L'artista utilizzava spesso immagini di morte per alludere alla propria cultura e a temi più personali. Questa rappresentazione della morte con un mazzo di fiori appassiti in mano potrebbe riferirsi alla scomparsa della stessa Kahlo oppure a quella di Leon Trotskij, un tempo su amante, che venne assassinato nel 1940.
La gonna di uno dei costumi messicani più elaborati dell'artista era decorata con i tralci di una pianta rampicante. Qui i tralci serpeggiano sul lenzuolo giallo e circondano la testa della pittrice come un corrispettivo vivente dei fili legati ai candelotti che crescono sullo scheletro. Si crea così un gioco di rimandi fra i fili della vita e quelli della morte.
Tutti gli eventi importanti dell'esistenza si svolgono al letto: concepimento, nascita e morte. I letti sono carichi di simboli e misurano il tempo; per l'artista, spesso immobilizzata dalle malattie, indica una realtà onnipresente. Durante la sua vita, Frida Kahlo affrontò oltre 30 operazioni, diversi aborti spontanei, convivendo ogni giorno con dolori continui e l'idea della morte.
Nel 1937 Frida ospitò nella casa Azul Lev Trotskij giunto a Città del Messico dopo essere stato espulso dal Partito Comunista, esiliato dall'Unione Sovietica e avere peregrinato in giro per il mondo. Nonostante la vecchiaia e i capelli bianchi, il leader bolscevico possedeva una forza virale che affascinò moltissimo Frida. Con lui visse un amore fugace ma molto intenso, alimentato da parecchie idee e progetti. A separarli fu la figura imponente di Diego che litigò con Trotskij per motivi politici costringendolo ad abbandonare la casa Azul.
Il 24 Maggio 1940 Trotskij sopravvisse a un attentato compiuto da sicari stalinisti per il quale, all'inizio, fu sospettato lo stesso Rivera. Quest'ultimo fu costretto a lasciare il Messico per andare a San Francisco, dove Frida lo raggiunse tre mesi più tardi, in agosto, dopo che il suo amato Lev era stato assassinato, in secondo attentato. Per l'artista fu un altro lutto pesante.