Cicerone, De Oratore: Libro 01; 16-20

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 16-20

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 16-20
[XVI] Etenim si constat inter doctos, hominem ignarum astrologiae ornatissimis atque optimis versibus Aratum de caelo stellisque dixisse; si de rebus rusticis hominem ab agro remotissimum Nicandrum Colophonium poetica quadam facultate, non rustica, scripsisse praeclare, quid est cur non orator de rebus eis eloquentissime dicat, quas ad certam causam tempusque cognorit [XVI] Infatti se, come i dotti ben sanno, un uomo ignaro di astronomia, Arato, poté cantare il cielo e le stelle in versi elegantissimi e di squisita fattura e un altro, Nicandro di Colofone, che non aveva alcuna dimestichezza con la campagna, poté parlare egregiamente di agricoltura, avvalendosi delle sue capacità di poeta e non di agricoltore, per quale motivo un oratore non dovrebbe parlare speditamente intorno a quegli argomenti su cui si sarà preparato in vista di una determinata causa o avvenimento
[70] Est enim finitimus oratori poeta, numeris astrictior paulo, verborum autem licentia liberior, multis vero ornandi generibus socius ac paene par; in hoc quidem certe prope idem, nullis ut terminis circumscribat aut definiat ius suum, quo minus ei liceat eadem illa facultate et copia vagari qua velit [70]Il poeta è assai vicino alloratore, eccettuato il fatto che è un po più legato al metro, è più libero nelluso di ardite espressioni, e può fare uso quasi nello stesso modo dei numerosi abbellimenti stilistici; cè un punto poi in cui gli è somigliantissimo, e cioè nel non permettere che i propri diritti siano limitati o circoscritti entro precisi confini, tanto da essere impedito di andare dove voglia, con la stessa piena libertà
[71] Nam quod illud, Scaevola, negasti te fuisse laturum, nisi in meo regno esses, quod in omni genere sermonis, in omni parte humanitatis dixerim oratorem perfectum esse debere: numquam me hercule hoc dicerem, si eum, quem fingo, me ipsum esse arbitrarer [71] Quanto poi a ciò che tu, o Scevola, hai affermato, che cioè, se non ti fossi trovato in un campo di mio assoluto dominio non avresti tollerato la mia affermazione, che loratore deve essere perfetto in ogni genere di discorso e in ogni ramo dello scibile, sappi che io giammai avrei detto ciò, se avessi pensato di essere io stesso il tipo ideale che vagheggio

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 01-05

[72] Sed, ut solebat C Lucilius saepe dicere, homo tibi subiratus, mihi propter eam ipsam causam minus quam volebat familiaris, sed tamen et doctus et perurbanus, sic sentio neminem esse in oratorum numero habendum, qui non sit omnibus eis artibus, quae sunt libero dignae, perpolitus; quibus ipsis si in dicendo non utimur, tamen apparet atque exstat, utrum simus earum rudes an didicerimus: [73] ut qui pila ludunt, non utuntur in ipsa lusione artificio proprio palaestrae, sed indicat ipse motus, didicerintne palaestram an nesciant, et qui aliquid fingunt, etsi tum pictura nihil utuntur, tamen, utrum sciant pingere an nesciant, non obscurum est; sic in orationibus hisce ipsis iudiciorum, contionum, senatus, etiam si proprie ceterae non adhibeantur artes, tamen facile declaratur, utrum is, qui dicat, tantum modo in hoc declamatorio sit opere iactatus an ad dicendum omnibus ingenuis artibus instructus accesserit [72] Ma io accetto in pieno il giudizio che soleva ripetere C Lucilio , quelluomo dotto e di fine sentire, che aveva una certa ruggine con te e che appunto per questo aveva con me minore dimestichezza di quanta ne avrebbe voluto: che cioè nessuno possa essere compreso nel numero degli oratori, se non possegga una profonda cultura in quelle discipline che si addicono a un uomo libero; e se noi possiamo non fare uso nei nostri discorsi, però è chiaro a tutti se ne siamo forniti o privi;[73] come coloro che giocano a palla non applicano nell atto di giocare le regole proprie della palestra, però i loro stessi movimenti e ci dicono chiaramente se si siano seriamente addestrati nella palestra o no, così pure coloro che scolpiscono qualcosa, benché nellatto dello scolpire non facciano uso del disegno, tuttavia è chiaro se conoscono il disegno o no;così in questi discorsi che si tengono nei tribunali, nelle assemblee politiche o davanti al Senato, anche se loratore non tocca direttamente le nozioni pertinenti alle altre discipline, tuttavia appare chiaramente se egli si sia addestrato soltanto in questo materiale esercizio del declamare, oppure si sia dato alleloquenza dopo avere studiato profondamente tutte le discipline degne di un uomo libero
[XVII] [74] Tum ridens Scaevola "non luctabor tecum," inquit "Crasse, amplius; id enim ipsum, quod contra me locutus es, artificio quodam es consecutus, ut et mihi, quae ego vellem non esse oratoris, concederes et ea ipsa nescio quo modo rursus detorqueres atque oratori propria traderes [XVII] [74] Allora Scevola sorridendo: Non lotterò più- disse- con te, o Crasso; con la tua abilità, tu hai fatto trionfare nella tua replica il tuo punto di vista: da una parte mi hai dato ragione, quando io volevo negare certe doti alloratore, dallaltra ti sei di nuovo riprese, non so in che modo, queste stesse doti, per assegnarle in maniera stabile alloratore

