Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 26-32

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 26-32

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 26-32
[26,1] Poteram ad hoc probandum abuti auctoritate magnorum virorum, qui Aegyptum numquam tremuisse tradunt

Rationem autem huius rei hanc reddunt, quod ex limo tota concreverit

Tantum enim, si Homero fides est, aberat a continenti Pharos quantum navis diurno cursu metiri plenis lata velis potest; sed continenti ammota est: turbidus enim defluens Nilus multumque secum caeni trahens et id subinde apponens prioribus terris Aegyptum annuo incremento semper ultra tulit

Inde pinguis et limosi soli est nec ulla intervalla in se habet sed crevit in solidum arescente limo; cuius pressa erat et sedens structura, cum partes glutinarentur, nec quicquam inane intervenire poterat, cum solido liquidum ac molle semper accederet
[26,1] Per dimostrare questa tesi, avrei potuto utilizzare lautorità di uomini illustri, che tramandano che lEgitto non ha mai tremato

Essi spiegano così questo fatto: il terreno è fatto interamente di limo

Infatti, se ti fidi di Omero, Faro era tanto lontana dalla terraferma quanto è la distanza che una nave, spinta a vele spiegate, può percorrere in un solo giorno; ma ora si avvicinata alla terraferma: infatti, il Nilo, scorrendo torbido e trascinando con sé molto fango e aggiungendolo un po alla volta alla terra preesistente, fa avanzare di continuo i confini dellEgitto con aumenti che si susseguono anno dopo anno

Da qui la natura grassa e fangosa del terreno, che non presenta spaccature, anzi, è cresciuto compattamente per il disseccarsi del limo, la cui struttura era compatta e sedimentaria, per lagglutinazione delle sue parti, e non si poteva creare nessun vuoto internamente, perché alla materia solida se ne aggiungeva di continuo una liquida e molle
[26,2] Sed movetur et Aegyptus et Delos, quam Uergilius stare iussit: "immotamque coli dedit et contemnere ventos"; hanc philosophi quoque, credula natio, dixerunt non moveri auctore Pindaro

Thucydides ait antea quidem immotam fuisse sed circa Peloponnesiacum bellum tremuisse

[26,3] Callisthenes et alio tempore ait hoc accidisse: "Inter multa", inquit, "prodigia, quibus denuntiata est duarum urbium, Helices et Buris, euersio, fuere maxime notabilia columna ignis immensi et Delos agitata"; quam ideo stabilem videri vult, quia mari imposita sit habeatque concavas rupes et saxa pervia, quae dent deprehenso aeri reditum: ob hoc et insulas esse certioris soli urbesque eo tutiores quo propius ad mare accesserint

[26,4] Falsa haec esse Pompei et Herculaneum sensere
[26,2] Ma sono soggetti a terremoti sia lEgitto, sia Delo, che Virgilio ha preteso che stesse salda: e le concesse di essere immobile e di essere abitata e di disprezzare i venti; anche i filosofi, gente credulona, hanno affermato, su garanzia di Pindaro, che questa isola non è soggetta a terremoti

Tucidide afferma che prima era sì rimasta immobile, ma allepoca della guerra del Peloponneso tremò

[26,3] Callistene ritiene che ciò successe anche in unaltra occasione: Fra i molti prodigi afferma che preannunciarono la distruzione delle due città di Elice e Bura, quelli più straordinari furono una enorme colonna di fuoco e lo scuotimento di Delo; egli afferma che Delo sia sembrata stabile perché si fonda sul mare e possiede delle rocce concave e delle pietre perforate, che permettono allaria imprigionata di liberarsi: per questo le isole avrebbero un terreno più stabile e le città sarebbero tanto più sicure quanto sono più vicine al mare

[26,4] Che queste tesi siano false, lhanno provato Pompei e Ercolano
Adice nunc quod omnis ora maris obnoxia est motibus: sic Paphos non semel corruit; sic mobilis et huic iam familiaris malo Nicopolis; Cyprum ambit altum mare et agitatur; Tyros et ipsa tam movetur quam diluitur

Hae fere causae redduntur propter quas tremat terra

[27,1] Quaedam tamen propria in hoc Campano motu accidisse narrantur, quorum ratio reddenda est

