capitale, e che tra breve dovrà comparire in tribunale, non può essere sottoposto a violenza prima di essere condannato, prima ancora di aver subito un regolare processo Ma il tribuno replica di non volerlo punire senza prima averlo processato; tuttavia sostiene che lo si debba tenere in prigione fino al giorno del processo, in maniera tale che al popolo romano venga data facoltà di punire un uomo colpevole di omicidio Ma i tribuni ai quali ci si appella decidono di esercitare il proprio diritto di veto, proponendo una soluzione di compromesso: proibiscono che l'imputato sia incarcerato; esigono che questi compaia in giudizio e versi al popolo una cauzione per il caso in cui non compaia Siccome non era chiaro quale fosse la somma giusta da concordare, la questione viene portata di fronte al senato; in attesa che i senatori decidano, Cesone viene guardato a vista Si stabilì di nominare dei mallevadori, fissando la cauzione a 3000 assi per ciascuno di loro; ai tribuni venne lasciata la facoltà di determinare il numero dei mallevadori |
Decem finierunt; tot uadibus accusator uadatus est reum Hic primus uades publico dedit Dimissus e foro nocte proxima in Tuscos in exsilium abiit Iudicii die cum excusaretur solum uertisse exsilii causa, nihilo minus Verginio comitia habente, collegae appellati dimisere concilium Pecunia a patre exacta crudeliter, ut diuenditis omnibus bonis aliquamdiu trans Tiberim veluti relegatus devio quodam tugurio viueret [14] Hoc iudicium et promulgata lex exercuit civitatem: ab externis armis otium fuit |
Decisero che fossero dieci; e tanti furono i mallevadori che diedero all'accusatore le dovute garanzie Qvello di Cesone fu il primo caso di impegno cauzionale in attesa del processo Essendogli stato concesso di abbandonare il foro, la notte successiva partì per l'esilio in terra etrusca Il giorno del processo, l'assenza di Cesone venne giustificata, adducendo la tesi dell'esilio volontario, ma ugualmente Verginio tentò di convocare l'assemblea, che fu invece invalidata a séguito di un appello presentato ai suoi colleghi La cauzione venne pretesa senza alcuna pietà dal padre di Cesone che, costretto a vendere tutti i propri beni, per un certo periodo andò a vivere come un esiliato in un tugurio fuori mano al di là del Tevere 14 Mentre sul fronte esterno tutto taceva, la città era in preda a continue agitazioni per il processo in corso e per la promulgazione della legge |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 03
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 08, Parte 03
Cum velut victores tribuni perculsis patribus Caesonis exsilio prope perlatam esse crederent legem, et quod ad seniores patrum pertineret cessissent possessione rei publicae, iuniores, id maxime quod Caesonis sodalium fuit, auxere iras in plebem, non minuerunt animos; sed ibi plurimum profectum est quod modo quodam temperauere impetus suos Cum primo post Caesonis exsilium lex coepta ferri est, instructi paratique cum ingenti clientium exercitu sic tribunos, ubi primum submouentes praebuere causam, adorti sunt ut nemo unus inde praecipuum Quicquam gloriae domum invidiaeue ferret, mille pro uno Caesones exstitisse plebes quereretur Mediis diebus quibus tribuni de lege non agerent, nihil eisdem illis placidius aut quietius erat |
I tribuni, visto il brutto colpo subito dai patrizi con l'esilio di Cesone, credevano di essere usciti vincitori e pensavano che il passaggio della legge fosse a qvel punto quasi scontato; e se per parte loro i senatori più anziani avevano ormai abbandonato ogni pretesa di controllo del paese, i più giovani - in special modo qvelli che avevano fatto parte del sodalizio di Cesone - aumentarono il proprio risentimento nei confronti della plebe, senza mai perdersi d'animo; ma ottennero i risultati migliori sforzandosi di moderare in qualche maniera i loro attacchi Quando la legge venne ripresentata per la prima volta dopo l'esilio di Cesone, si fecero trovare pronti allo scontro e con una massiccia schiera di clienti aggredirono i tribuni non appena questi ne offrirono l'occasione cercando di allontanarli: nell'assalto nessuno riuscì a primeggiare per gloria o per impopolarità, ma la plebe si lamentava che al posto di un solo Cesone adesso ce ne fossero mille Nei giorni di intervallo nei quali i tribuni non si occupavano della legge, niente era più pacifico e tranquillo di loro |
Benigne salutare, adloqui plebis homines, domum invitare, adesse in foro, tribunos ipsos cetera pati sine interpellatione concilia habere, nunquam ulli neque publice neque priuatim truces esse, nisi cum de lege agi coeptum esset; alibi popularis iuuentus erat Ne uoce quidem incommoda, nedum ut ulla vis fieret, paulatim permulcendo tractandoque mansuefecerant plebem His per totum annum artibus lex elusa est Nec cetera modo tribuni tranquillo peregere, sed refecti quoque in insequentem annum [15] Accipiunt civitatem placidiorem consules C Claudius Appi filius et P Valerius Publicola Nihil novi nouus annus attulerat; legis ferendae aut accipiendae cura civitatem tenebat |