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Cicerone, De Oratore: Libro 02; 16-20

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 16-20

[75] Quae, cum ego praetor Rhodum venissem et cum summo doctore istius disciplinae Apollonio ea, quae a Panaetio acceperam, contulissem, inrisit ille quidem, ut solebat, philosophiam atque contempsit multaque non tam graviter dixit quam facete; tua autem fuit oratio eius modi, non ut ullam artem doctrinamve contemneres, sed ut omnis comites ac ministratrices oratoris esse diceres [75] Quando io, eletto pretore, venni a Rodi e mi misi a discutere intorno a certi concetti, che avevo ap ea preso da Panezio , con Apollonio, sommo maestro di tale disciplina , questi ebbe parole di derisione e di disprezzo, come faceva sempre, per la filosofia e tenne un lungo discorso intessuto più di frasi scherzose che di serie argomentazioni; il tuo discorso è stato tale che, pur non disprezzando nessun arte o disciplina, le hai rese tutte compagne e ancelle delloratore
[76] Quas ego si quis sit unus complexus omnis, idemque si ad eas facultatem istam ornatissimae orationis adiunxerit, non possum dicere eum non egregium quendam hominem atque admirandum fore; sed is, si quis esset aut si etiam umquam fuisset aut vero si esse posset, tu esses unus profecto, qui et meo iudicio et omnium vix ullam ceteris oratoribus - pace horum dixerim laudem reliquisti [76] Certo, se vi fosse un uomo che possedesse tutte le discipline e vi aggiungesse larte di parlare splendidamente, io non esiterei a proclamarlo straordinario e vera nan mente ammirevole; e se un tale uomo ci fosse o ci fosse mai stato o ci potesse essere, certo tu solo potresti essere costui, tu che a mio giudizio e a giudizio di tutti lo dirò con buona pace dei presenti a stento hai lasciato un po di gloria a tutti gli altri

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 21-25

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25

[77] Verum si tibi ipsi nihil deest, quod in forensibus rebus civilibusque versatur, quin scias, neque eam tamen scientiam, quam adiungis oratori, complexus es, videamus ne plus ei tribuamus quam res et veritas ipsa concedat [77] E veramente se tu, che pure conosci profondamente tutto ciò che ha attinenza alla vita forense e agli affari politici, non sei riuscito ad abbracciare quella vasta cultura che pretendi in un oratore, stiamo attenti a non pretendere dalloratore più di quanto permetta la realtà stessa delle cose
[78] Hic Crassus "memento" inquit "me non de mea, sed de oratoris facultate dixisse; quid enim nos aut didicimus aut scire potuimus, qui ante ad agendum quam ad cognoscendum venimus; quos in foro, quos in ambitione, quos in re publica, quos in amicorum negotiis res ipsa ante confecit quam possemus aliquid de rebus tantis suspicari [78] A questo punto Crasso: Ricordati disse che io ho parlato non delle mie capacità, ma delle capacità del perfetto oratore; infatti che cosa ha imparato o che cosa poteva imparare un uomo come me, che ha affrontato la pratica prima di apprendere la teoria, che è stato oppresso dal peso della fatica per lattività svolta nel foro, nella conquista delle candidature, ncllesercizio delle cariche politiche e nella difesa degli amici, prima che potesse sospettare lesistenza di tante nobili cognizioni

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[79] Quod si tibi tantum in nobis videtur esse, quibus etiam si ingenium, ut tu putas, non maxime defuit, doctrina certe et otium et hercule etiam studium illud discendi acerrimum defuit, quid censes, si ad alicuius ingenium vel maius illa, quae ego non attingi, accesserint, qualem illum et quantum oratorem futurum [79] E veramente, se tu ritieni che ci siano tante capacità in me, a cui se non è mancata del tutto, secondo il tuo giudizio, la disposizione naturale, sono certo mancati la dottrina, il tempo libero e, per Ercole, anche il desiderio ardentissimo dimparare, pensa quale grande oratore potrebbe diventare quelluomo che ad un ingegno anche più acuto del mio unisse la conoscenza di quelle nozioni che io non ho apprese

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