Lezione di anatomia del dottor Tulp - Rembrandt

lezione di anatomia del dottor Tulp - Rembrandt

Il dottor Tulp sta sezionando il braccio sinistro del cadavere, mettendo in evidenza i tendini. Con la propria mano sinistra mima le contrazioni e i movimenti delle dita, con grande efficacia dimostrativa

il corpo umano era tornato al centro dell'interesse culturale e fu realizzato nel secolo d'oro olandese. Per il giovane Rembrandt fu il primo ritratto di gruppo. Si tratta di una autopsia pubblica da parte del dottor Tulp, questo il momento che il pittore decide di fissare. Tulp illustra l'anatomia e la muscolatura dell'avambraccio, in particolare i muscoli flessori delle dita che tiene con la pinza. Con la mano sinistra mima i  movimenti che tali muscoli permettono, rendendo la spiegazione più efficace. Il dottore non tocca il cadavere ma lo manipola con la pinza. L'opera non aveva uno scopo didattico ma evidenziare il ruolo sociale che il medico rivestiva.

Insieme a lui altri 7 membri dei chirurghi di Amsterdam, tra loro uno tiene l'elenco dei partecipanti. L'abbigliamento nero con il colletto bianco, isola i volti rendendoli riconoscibili. Ogni personaggio pagava la sua quota per essere rappresentato.

La resa anatomica di Rembrandt è imprecisa, è più interessato all'intensità psicologica dei personaggi. I volti ansiosi e indagatori tutti diversi. La gilda dei chirurghi di Amsterdam commissiona l'opera per ricordare la lezione pubblica che il dottore tenne. Uomini rappresentati nell'immediatezza del movimento. La luce colpisce gli elementi con forza realistica. A destra un libro aperto inserito solo come dichiarazione di intenti.

Sul cadavere si concentra la maggiore quantità di luce. I particolari superflui vengono assorbiti dall'ombra. il dottor Tulp aveva sostenuto lezioni alla gilda di Amsterdam, due volte a settimana. Una volta l'anno la Gilda organizzava dissezioni pubbliche e quella del 16 gennaio 1632 fu preceduta dall' impiccagione pubblica di un uomo, il cadavere che vediamo. L'uomo di 28 anni venne accusato e condannato di tentato omicidio. Si chiamava Adriaen Adriaenszoom.

In questo famoso dipinto prevalgono il nero e il bianco ma accostati a toni grigi, beige e marroni. Una parte della scena è in ombra, e non si capisce da dove venga la luce rischiara i volti e, quasi interamente il cadavere. Il pittore ha messo in risalto tre qualità di bianco:

  1. quello luminoso delle gorgiere e dei collaretti
  2. quello spento del lenzuolo che nasconde le pudenda del morto
  3. quello verdastro del cadavere nel suo insieme

Quando Rembrandt ultimò questo dipinto aveva 26 anni, pressapoco la stessa età di Michelangelo quando scolpì La pietà, o di Bernini quando scolpì Apollo e Dafne. Era l'epoca in cui lo spirito dell'Europa, allora profondo e potente, consentiva ancora i suoi giovani di esprimersi in opere artistiche e mortali.

Ai piedi del corpo del giustiziato, dalle gambe corte, c'è un voluminoso libro, il celeberrimo libro di anatomia di Andrea Vesalio, de humani corporis fabrica. Il prestigio del volume è paradossalmente esaltato dalla vicinanza degli orribili piedi del defunto, che rimandano all'affascinante, seppur macabro, contenuto del testo

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