Diximus sexcentarum ovium gregem exanimatum in Pompeiana regione

Non est quare hoc putes ovibus illis timore accidisse

[27,2] Aiuni enim solere post magnos terrarum motus pestilentiam fieri, nec id mirum est
Aggiungi inoltre che tutte le coste del mare sono esposte ai terremoti: così Pafo crollo più volte; così Nicopoli si è abituata a questo flagello che lha resa famosa; un mare profondo circonda Cipro, eppure anche essa è scossa; e anche la stessa Tiro è colpita dai terremoti tanto quanto è erosa dal mare

Queste sono le cause che di solito si adducono per spiegare il terremoto

[27,1] Si narra, tuttavia, che in questo terremoto in Campania siano accaduti alcuni fenomeni particolari, di cui è necessario parlare

Abbiamo affermato che un gregge di seicento pecore è morto nella zona di Pompei

Non cè motivo per il quale tu creda che quanto è successo a quelle pecore sia dovuto allo spavento

[27,2] Si dice, infatti, che dopo forti terremoti si diffonda solitamente unepidemia, e non cè motivo di stupirsi

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 21-25

Multa enim mortifera in alto latent: aer ipse, qui vel terrarum culpa vel pigritia et aeterna nocte torpescit, gravis haurientibus est, vel corruptus internorum ignium vitio, cum e longo situ emissus est, purum hunc liquidumque maculat ac polluit insuetumque ducentibus spiritum affert nova genera morborum

[27,3] Quid, quod aquae quoque inutiles pestilentesque in abdito latent, ut quas numquam usus exerceat, numquam aura liberior everberet

Crassae itaque et gravi caligine sempiternaque tectae nihil nisi pestiferum in se et corporibus nostris contrarium habent

Aer quoque, qui mixtus est illis quique inter illas paludes iacet, cum emersit, late vitium suum spargit et haurientes necat
Infatti, molte sostanze nocive stanno nascoste in profondità: laria stessa, che resta ferma o per difetto del terreno o per pigrizia o per il buio perenne, è nociva per coloro che la respirano, o, alterata dai fuochi sotterranei, quando è giunta in superficie dopo una lunga stagnazione, contamina e inquina la nostra atmosfera pura e limpida, e porta nuovi generi di malattie a chi respira questa aria a cui non è abituato

[27,3] E che dire del fatto che stanno celate sottoterra anche acque non potabili e pestilenziali, che non sono mai usate e non sono mai colpite dallaria un po libera

Quindi, dense e coperte di continuo da una pesante caligine, non contengono nientaltro che sostanze malsane e dannose per il nostro organismo

Anche laria, che si trova miscelata a quelle acque e che giace tra quelle paludi, quando giunge in superficie, diffonde per molto tratto il suo veleno e uccide chi la respira
[27,4] Facilius autem pecora sentiunt, in quae primum pestilentia incurrere solet, quo auidiora sunt: aperto caelo plurimum utuntur et aquis, quarum maxima in pestilentia culpa est

Oues vero mollioris naturae, quo propiora terris ferunt capita, correptas esse non miror, cum afflatus aeris diri circa ipsam humum exceperint

Nocuisset ille et hominibus, si maior exisset; sed illum sinceri aeris copia extinxit, antequam ut ab homine posset trahi surgeret

[28,1] Multa autem terras habere mortifera vel ex hoc intellege, quod tot venena nascuntur non manu sparsa sed sponte, solo scilicet habente ut boni ita mali semina
[27,4] Gli animali, che la pestilenza solitamente colpisce per primi, ne risentono più facilmente quanto più sono insaziabili: vivendo allaria aperta, fanno un uso abbondante di acqua, che è la causa principale dellepidemia

E non mi stupisco che ne siano state colpite le pecore, che sono di natura più delicata, poiché hanno la testa più vicina al suolo, poiché hanno assorbito vicino al suolo quelle esalazioni nocive

Avrebbero danneggiato anche gli esseri umani, se fossero uscite in maggior quantità; ma sono state neutralizzate dallabbondanza di aria pura prima che si sollevassero abbastanza per poter essere respirate dalluomo

[28,1]Che la terra poi contenga molte sostanze letali, lo puoi comprendere anche dal fatto che vengono alla luce tanti veleni non seminati dalla mano delluomo, ma in modo spontaneo, evidentemente perché il suolo racchiude i semi sia di ciò che fa bene, sia di quello che fa male

