Cicerone, De Oratore: Libro 02; 61-65, pag 2

Cicerone, De Oratore: Libro 02; 61-65

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 61-65
Et tu "certe negaram te molestum futurum

[260] Ex eodem hoc vetus illud est, quod aiunt Maluginensem illum [M] Scipionem, cum ex centuria sua renuntiaret Acidinum consulem praecoque dixisset "dic de L Manlio": "virum bonum" inquit "egregiumque civem esse arbitror

Ridicule etiam illud L [Porcius] Nasica censori Catoni; cum ille "ex tui animi sententia tu uxorem habes

"Non hercule" inquit "ex mei animi sententia

Haec aut frigida sunt aut tum salsa, cum aliud est exspectatum

Natura enim nos, ut ante dixi, noster delectat error; ex quo, cum quasi decepti sumus exspectatione, ridemus

[LXV] [261] In verbis etiam illa sunt, quae aut ex immutata oratione ducuntur aut ex unius verbi translatione aut ex inversione verborum
E tu di rimando: Veramente ho detto che tu non mi avresti dato fastidio

[260] A questo medesimo genere appartiene la battuta pronunziata molti anni fa dal famoso Scipione Maluginese, quando riferì che la sua centuria aveva eletto console Acidino, poiché laraldo gli chiedeva: che sai dimmi di L Manlio, rispose: io lo reputo un bravuomo e un onesto cittadino

Brutta fu anche la risposta che Nasica diede al censore Catone; avendogli quello chiesto: dimmi sinceramente, hai tu moglie

Rispose: Ce lho per Ercole, ma non è proprio di mio gradimento

Queste battute osono delle semplici freddure o riescono efficaci solo quando ci aspetteremmo dellaltro

Come ho già detto, noi per istinto ci divertiamo del nostro stesso errore: perciò quando ci vediamo ingannati nella nostra attesa, ridiamo

[LXV] [261] Sono basati sulle parole anche i motti che risultano dallallegoria o dalla metafora o dallironia
Ex immutatione, ut olim Rusca cum legem ferret annalem, dissuasor M Servilius "dic mihi," inquit "M Pinari, num, si contra te dixero, mihi male dicturus es, ut ceteris fecisti

"Ut sementem feceris, ita metes" inquit

[262] Ex translatione autem, ut, cum Scipio ille maior Corinthiis statuam pollicentibus eo loco, ubi aliorum essent imperatorum, turmalis dixit displicere

Invertuntur autem verba, ut, Crassus apud M Perpernam iudicem pro Aculeone cum diceret, aderat contra Aculeonem Gratidiano L Aelius Lamia, deformis, ut nostis; qui cum interpellaret odiose, "audiamus" inquit "pulchellum puerum" Crassus; cum esset arrisum, non potui mihi" inquit Lamia "formam ipse fingere, ingenium potui"; tum hic "audiamus" inquit "disertum": multo etiam arrisum est vehementius
Per esempio dallallegoria, quando una volta Rusca presentava una legge annuale,allora M Servilio, contrario a questa legge gli disse: O M Pinario, se io parlerò contro la tua legge, tu mi coprirai dingiurie, come hai fatto con gli altri

E quello di rimando: Come avrai seminato, così mieterai

[262] Ed ecco un esempio risultante dalla metafora, quando ai Corinzi, che gli promettevano una statua da innalzarsi in un posto ove cerano le statue di altri generali, il famoso Scipione Africano Maggiore rispose: Non mi piacciono gli squadroni di cavalleria

Facezie basate sullironia quando in un processo in cui era giudice M Perperna, Crasso difendeva Aculeone, e L Elio Lamia, quel brutto ceffo che conoscete, difendeva Gratidiano contro Aculeone; siccome Lamia lo interrompeva dandogli fastidio, Crasso disse: ascoltiamo questo simpatico giovane ; poiché tutti risero, allora Lamia disse: la bellezza non ho potuto procurarmela da me, ma lingegno sì; Crasso di rimando: Allora sentiamo questo eloquente giovane tutti risero ancora più forte
Sunt etiam illa venusta ut in gravibus sententiis, sic in facetiis - dixi enim dudum rationem aliam esse ioci, aliam severitatis, gravium autem et iocorum unam esse materiam - [263] ornant igitur in primis orationem verba relata contrarie, quod idem genus saepe est etiam facetum, ut Servius ille Galba cum iudices L Scribonio tribuno plebis ferret familiaris suos et dixisset Libo "quando tandem, Galba, de triclinio tuo exibis

"Cum tu" inquit "de cubiculo alieno

A quo genere ne illud quidem plurimum distat, quod Glaucia Metello "villam in Tiburti habes, cortem in Palatio
Tanto nei discorsi seri, quanto in quelli scherzosi come ho già detto, il serio e il faceto, benché diversi nella loro essenza, tuttavia hanno ununica sorgente , [263] riescono molto gradite e sono di grande ornamento le antitesi, come ad esempio il famoso Servio Galba proponeva come giudici in una causa contro L Scribonio, tribuno della plebe, dei suoi amici, allora Libone gli disse: quando uscirai, o Galba dal tuo triclinio

Galba di rimando: Quando tu uscirai dalla camera da letto altrui

Non differisce molto da questo genere di facezie quel motto che Glaucia pronunziò contro Metello: Hai la villa a Tivoli e il corte sul Palatino

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