L’incontro tra Anna Achmatova e Amedeo Modigliani

l’incontro tra Anna Achmatova e Amedeo Modigliani

La poetessa racconta che si incontrano a Parigi nel 1910, e si rivedono nel 1911. Quando si conoscono, Modigliani è poverissimo, nessun riconoscimento al suo lavoro, nessuna prospettiva

Modigliani le diceva spesso On communique. Lei afferma che tutti e due erano nella propria preistoria, quando il soffio dell'arte non aveva ancora carbonizzato queste due vite; doveva essere il chiaro, luminoso momento che precede l'alba. Ma il futuro che, come si sa, getta la sua ombra sul passato, batteva alla finestra, si nascondeva dietro ai lampioni, incrociava i sogni e spaventava con la terribile Parigi di Baudelaire che si nascondeva da qualche parte lì vicino.

Si sedevano nei giardini del Lussemburgo, sulle panchine, Perché le sedie costavano, bisognava noleggiarle. Lui non beveva, fumava hashish. Non sembrava avere amici, né fidanzate, e non ha mai parlato con Achmatova di fidanzate precedenti. lavorava, in quel periodo (nel 1911), a delle sculture. Lui le chiamava La chose.

Quando pioveva, Modigliani andava in giro con un grande, vecchio ombrello nero. Delle volte, sotto l'ombrello, Modigliani e Anna sedevano ai giardini del Lussemburgo e recitavano, alternandosi, Verlaine, contenti di conoscere a memoria le stesse poesie.

Racconta l'Achmatova che una volta non si era capita, con Modigliani, ed era passata da casa sua che lui non c'era. L'ha aspettato per un po'. Aveva, tra le braccia, un mazzo di rose. Una finestra dell'atelier di Modigliani era aperta, e la poetessa russa aveva buttato, a uno a uno, le rose, nell'atelier. Poi se ne era andata.

Quando ha rivisto Modigliani, lui le chiese come ha fatto ad entrare nel suo atelier, senza le chiavi. Lei spiegò che aveva buttato le rose dalla finestra. Ma erano messe per terra così bene! Disse lui. Le fa 16 disegni, e glieli regala. Vengono tutti distrutti, tranne uno, che oggi si trova al museo Achmatova, sulla Fontanka.

Si scrivono. Lui le scrive:

Siete in me come un'ossessione. Tengo la vostra testa tra le mie mani e vi copro l'amore

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LA POETESSA LEGGE IL NECROLOGIO DI MODIGLIANI

A Leningrado, all'inizio degli anni 20, in ulica Mochovaja 36, a casa di Alexandr Tichonov, uno dei fondatori della casa editrice e letteratura universale, quando l'Achmatova  era nella direzione dell'Unione degli scrittori, si ricevevano ancora le riviste straniere, e qualcuno, nel corso di una riunione, le ha passato la copia di una rivista francese.

Lei l'ha aperta, ci ha trovato una fotografia di Modigliani e una grande croce, un necrologio. Ha saputo, nello stesso tempo, che Modigliani era morto e che era stato riconosciuto come grande artista (veniva paragonato a Botticelli)

La poetessa russa incontrò Amedeo Modigliani durante il suo viaggio di nozze a Parigi nel 1910 e se ne innamorò l'estate successiva, quando tornò da sola in città.

"...la sua voce mi è rimasta per sempre nella memoria. L'ho conosciuto poverissimo, e non si capiva di che cosa vivesse. Come artista non aveva neanche un ombra di riconoscimento ...".

Modigliani era rimasto affascinato dal volto della donna: un viso fine, con la fronte coperta da una frangia bruna e un naso greco. Tra il primo e il secondo incontro, lui le aveva scritto lettere, lei aveva scritto poesie su di lui. Si ritrovarono alla fine della Primavera del 1911 e vissero qualche settimana da innamorati, tra passeggiate pomeridiane mano nella mano.

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