Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 03, pag 2

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 03

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08, Parte 03
Novam autem excitavit aedem in Capitolio Custodi Iovi, et forum quod nunc Nervae vocatur, item Flaviae templum gentis et stadium et Odeum et naumachiam, e cuius postea lapide maximus circus, deustis utrimque lateribus, exstructus est

VI Expeditiones partim sponte suscepit, partim necessario: sponte in Chattos, necessario unam in Sarmatas, legione cum legato simul caesa, in Dacos duas, primam Oppio Sabino consulari oppresso, secundam Cornelio Fusco, praefecto cohortium praetorianarum, cui belli summam commiserat

De Chattis Dacisque post varia proelia duplicem triumphum egit De Sarmatis lauream modo Capitolino Iovi rettulit
D'altra parte edificò un nuovo tempio consacrato a Giove Guardiano, sul Campidoglio, il foro che oggi porta il nome di Nervia il tempio della famiglia Flavia, uno stadio, un odeon e una naumachia, le cui pietre furono più tardi utilizzate per la restaurazione del Circo Massimo, dopo che il fuoco ne aveva distrutti i due lati

6 Intraprese molte spedizioni, sia di sua iniziativa, sia per necessità: di sua iniziativa contro i Catti, per necessità una contro i Sarmati che avevano massacrato una legione con il suo legato, e due contro i Daci, la prima, dopo la sconfitta dell'ex console Oppio Sabino, la seconda, dopo qvelle di Cornelio Fusco, il prefetto delle coorti pretoriane, al quale aveva affidato la suprema direzione della gverra

Dopo battaglie, ora vittoriose, ora sfortunate, celebrò un duplice trionfo sui Catti e sui Daci, ma in occasione della sua vittoria sui Sarmati si limitò a portare una corona di lauro a Giove Capitolino
Bellum civile motum a L Antonio, superioris Germaniae praeside, confecit absens felicitate mira, cum ipsa dimicationis hora resolutus repente Rhenum transituras ad Antonium copias barbarorum inhibuisset

De qua victoria praesagiis prius quam nuntiis comperit, siqvidem ipso quo dimicatum erat die statuam eius Romae insignis aquila circumplexa pinnis clangores laetissimos edidit; pauloque post accisum Antonium adeo vulgatum est, ut caput quoque adportatum eius vidisse se plerique contenderet
Un tentativo di gverra civile, promosso da L Antonio, comandante della Germania superiore, fu soffocato senza necessità che si allontanasse da Roma, con una fortuna eccezionale, perché la piena del Reno, verificatasi nell'ora stessa della battaglia, arrestò le truppe germaniche che erano pronte a passare dalla parte di Antonio

Venne a conoscere questa vittoria da alcuni presagi, prima ancora di riceverne la notizia, perché il giorno stesso del combattimento un'aquila di grosse dimensioni aveva avvolto a Roma, con le sue ali, una statua dell'imperatore e aveva emesso grida piene di gioia Subito dopo si sparse la notizia che Antonio era stato ucciso, tanto che molti pretendevano di aver visto riportare la sua testa
VII Multa etiam in communi rerum usu novavit: sportulas publicas sustulit, revocata rectarum cenarum consuetudine; duas circensibus gregum factiones aurati purpvereique panni ad quattuor pristinas addidit; interdixit histrionibus scaenam, intra domum qvidem exercendi artem iure concesso; castrari mares vetuit; spadonum, qui residui apud mangones erant, pretia moderatus est

Ad summam quondam ubertatem vini, frumenti vero inopiam, existimans nimio vinearum studio neglegi arva, edixit, ne quis in Italia novellaret, utque in provinciis vineta succiderentur, relicta ubi plurimum dimidia parte; nec exsequi rem perseveravit

Quaedam ex maximis officiis inter libertinos equitesque R communicavit
7 Domiziano fece molte innovazioni, anche per ciò che si riferisce alla vita corrente: soppresse le distribuzioni pubbliche di viveri e stabilì l'uso di pasti secondo le regole; alle antiche quattro squadre del circo, ne aggiunse altre due che portavano il colore d'oro e di porpora; vietò la scena agli istrioni, ma lasciò loro il diritto di praticare la loro arte nelle case private; abolì la castrazione e limitò il prezzo degli eunuchi che ancora restavano presso i mercanti di schiavi

Un anno in cui il vino era abbondante, ma il grano scarseggiava, pensando che la coltivazione eccessiva della vigna facesse trascurare i campi, proibì di piantarne ancora in Italia e diede ordine di tagliare i vigneti delle province, lasciandone al massimo la metà; però non fece esegvire questo editto

Divise alcuni dei più importanti incarichi tra i liberti e i cavalieri romani

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 01 - 30

Geminari legionum castra prohibuit, nec plus quam mille nummos a quoquam ad signa deponi; quod L Antonium apud duarum legionum hiberna res novas moliens fiduciam cepisse etiam ex depositorum summa videbatur

