ita gens barbara, aspera et regi difficilis, in exitium suum ruens, quam utilitatem auribus respuerat, oculis peruidit Fabius autem Maximus, cui non dimicare uincere fuit, cum praecipuae fortitudinis Nolanum peditem dubia fide suspectum et strenuae operae Lucanum equitem amore scorti deperditum in castris haberet, ut utroque potius bono milite uteretur quam in utrumque animaduerteret, alteri suspicionem suam dissimulauit, in altero disciplinam paululum a recto tenore deflexit: namque illum plene pro tribunali laudando omnique genere honoris prosequendo animum suum a Poenis ad Romanos coegit reuocare, et hunc clam meretricem redimere passus paratissimum pro nobis excursorem reddidit Veniam nunc ad eos, quibus salus astutia quaesita est |
Così quel popolo barbaro, fiero e difficile da governare, mentre andava incontro alla sua rovina, si rese conto con i propri occhi di quel vantaggio, cui all'ascolto avrebbe voluto rinunziare () Fabio Massimo, per il quale non affrontare il nemico in battaglia equivalse a vincerlo, avendo nel suo campo un fante nolano eccezionalmente coraggioso, sulla cui fedeltà si nutrivano dubbi, e un prode cavaliere lucano perdutamente innamorato di una sgualdrina, per riavere due buoni soldati piuttosto che punirli, all'uno dissimulò i suoi sospetti, per l'altro allentò un poco il rigore della disciplina militare: difatti, quanto al primo, col lodarlo incondizionatamente e col rendergli ogni onore davanti alla sua tribuna di generale, lo costrinse a simpatizzare non più per i Cartaginesi, ma per i Romani; quanto al secondo, permettendogli di riscattare nascostamente la meretrice, ne fece uno dei nostri migliori cavalleggeri () Passerò, ora, a quelli che con l'astuzia salvarono la propria vita |
M Volusius aedilis pl proscriptus adsumpto Isiaci habitu per itinera uiasque publicas stipem petens quisnam re uera esset occurrentis dinoscere passus non est eoque fallaciae genere tectus in M Bruti castra peruenit quid illa necessitate miserius, quae magistratum populi Romani abiecto honoris praetexto alienigenae religionis obscuratum insignibus per urbem iussit incedere o nimis aut hi suae uitae aut illi alienae mortis cupidi, qui talia uel ipsi sustinuerunt uel alios perpeti coegerunt Aliquanto speciosius Sentii Saturnini Vetulonis in eodem genere casus ultimae sortis auxilium |
L'edile della plebe Marco Volusio, essendo stato proscritto, travestitosi da sacerdote di Iside ed elemosinando per le strade e le pubbliche vie, non si fece riconoscere dai passanti e con questa astuzia riuscì a giungere in incognito nell'accampamento di Marco Bruto Quale infelicità maggiore di questa, che costringeva un magistrato del popolo romano a disfarsi delle sue insegne e ad incedere per Roma nascosto nell'abbigliamento di un sacerdote straniero Troppo attaccati alla propria vita questi e troppo desiderosi della morte altrui quelli, se affrontarono da sé tali prove o costrinsero gli altri a sostenerle () In una situazione consimile alquanto più brillante fu la scappatoia che permise a Senzio Saturnino di sfuggire alla morte |
qui, cum a triumuiris inter proscriptos nomen suum propositum audisset, continuo praeturae insignia inuasit praecedentibusque in modum lictorum et apparito rum et seruorum publicorum subornatis uehicula conprehendit, hospitia occupauit, obuios summouit ac tam audaci usurpatione imperii in maxima luce densissimas hostilibus oculis tenebras offudit idem, ut Puteolos uenit, perinde ac publicum ministerium agens summa cum licentia correptis nauibus in Siciliam, certissimum tunc proscriptorum perfugium, penetrauit His uno adiecto leuioris notae exemplo ad externa reuertar amantissimus quidam filii, cum eum inconcessis ac periculosis facibus accensum ab insana cupiditate pater inhibere uellet, salubri consilio patriam indulgentiam temperauit: petiit enim ut prius quam ad eam, quam diligebat, iret uulgari et permissa uenere uteretur |