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 04; 02,06- 02,10

Quid, quod pluribus Italiae locis per quaedam foramina pestilens exhalatur vapor, quem non homini ducere, non ferae tutum est

Aues quoque si in illum inciderunt, antequam caelo meliore leniatur, in ipso volatu cadunt liuentque corpora et non aliter quam per vim elisae fauces tument

[28,2] Hic spiritus, quamdiu terra se continet, tenui foramine fluens non plus potentiae habet quam ut despectantia et ultro sibi illata conficiat; ubi per saecula conditus tenebris ac tristitia loci crevit in vitium, ipsa ingravescit mora, peior quo segnior: cum exitum nactus est, aeternum illud umbrosi frigoris malum et infernam noctem evomit ac regionis nostrae aera infuscat; vincuntur enim meliora peioribus
E che dire del fatto che in molte località italiane attraverso certi fori fuoriescono delle esalazioni pestilenziali che né luomo né gli animali sono in grado di respirare senza avere danni

Anche gli uccelli, se si imbattono prima che siano attenuate da unaria migliore, cadono durante il volo e i loro corpi si fanno dei lividi e la gola si gonfia come se fosse stata strangolata

[28,2] Questaria, finché rimane sottoterra, uscendo solamente attraverso fori sottili, ha una potenza sufficiente a uccidere gli animali che hanno la testa rivolta verso il basso e che si spingono da soli nel suo interno; dopo essere rimasta nascosta per secoli nelle tenebre e in un luogo lugubre, ha aumentato la sua forza dannosa, e diviene sempre più funesta con il passare del tempo e peggiora quanto più rimane immobile: quando ha trovato una via duscita, trasporta quel contagio di un luogo in eterno immerso nel freddo e nel buio e nella notte infernale e contamina latmosfera delle nostre regioni; il meglio, infatti, è vinto dal peggio
[28,3] Tunc etiam ille spiritus purior transit in noxium: inde subitae continuaeque mortes et monstruosa genera morborum, ut ex novis orta causis

Brevis autem aut longa clades est, prout vitia valuere, nec prius pestilentia desinit quam spiritum illum gravem exercuit laxitas caeli ventorumque iactatio

[29,1] Nam aliquos insanis attonitisque similes discurrere fecit metus, qui excutit mentes, ubi priuatus ac modicus est: quid

Ubi publice terret, ubi cadunt urbes, populi opprimuntur, terra concutitur, quid mirum est animos inter dolorem et metum destitutos aberrasse

[29,2] Non est facile inter magna mala consipere

Itaque levissima fere ingenia in tantum venere formidinis ut sibi exciderent
[28,3] Allora anche quellaria più pura diventa dannosa: di qui le morti repentine che si susseguono ininterrottamente e dia vita a mostruose malattie, poiché nascono da cause sconosciute

Questa calamità dura più o meno a lungo a seconda della violenza del contagio, e la pestilenza non smette prima che lampiezza del cielo e lagitazione dei venti abbiano messo in movimento quellaria opprimente

[29,1] Infatti alcuni hanno cominciato a correre qua e là, come folli e storditi per la paura, che scuote le menti quando è personale e moderata: e cosa

Quando il terrore è generale, quando crollano le città, i popoli sono schiacciati, la terra è scossa, che cosa cè da stupirsi che gli animi, abbandonati in preda al dolore e alla paura, siamo smarriti

[29,2] Non è facile rimanere in sé in mezzo a grandi catastrofi

Perciò, quasi sempre le menti più deboli sono prese dal panico al punto da uscire di sé

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 01-05

Nemo quidem sine aliqua iactura sanitatis expavit, similisque est furentis quisquis timet: sed alios cito timor sibi reddit, alios vehementius perturbat et in dementiam transfert

[29,3] Inde inter bella erravere lymphatici, nec usquam plura exempla vaticinantium invenies quam ubi formido mentes religione mixta percussit

[30,1] Statuam divisam non miror, cum dixerim montes a montibus recessisse et ipsum disruptum esse ab imo solum

Haec loca vi quondam et vasta convulsa ruina (tantum aevi longinqua valet mutare vetustas) dissiluisse ferunt, cum protinus utraque tellus una foret

Venit ingenti vi pontus et ingens Hesperium Siculo latus abscidit arvaque et urbes aequore diductas angusto interluit aestu
Certamente nessuno prova un grande spavento senza pregiudicare un po la sua sanità mentale, e chi ha paura è simile a un pazzo: ma la paura rende alcuni ben presto a se stessi, altri, invece, li sconvolge con più violenza e li conduce alla follia