Addidit et quartum stipendium militi, aureos ternos

VIII Ius diligenter et industrie dixit, plerumque et in foro pro tribunali extra ordinem; ambitiosas centumvirorum sententias rescidit; reciperatores, ne se perfusoriis assertionibus accommodarent, identidem admonuit; nummarios iudices cum suo quemque consilio notavit

Auctor et tr pl fuit aedilem sordium repetundarum accusandi iudicesque in eu a senatu petendi
Vietò che si facessero accampare insieme due legioni e che un soldato depositasse più di mille sesterzi presso le insegne, perché L Antonio, preparando la sua rivolta nei quartieri invernali di due legioni, sembrava aver preso una parte della sua sicurezza dalla consistenza di questi depositi

Tuttavia aggiunse alla paga del soldato una quarta indennità di tre pezzi d'oro a testa

8 Rese giustizia con diligenza e con zelo, spesso anche nel foro, dall'alto del suo tribunale, a titolo straordinario: annullò le sentenze non imparziali dei centumviri; ammonì incessantemente i ricuperatori di non prestarsi a rivendicazioni ingiustificate; i giudici che si erano lasciati corrompere furono bollati d'infamia insieme con i loro assistenti

Ordinò anche ai tribuni della plebe di accusare di concussione un edile troppo avaro e di richiedere al Senato il suo rinvio a giudizio
Magistratibus quoque urbicis provinciarumque praesidibus coercendis tantum curae adhibuit, ut neque modestiores umquam neque iustiore extiterint; e quibus plerosque post illum reos omnium criminum vidimus Inoltre ci mise tanto zelo nel frenare la condotta dei magistrati urbani e dei governatori di provincia che essi non si mostrarono mai più giusti e disinteressati, mentre noi ne abbiamo visto un gran numero, dopo di lui, accusati di ogni crimine

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 01 - 30

Suscepta correctione morum, licentiam theatralem promiscue in equitem spectandi inhibuit; scripta famosa vulgoque edita, quibus primores viri ac feminae notabantur, abolevit, non sine auctorum ignominia; quaestorium virum, quod gesticulandi saltandique studio teneretur, movit senatu: probrosis feminis lecticae usum ademit iusque capiendi legata hereditatesque; equitem R ob reductam in matrimonium uxorem, cui dimissae adulterii crimen intenderat, erasit iudicum albo; quosdam ex utroque ordine lege Scantinia condemnavit; incesta Vestalium virginum, a patre quoque suo et fratre neglecta, varie ac severe coercuit, priora capitali supplicio, posteriora more veteri Impegnatosi a riformare i costumi, non tollerò che uno spettatore qualsiasi prendesse posto a teatro in mezzo ai cavalieri; fece distruggere gli opuscoli diffamatori nei confronti degli uomini e delle donne più in vista, che si diffondevano tra il pubblico, e ciò non senza biasimo per i loro autori; escluse dal Senato un anziano questore a causa della sua passione per la pantomima e per la danza; tolse alle donne di facili costumi il diritto di andare in lettiga e di ricevere lasciti o eredità; un cavaliere romano che aveva sposato di nuovo una donna già da lui ripudiata e poi accusata di adulterio, fu radiato dalla lista dei giudici; condannò alcuni membri dei due ordini in forza della legge Scantinia; quanto alle sregolatezze sacrileghe delle Vestali, sulle quali avevano sorvolato anche suo padre e suo fratello, le punì con severità, in modi differenti, inizialmente con la pena capitale, in seguito secondo il costume antico
Nam cum Oculatis sororibus, item Varronillae liberum mortis permisisset arbitrium corruptoresque earum relegasset, mox Corneliam maximam virginem, absolutam olim, dein longo intervallo repetitam atque convictam defodi imperavit, stupratoresque virgis in comitio ad necem caedi, excepto praetorio viro; cui, dubia etiam tum causa et incertis quaestionibus atque tormentis de semet professo, exilium indulsit

Ac ne qua religio deum impune contaminaretur, monimentum, quod libertus eius e lapidibus templo Capitolini Iovis destinatis filio exstruxerat, diruit per milites, ossaque et reliquias quae inerant mari mersit
Permise infatti sia alle sorelle Oculate, sia a Veronilla di scegliersi il supplizio e mandò in esilio i loro seduttori, ma, più tardi, quando la Grande Vestale Cornelia, già una volta assolta, fu, dopo un lungo intervallo, nuovamente accusata e riconosciuta colpevole, ordinò di sotterrarla viva e di flagellare a morte i suoi complici nel luogo delle assemblee, ad eccezione di un anziano pretore che condannò soltanto all'esilio, in quanto aveva confessato il suo crimine mentre l'affare era ancora poco chiaro e le inchieste e le torture non permettevano di concluderlo