Costui, sentito dire che il suo nome era compreso tra quelli dei proscritti dai triumviri, indossò subito le insegne di pretore e, facendosi precedere da falsi littori, accoliti e servi pubblici, riuscì ad impadronirsi di veicoli, occupò alberghi, fece scansare chiunque gli s'imbattesse e con l'esercizio abusivo di quella carica, fatto con tanta disinvoltura e alla piena luce del giorno, ottenebrò gli occhi dei suoi nemici Arrivato a Pozzuoli, s'impossessò cori la massima sicurezza, come se assolvesse un pubblico incarico, di alcune navi e riuscì a giungere in Sicilia, rifugio allora sicurissimo per i proscritti () Aggiungerò solo un esempio meno rilevante e passerò poi ad altri, stranieri Un tale, affezionatissimo a suo figlio, vistolo in preda ad una passione d'amore illecita e pericolosa e volendolo allontanare da questa insana voglia, moderò la propria indulgenza di padre con una salutare decisione: gli chiese che, prima di recarsi presso colei che amava, s'intrattenesse con una donna di strada |
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Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 01
cuius precibus obsecutus adulescens infelicis animi impetum satietate licentis concubitus resolutum ad id, quod non licebat, tardiorem pigrioremque adferens paulatim deposuit ext Cum Alexander Macedonum rex sorte monitus ut eum, qui sibi porta egresso primus occurrisset, interfici iuberet, asinarium forte ante omnis obuiam factum ad mortem abripi imperasset, eoque quaerente quidnam se immerentem capitali supplicio innocentemque addiceret, cum ad excusandum factum suum oraculi praeceptum retulisset, asinarius, si ita est inquit, rex, alium sors huic morti destinauit nam asellus, quem ego ante me agebam, prior tibi occurrit delectatus Alexander et illius tam callido dicto et quod ipse ab errore reuocatus erat, occasionem in aliquanto uiliore animali expiandae religionis rapuit |
Il giovane obbedì al suo invito e, raggiunta una completa disinibizione per aver soddisfatto le sue voglie con quel libero rapporto carnale, un po' alla volta si redense da quella infelice passione, raffreddandosi sempre più nei confronti di quell'illecita relazione Alessandro, re dei Macedoni, era stato ammonito dall'oracolo a fare uccidere colui che per primo gli fosse venuto incontro mentre usciva dalla porta della città; ordinò, pertanto, che un asinaio, che per caso lo aveva incontrato prima di ogni altro, fosse condotto a morte; alla domanda di costui, perché mai lo condannasse ad esser giustiziato, immeritevole ed innocente com'era, riferì per scusarsi il testo dell'oracolo; quindi l'asinaio: e Se è così, o re, la sorte ha destinato a questa morte un altro Infatti il primo a venirti incontro è stato l'asino che mi spingevo davanti Rallegratosi sia per così furba risposta, sia per essere stato distolto dal commettere un errore, Alessandro colse a volo l'opportunità di soddisfare l'oracolo, sacrificando un animale che valeva meno di quel poveretto |
summa in hoc mansuetudo, in alterius regis equisone calliditas ext Sordida magorum dominatione oppressa Darius sex adiutoribus eiusdem dignitatis adsumptis pactum cum praeclari operis consortibus fecit ut equis insidentes solis ortu cursum in quendam locum dirigerent, isque regno potiretur, cuius equus in eo primus hinnisset ceterum maximae mercedis con petitoribus fortunae beneficium expectantibus solus acumine equisonis sui Oebaris prosperum exoptatae rei effectum adsecutus est, qui in equae genitalem partem demissam manum, cum ad eum locum uentum esset, naribus equi admouit quo odore inritatus ante omnes hinnitum edidit, auditoque eo sex reliqui summae potestatis candidati continuo equis delapsi, ut est mos Persarum, humi prostratis corporibus Darium regem salutauerunt quan tum imperium quam paruo interceptum est uaframento |
Altissima in costui la mansuetudine, grandissima la furberia del palafreniere di un altro re () Eliminata la sordida tirannide dei magi, Dario, chiamati sei dignitari del suo stesso rango che lo avevano aiutato, fece con questi compagni della nobile impresa un patto, per il quale al sorgere del sole dovevano recarsi a cavallo in un certo luogo e avrebbe avuto il regno colui, il cui cavallo avesse nitrito per primo Ma, mentre i competitori dell'altissima ricompensa attendevano il beneficio della fortuna, egli raggiunse l'effetto desiderato da solo, con l'aiuto del suo palafreniere Ebari, il quale, cacciata la mano nella parte genitale di una cavalla, quando giunse al luogo prestabilito, l'avvicinò alle nari del cavallo di Dario Eccitata da questo odore, la bestia mandò un nitrito prima degli altri cavalli: all'udirlo, gli altri sei candidati al soglio supremo, scesi subito da cavallo, salutarono Dario re prosternandosi a terra secondo il costume persiano Con quanto piccola astuzia fu conquistato tanto grande impero |