[29,3] Ecco perché durante le guerre si sono visti uomini errare come forsennati e in nessun luogo troverai più esempi di persone dedite alle profezie che dove il panico, unito alla superstizione, ha colpito le menti

[30,1] Non mi stupisco che una statua sia spaccata in due, dopo aver detto che le montagne si sono staccate dalle montagne e lo stesso suolo si è aperto dal profondo

Si racconta che questi luoghi una volta si siano divisi per la violenza di unenorme rovina ( talmente grandi sono i cambiamenti che può causare il lungo passare dei secoli), quando le due terre erano unite formandone una sola

Il mare penetrò violentemente in esse e smisurato staccò la costa dellEsperia dalla Sicilia e giunse a bagnare con i suoi flutti nello stretto passaggio le campagne e le città dalle due parti, dopo averle separate con le sue acque
[30,2] Vides totas regiones a suis sedibus revelli et trans mare iacere quod in confinio fuerat; vides et urbium fieri gentiumque discidium, cum pars naturae concita est dehiscens et aliquo mare, ignem, spiritum impegit; quorum mira ut ex toto vis est: quamvis enim parte saeviat, mundi tamen viribus saevit

[30,3] Sic et Hispanias a contextu Africae mare eripuit, sic per hanc inundationem, quam poetarum maximi celebrant, ab Italia Sicilia reiecta est

Aliquanto autem plus impetus habent quae ex infimo veniunt: acriora enim sunt quibus nisus est per angusta
[30,2] Tu vedi che intere regioni sono strappate dalle loro sedi e che oltre il mare si estendono dei territori che una volta confinavano coi nostri; tu vedi che città e popolazioni si separano, quando una parte della natura si è sollevata e ha spinto contro qualcosa il mare, il fuoco o laria; e la forza di tali elementi è meravigliosa, poiché giunge dal tutto: infatti, pur infuriando solo in modo parziale, infuria tuttavia con le forze del mondo

[30,3] Così il mare ha portato via la Spagna dalla stretta unione con lAfrica, così mediante questa inondazione celebrata dai più grandi poeti, la Sicilia è stata allontanata dallItalia

Ciò che viene dalle massime profondità ha un impeto molto maggiore: infatti, ciò che esce con sforzo mediante stretti passaggi è più potente

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[30,4] Quantas res hi terrarum tremores quamque mira spectacula ediderint, satis dictum est: cur ergo aliquis ad hoc stupet quod aes unius statuae, ne solidum quidem sed concavum ac tenue, disruptum est, cum fortasse in illud se spiritus quaerens fugam incluserit

Illud vero quis nescit

Diductis aedificia angulis vidimus moveri iterumque componi

Quaedam vero parum aptata positu suo et a fabris neglegentius solutiusque composita terrae motus saepius agitata compegit

[30,5] Quod si totos parietes et totas findit domos et latera magnarum turrium, quamvis solida sint, scindit et pilas operibus subditas dissipat, quid est quare quisquam dignum adnotari putet sectam esse aequaliter ab imo ad caput in partes duas statuam

[31,1] Quare tamen per plures dies motus fuit
[30,4] Si è già trattato ampiamente dellimponenza degli effetti causati da questi terremoti e della bellezza degli spettacoli che ci hanno dato: perché, quindi, qualcuno si stupisce che il bronzo di una sola statua, e neanche massiccio, ma concavo e sottile, si sia spaccato in due, dato che forse in essa era rimasta imprigionata dellaria che cercava una via duscita

E chi ignora questaltro effetto

Abbiamo visto degli edifici che si aprivano agli angoli e poi richiudersi di nuovo a causa di un terremoto

Anzi, certi, poco stabili sulle fondamenta e costruiti con una certa negligenza e poco solidamente, sono stati consolidati dal terremoto che li ha scossi in modo ripetuto

[30,5] E se esso fende intere pareti e intere case e apre i fianchi di grandi torri, per quanto siano solidi, e manda in frantumi i pilastri che tengono le costruzioni, che motivo esiste per considerare degno di nota il fatto che una statua sia stata divisa in due parti uguali dalla testa ai piedi

[31,1] Perché, tuttavia, questo terremoto durò più giorni

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