E per non lasciare impunita nessuna profanazione del culto degli dei, quando uno dei suoi liberti innalzò una tomba a suo figlio con pietre destinate al tempio di Giove Capitolino, la fece demolire dai soldati e diede ordine di gettare in mare le ossa e i resti che essa conteneva

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 21 - 40

IX Inter initia usque adeo ab omni caede abhorrebat, ut absente adhuc patre recordatus Virgilii versum:Impia quam caesis gens est epulata iuvencis edicere destinarit, ne boves immolarentur

Cupiditatis quoque atque avaritiae vix suspicionem ullam aut privatus umquam aut princeps aliquamdiu dedit, immo e diverso magna saepe non abstinentiae modo sed etiam liberalitatis experimenta

Omnis circa se largissime prosecutus, nihil prius aut acrius monuit quam ne quid sordide faceret

Relictas sibi hereditates ab iis, quibus liberi erant, non recepit

Legatum etiam ex testamento Rusci Caepionis, qui caverat ut quotannis ingredientibus curiam senatoribus certam summam viritim praestate heres suus, irritum fecit
9 All'inizio il sangue generalmente gli faceva così orrore che, al tempo in cui suo padre era ancora lontano da Roma, ricordandosi del verso di Virgilio:'Più di una generazione empia si è nutrita di giovani tori sgozzati'volle promulgare un editto per vietare di immolare i buoi

D'altra parte, finché fu semplice cittadino e molto dopo essere divenuto imperatore, non diede adito al minimo sospetto di cupidigia e di avarizia, ma al contrario, fece spesso risaltare il suo disinteresse e la sua generosità

Assai liberale nei confronti di tutti qvelli del suo seguito, raccomandò soprattutto, con particolare insistenza, di non far niente con volgarità

Rifiutò eredità che gli avevano lasciato persone con figli

Nel testamento di Rustio Cepione, annullò perfino una clausola che imponeva al suo erede di versare tutti gli anni una certa somma ad ogni senatore che faceva il suo ingresso nella curia
Reos, qui ante quinquennium proximum apud aerarium pependissent, universos discrimine liberavit, nec repeti nisi intra annum eaque condicione permisit, ut accusatori qui causam non teneret exilium poena esset

Scribas quaestorios negotiantes, ex consuetudine sed contra Clodiam legem, venia in praeteritum donavit

Subsiciva, quae divisis per veteranos agris carptim superfverunt, veteribus possessoribus ut usu capta concessit

Fiscales calumnias magna calumniantium poena repressit, ferebaturque vox eius: 'princeps qui delatores non castigat, irritat

X Sed neque in clementiae neque in abstinentiae tenore permansit, et tamen aliquanto celerius ad saevitiam descivit quam ad cupiditatem
Liberò da ogni addebito tutti gli accusati il cui nome era in sospeso presso il tesoro da oltre un quinquennio, e non permise di persegvirli ancora se non dopo un anno, stabilendo che, qualora l'accusatore avesse perduto la causa, venisse punito con l'esilio

Quanto ai segretari dei questori che facevano commercio, secondo l'usanza, ma contrariamente alla legge Clodia, fece loro grazia per il passato

Dopo la divisione delle terre tra i veterani, erano rimasti, spezzettati, piccoli appezzamenti non attribuiti: li lasciò ai vecchi proprietari, per diritto di prescrizione

Represse le accuse di evasione fiscale, punendone rigorosamente gli autori, e di lui si citano queste parole: 'Un principe che non castiga i delatori, li incoraggia

10 Purtroppo non perseverò né nella clemenza né nel disinteresse; tuttavia passò molto più rapidamente alla crudeltà che alla cupidigia

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Discipulum Paridis pantomimi impuberem adhuc et cum maxime aegrum, quod arte formaque non absimilis magistro videbatur, occidit; item Hermogenem Tarsensem propter quasdam in historia figuras, librariis etiam, qui eam descripserat, cruci fixis

Patrem familias, quod Thraecem myrmilloni parem, munerario imparem dixerat, detractum e spectaculis in harenam, canibus obiecit, cum hoc titulo: Impie locutus parmularius
Fece morire un allievo del Pantomimo Paride, benché fosse ancora fanciullo, e precisamente mentre era ammalato, perché con la sua arte e con la sua figura gli ricordava troppo il suo maestro Uccise anche Ermogene di Tarso a causa di alcune allusioni contenute nella sua storia e fece perfino crocifiggere i librai che l'avevano copiata

Durante uno spettacolo, poiché un padre di famiglia aveva dichiarato che un trace valeva quanto un mirmillone, ma meno dell'organizzatore dei giochi, lo fece togliere dal suo posto e gettare ai cani nell'arena con questa scritta 'Partigiano dei gladiatori traci che ha parlato in modo empio'

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