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ext Bias autem, cuius sapientia diuturnior inter homines est quam patria Priene fuit, si quidem haec etiam nunc spirat, illius perinde atque extinctae uestigia tantum modo extant, ita aiebat oportere homines in usu amicitiae uersari, ut meminissent eam ad grauissimas inimicitias posse conuerti quod quidem praeceptum prima specie nimis fortasse callidum uideatur inimicumque simplicitati, qua praecipue familiaritas gaudet, sed si altior initamini cogitatio demissa fuerit, perquam utile reperietur ext Lampsacenae urbis uero salus unius uaframenti beneficio constitit: nam cum ad excidium eius summo studio Alexander ferretur progressumque extra moenia Anaximenen praeceptorem suum uidisset, quia manifestum erat futurum ut preces suas irae eius opponeret, non facturum se quod petisset iurauit tunc Anaximenes peto inquit ut Lampsacum diruas |
() Biante, la cui saggezza è durata nel ricordo dei posteri più a lungo della sua patria stessa, Priene, se è vero che la prima è viva ancor oggi e della seconda, come che morta, restano solo le vestigia diceva che gli uomini debbono avere rapporti di amicizia tali, da ricordare che essa si può trasformare in gravissima inimicizia Questo precetto forse potrebbe sembrare a prima vista troppo astuto e contrario alla purezza del sentimento di cui principalmente gode la familiarità, ma, se opportunamente dimensionato, questo pensiero superbo si rivelerà estremamente utile La salvezza di Lampsaco dipese da una sola benefica e scaltra trovata: difatti Alessandro, mentre si lanciava impetuosamente a distruggerla, vide il suo precettore Anassimene ch'era uscito fuori dalle mura; poiché era chiaro che quello avrebbe opposto le proprie suppliche alla sua ira, giurò di non fare quel che Anassimene gli avesse chiesto Allora Anassimene: Ti chiedo, disse, di distruggere Lampsaco |
haec uelocitas sagacitatis oppidum uetusta nobilitate inclytum exitio, cui destinatum erat, subtraxit ext Demosthenis quoque astutia mirifice cuidam aniculae succursum est, quae pecuniam depositi nomine a duobus hospitibus acceperat ea condicione, ut illam simul utrisque redderet quorum alter interiecto tempore tamquam mortuo socio squalore obsitus deceptae omnis nummos abstulit superuenit deinde alter et depositum petere coepit haerebat misera et in maxima pariter et pecuniae et defensionis penuria iamque de laqueo et suspendio cogitabat: sed opportune Demosthenes ei patronus adfulsit |
Questa scaltra prontezza sottrasse quella città di antiche e nobili tradizioni alla rovina cui era stata destinata L'astuzia di Demostene venne anch'essa mirabilmente in soccorso di una vecchietta, che aveva ricevuto una somma in deposito da due ospiti col patto di restituirla ad ambedue contemporaneamente Uno di questi, trascorso del tempo, le si presentò in gramaglie come se l'altro fosse morto e la ingannò portandole via tutto il denaro Sopraggiunse però in seguito l'altro, il quale cominciò a pretendere la restituzione del deposito La poveretta non sapeva che fare e, trovandosi nella più gran penuria di denaro e di difensori, pensava già di ricorrere al suicidio impiccandosi: ma al momento giusto intervenne a difenderla, come una stella ai naviganti, Demostene |
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qui, ut in aduocationem uenit, mulier inquit parata est depositi se fide soluere, sed nisi socium adduxeris, id facere non potest, quoniam, ut ipse uociferaris, haec dicta est lex, ne pecunia alteri sine altero numeraretur ext Ac ne illud quidem parum prudenter quidam Athenis uniuerso populo inuisus causam apud eum capitali crimine dicturus maximum honorem subito petere coepit, non quod speraret se illum consequi posse, sed ut haberent homines ubi procursum irae, qui acerrimus esse solet, effunderent neque eum haec tam callida consilii ratio fefellit: comitiis enim clamore infesto et crebris totius contionis sibilis uexatus, nota etiam denegati honoris perstrictus, eiusdem plebis paulo post in discrimine uitae clementissima suffragia expertus est |