Salutavano educatamente i plebei, si fermavano a chiacchierare, li invitavano a casa, li difendevano nel foro e addirittura permettevano, senza interferire, che i tribuni tenessero altre assemblee; non avevano mai atteggiamenti arroganti né in pubblico né in privato, eccetto quando saltava fuori la questione della legge; in altre occasioni agivano in maniera apertamente democratica I giovani senatori non alzavano neppure la voce, né tantomeno arrivavano alla violenza fisica; così, agendo con delicatezza e tatto calcolati, riuscirono ad ammansire la plebe Vennero anche rieletti per l'anno successivo I tribuni non si limitarono soltanto a portare avanti senza intralci le altre loro iniziative; grazie a questi espedienti, la legge venne schivata per l'intera durata dell'anno 15 I consoli Gaio Claudio, figlio di Appio, e Publio Valerio Publicola ricevono una città più tranquilla L'anno nuovo non aveva portato novità; una doppia preoccupazione regnava in Roma: da una parte l'ansia di veder passare la legge, dall'altra il terrore di doverne accettare l'approvazione |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 06 - 10
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 06 - 10
Quantum iuniores patrum plebi se magis insinuabant, eo acrius contra tribuni tendebant ut plebi suspectos eos criminando facerent: coniurationem factam; Caesonem Romae esse; interficiendorum tribunorum, trucidandae plebis consilia inita; id negotii datum ab senioribus patrum ut iuuentus tribuniciam potestatem e re publica tolleret formaque eadem civitatis esset quae ante Sacrum montem occupatum fuerat Et ab Volscis et AEquis statum iam ac prope sollemne in singulos annos bellum timebatur, propiusque aliud nouum malum necopinato exortum Exsules servique, ad duo milia hominum et Quingenti, duce Appio Herdonio Sabino nocte Capitolium atque arcem occupauere |
Quanto più i giovani senatori cercavano di ingraziarsi il favore della plebe, tanto più i tribuni si sforzavano di renderli sospetti agli occhi della plebe stessa, accumulando accuse a loro carico; era stata nel frattempo ordita una congiura: Cesone si trovava a Roma, il piano era qvello di eliminare i tribuni e di massacrare la plebe; i senatori più anziani avevano affidato ai giovani il cómpito di abolire la potestà tribunizia facendo sì che la città ritornasse alle condizioni esistenti prima della secessione sul monte Sacro C'era poi anche la paura suscitata da Volsci ed Equi, il cui attacco si era ormai trasformato in una ricorrenza quasi puntuale e fissata; ma una nuova inaspettata sciagura arrivò da una zona ben più vicina a Roma Un contingente di 2500 esuli e schiavi, agli ordini del sabino Appio Erdonio, occupò nottetempo il Campidoglio e la cittadella |
Confestim in arce facta caedes eorum qui coniurare et simul capere arma noluerant: alii inter tumultum praecipites pavore in forum deuolant: alternae uoces 'ad arma' et 'hostes in urbe sunt' audiebantur Consules et armare plebem et inermem pati timebant, incerti quod malum repentinum, externum an intestinum, ab odio plebis an ab servili fraude, urbem inuasisset; sedabant tumultus, sedando interdum mouebant; nec enim poterat pavida et consternata multitudo regi imperio Dant tamen arma, non uolgo, tantum ut incerto hoste praesidium satis fidum ad omnia esset |
Qui fecero súbito strage di qvelli che si rifiutavano di prendere parte attiva alla congiura, combattendo al loro fianco; alcuni, però, sfruttando il grande trambusto, riuscirono a sfuggire al massacro e in preda al panico si buttarono di corsa in direzione del foro; si udivano varie voci gridare: Alle armi o Il nemico è in città I consoli, ignorando la provenienza di qvell'attacco repentino (lo avevano lanciato degli stranieri o dei Romani), e non potendolo quindi attribvire con certezza al risentimento della plebe o a un'insurrezione di schiavi, non sapevano se convenisse o meno armare il popolo; tentavano di sedare la rivolta, anche se coi loro sforzi la fomentavano ulteriormente: l'autorità di cui erano investiti non era infatti sufficiente per controllare la folla in preda al panico e allo spavento Ciononostante le armi vennero consegnate, anche se non proprio a tutti, ma in maniera tale che, nell'incertezza legata all'identificazione del nemico, si potesse contare su una guarnigione sufficientemente sicura e pronta a ogni evenienza |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 38-42
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 38-42
