atque ubi iam Venerem gravis interceperit aetas, sparserit et nigras alba senecta comas, tum mihi naturae libeat perdiscere mores,[25] quis deus hanc mundi temperet arte domum, qua venit exoriens, qua deficit, unde coactis cornibus in plenum menstrua luna redit, unde salo superant venti, quid flamine captet Eurus, et in nubes unde perennis aqua;[30] sit ventura dies mundi quae subruat arces, purpureus pluvias cur bibit arcus aquas, aut cur Perrhaebi tremuere cacumina Pindi, solis et atratis luxerit orbis equis, cur serus versare boves et plaustra Bootes,[35] Pleiadum spisso cur coit igne chorus, curve suos fines altum non exeat aequor, plenus et in partes quattuor annus eat; sub terris sint iura deum et tormenta reorum, num rota, num scopuli, num sitis inter aquas,[40] aut Alcmaeoniae furiae aut ieiunia Phinei, Tisiphones atro si furit angue caput num tribus infernum custodit faucibus antrum Cerberus, et Tityo iugera pauca novem, an ficta in miseras descendit fabula gentes,[45] et timor haud ultra quam rogus esse potest |
E quando ormai la tarda età avrà precluso Venere, e la vecchiaia bianca avrà disperso le nere chiome, allora mi sia caro apprendere le leggi della natura, [25] quale dio con arte governi questa dimora del mondo, da dove sorgendo viene la luna, dove tramonta, da dove,con le punte riunite, torna piena ogni mese,da dove i venti si lanciano sul mare, cosa Euro tragga dal soffio, e da dove l'acqua nelle nubi perenni; [30] Che sia da venire un giorno che abbatta le rocche del mondo, perché l'arco purpureo beva le acque piovane, o perché le vette del Perrebio Pindo tremarono, e l'orbita del sole avrà brillato con i cavalli a lutto, perché tardivo Boote spinga i buoi e i carri, [35] perché la schiera delle Pleiadi brilli di luce intensa, il mare profondo non oltrepassi i suoi confini, e l'anno avanzi completo per quattro stagioni; sotto terra ci siano le leggi degli dei e le pene dei colpevoli, forse la ruota, forse i macigni, forse la sete fra le acque, [40] o le furie di Alcmeone o il digiuno di Fineo, se il capo di Tisifone si agita per il nero serpente, forse l'antro infernale custodisce Cerbero dalle tre fauci, e nove iugeri (sono) pochi per Tizio,se una favola vana si diffuse tra le misere genti, [45] e non possa esistere timore oltre il rogo |