appena questo si presentò in tribunale per discutere la causa, questa donna , esordi, che era pronta a mantenere la promessa riguardante il deposito, ma se non si fosse presentato qui il socio, non poteva farlo, perché, come tu stesso sostieni, fu posta esplicitamente la condizione che la somma non fosse restituita all'uno in assenza dell'altro () Né meno astuto fu il comportamento di un Ateniese nell'episodio che segue Costui, inviso al popolo tutto, era stato citato davanti ad esso per un debito che comportava la pena di morte; ma, cominciando a parlare, egli chiese subito per sé la più alta carica, non già perché sperasse di ottenerla, ma per dare ai presenti un tema, su cui potessero sfogare, come suol accadere, lo scoppio della collera né questo piano tanto scaltro gli andò a vuoto, perché, ostilmente attaccato nell'assemblea del popolo con urla e frequenti fischi di tutti i partecipanti ed anche bollato dalla ripulsa della sua candidatura, ottenne poco dopo dalla stessa folla, nel processo in cui rischiava la condanna a morte, un verdetto assai clemente |
quod si adhuc ei ultionem sitienti capitis sui periculum obiecisset, nullam partem defensionis odio obseratae aures reciperent ext Huic uaframento consimilis illa calliditas su periori Hannibal a Duilio consule nauali proelio uictus timensque classis amissae poenas dare, offensam astutia mire auertit: nam ex illa infelici pugna prius quam cladis nuntius domum perueniret quendam ex amicis conpositum et formatum Karthaginem misit qui, postquam ciuitatis eius curiam intrauit, consulit uos inquit Hannibal, cum dux Romanorum magnas secum maritimas trahens copias aduenerit, an cum eo confligere debeat adclamauit uniuersus senatus non esse dubium quin oporteret tum ille conflixit inquit et superatus est ita liberum his non reliquit id factum damnare, quod ipsi fieri debuisse iudicauerant |
poiché, se al popolo ancora assetato di vendetta avesse senz'altro fatto presente solo il pericolo di vita che correva, gli orecchi, resi sordi dall'odio, non si sarebbero minimamente schiusi ad ascoltare la difesa () Simile a questa fu la scaltra trovata di Annibale Annibale vinto in battaglia navale dal console Duilio e temendo di dover pagare il fio per la perdita della flotta, si liberò di questo rischio con mirabile astuzia: subito dopo quell'infausto scontro, ancor prima che potesse giungere a Cartagine notizia della disfatta, vi mandò un suo amico bene ammaestrato Costui, poiché fu entrato nella curia di quella città, Annibale, disse, vuol sapere da voi se, venuto a contatto con l'ammiraglio romano al comando di ingenti forze navali, debba scontrarsi con lui Il senato all'unisono gridò non esservi dubbio che l'avrebbe dovuto Allora quello, si è già scontrato , disse, ed è stato vinto In tal modo non fu lasciato loro possibilità di condannare quanto essi stessi avevano giudicato che si sarebbe dovuto fare |
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ext Item Hannibal Fabium Maximum inuictam armorum suorum uim saluberrimis cunctationibus pugnae ludificantem, ut aliqua suspicione trahendi belli respergeret, totius Italiae agros ferro atque igni uastando unius eius fundum inmunem ab hoc iniuriae genere reliquit profecisset aliquid tanti beneficii insidiosa adumbratio eius, nisi Romanae urbi et Fabii pietas et Hannibalis uafri mores fuissent notissimi ext Tusculanis etiam acumine consilii incolumitas parta est: cum enim crebris rebellationibus meruissent ut eorum urbem funditus Romani euertere uellent, atque ad id exequendum Furius Camillus maximus dux ualidissimo instructus exercitu uenisset, uniuersi ei togati obuiam processerunt commeatusque et cetera pacis munia benignissime praestiterunt armatum etiam intrare moenia passi sunt nec uultu nec habitu mutato |
() Parimenti Annibale, per far cadere qualche sospetto sulla tattica dilatoria di Fabio Massimo che con la sua utilissima strategia di attesa evitava scontri decisivi con le invincibili forze del Cartaginese, pur devastando tutti i campi coltivati d'Italia, ne lasciò immune solo il suo fondo Questa insidiosa parvenza di così grande favoritismo sarebbe servita a qualche cosa, se Roma non avesse ben conosciuto l'amor patrio di Fabio e la naturale furberia di Annibale () Anche i Tusculani si salvarono con una intelligente decisione: per via delle loro frequenti ribellioni avevano meritato che i Romani desiderassero distruggere dalle fondamenta la loro città, e quel grandissimo generale che era Furio Camillo era venuto con un fortissimo esercito ad eseguire la cosa, quando tutti i cittadini, rivestiti della toga, gli andarono incontro, offrendogli con molta larghezza rifornimenti ed ogni altro servizio di pace Conservando lo stesso atteggiamento, gli permisero altresì di entrare armato nella città |