Solliciti reliquum noctis incertique qui homines, quantus numerus hostium esset, in stationibus disponendis ad opportuna omnis urbis loca egere Lux deinde apervit bellum ducemque belli Servos ad libertatem Appius Herdonius ex Capitolio uocabat: se miserrimi cuiusque suscepisse causam, ut exsules iniuria pulsos in patriam reduceret et servitiis Grave iugum demeret; id malle populo Romano auctore fieri: si ibi spes non sit, se Volscos et Aeqvos et omnia extrema temptaturum et concitaturum [16] Dilucere res magis patribus atque consulibus |
In preda all'ansia e all'incertezza intorno alla provenienza e alle proporzioni numeriche del nemico, questi reparti impiegarono il resto della notte ad allestire picchetti armati in tutti i punti strategici della città La luce del giorno poi rivelò quale guerra fosse e chi la gvidasse Dal Campidoglio Appio Erdonio incitava gli schiavi a conQuistare la libertà: si era addossato la causa di tutti i diseredati per ricondurre in patria gli esuli ingiustamente banditi e affrancare gli schiavi dal giogo opprimente della schiavitù; certo preferiva che tutto accadesse con l'approvazione del popolo romano: se però da qvella parte non c'erano speranze, allora avrebbe chiamato in causa Volsci ed Equi, deciso a non scartare le soluzioni estreme 16 La situazione divenne così più chiara per i senatori e i consoli |
Praeter ea tamen quae denuntiabantur, ne Veientium neu Sabinorum id consilium esset timere et, cum tantum in urbe hostium esset, mox Sabinae Etruscaeque legiones ex composito adessent, tum aeterni hostes, Volsci et AEqui, non ad populandos, ut ante, fines sed ad urbem ut ex parte captam venirent Multi et uarii timores; inter ceteros eminebat terror servilis ne suus cuique domi hostis esset, cui nec credere nec non credendo, ne infestior fieret, fidem abrogare satis erat tutum; vixque concordia sisti videbatur posse Tantum superantibus aliis ac mergentibus malis nemo tribunos aut plebem timebat; mansuetum id malum et per aliorum quietem malorum semper exoriens tum quiesse peregrino terrore sopitum videbatur |
Oltre a tutto ciò che incombeva minacciosamente sul paese, essi temevano che si trattasse di un'iniziativa dei Veienti o dei Sabini, e che, con tutti quei nemici in città, le truppe etrusche e sabine potessero arrivare da un momento all'altro, a compimento di un piano preordinato; o ancora che i nemici di sempre, Volsci ed Equi, si rifacessero vivi, non più come prima solo per saccheggiare le campagne romane, ma spingendosi fino a Roma, considerata ormai quasi conQuistata Molteplici e diversi erano quindi i motivi di forte apprensione; tra tutti spiccava però per intensità qvello suscitato dal problema degli schiavi: ognuno sospettava di avere un nemico in casa, di cui non era sicuro continuare a fidarsi; e d'altronde, togliendogli la fiducia, c'era il rischio di accrescerne l'ostilità; sembrava che neppure con la concordia si sarebbe potuto rimediare alle difficoltà Le disgrazie del momento superavano e offuscavano tutto il resto in maniera così netta che ormai nessuno temeva più i tribuni e la plebe: questo male minore, sempre pronto a saltar fuori tra una disgrazia e l'altra, ora sembrava essere stato placato dal terrore segvito all'attacco straniero |
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Ad id prope unum maxime inclinatis rebus incubvit Tantus enim tribunos furor tenvit ut non bellum, sed uanam imaginem belli ad auertendos ab legis cura plebis animos Capitolium insedisse contenderent; patriciorum hospites clientesque si perlata lege frustra tumultuatos esse se sentiant, maiore quam uenerint silentio abituros Concilium inde legis perferendae habere, auocato populo ab armis Senatum interim consules habent, alio se maiore ab tribunis metu ostendente quam quem nocturnus hostis intulerat [17] Postquam arma poni et discedere homines ab stationibus nuntiatum est, P Valerius, collega senatum retinente, se ex curia proripit, inde in templum ad tribunos uenit |
E invece fu proprio questo annoso problema a farsi sentire in quei momenti critici Infatti i tribuni arrivarono a un punto tale di dissennata esaltazione da sostenere che il Campidoglio non era stato oggetto di un vero e proprio attacco militare, ma di una finta guerra inscenata per distogliere gli animi della plebe dal pensiero fisso della legge; se la legge fosse passata, gli amici e i clienti dei patrizi si sarebbero resi conto dell'inutilità di qvella messinscena e se ne sarebbero ritornati a casa ancora più silenziosamente di come erano venuti Perciò, dopo aver richiamato il popolo sottraendolo agli obblighi militari, convocarono un'assemblea con l'intento di far approvare la legge Nel frattempo i consoli, certo più preoccupati dalle mosse dei tribuni che non dall'attacco notturno dei nemici, tennero una seduta del senato 17 Quando arrivò la notizia che gli uomini stavano abbandonando le armi e i posti di guardia, Publio Valerio, dopo aver lasciato al collega il cómpito di impedire ai senatori di abbandonare la seduta, si precipitò fuori dalla curia diretto al luogo dove i tribuni stavano tenendo la loro assemblea |