Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 01-18
[6] nec deinde alia, quae tradatur magnopere, gemmarum claritas exstat apud auctores, praeterquam Ismeniam choraulen multis fulgentibusque uti solitum, comitante fabula vanitatem eius: indicato in Cypro sex aureis smaragdo, ubi erat scalpta Amymone, iussisse numerari et, cum duo relati essent, male, Hercules, factum dixisse, multum enim detractum gemmae dignitati [6] Né risulta poi altro splendore di gemme, che sia tramandato grandemente presso gli autori, tranne che il flautista Ismenia era solito usarne molte e lucenti, con un aneddoto che accompagna la sua vanità: valutato a Cipro uno smeraldo sei aurei, dove c'era Amimone intagliata, aver ordinato di pagare e, essendone stati restituiti due, aver detto, aver fatto male, per Ercole, infatti era stato tolto molto al pregio della gemma
[7] hic videtur instituisse, ut omnes musicae artis hac quoque ostentatione censerentur, veluti Dionysodorus, aequalis eius et aemulus, ut sic quoque non par videretur qui tertius eodem tempore inter musicos fuit: Nicomachus enim multas tantum habuisse gemmas traditur, sed nulla peritia electas [7] Costui sembra aver istituito, che tutti quelli dell'arte della musica fossero considerati anche per questa ostentazione, come Dionisodoro, suo contemporaneo e rivale, cosicché non sembrasse anche uguale colui che fu terzo fra i musici nella stessa epoca: Nicomaco infatti è detto aver avuto solo molte gemme, ma scelte senza alcuna competenza
[8] Et forte quadam his exemplis initio voluminis oblatis adversus istos, qui sibi hac ostentatione adrogant, ut palam sit eos tibicinum gloria tumere: Polycratis gemma, quae demonstratur, intacta inlibataque est; Ismeniae aetate multos post annos apparet scalpi etiam smaragdos solitos [8] E con questi esempi proposti per qualche caso all'inizio del volume contro quelli, che s'inorgogliscono per questa ostentazione, cosicché sia chiaro che essi si gonfiano con la gloria dei suonatori di flauto: la gemma di Policrate, che è esposta, è intatta e pura; nell'epoca di Ismenia dopo molti anni si vede anche gli smeraldi soliti essere intagliati

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 10-15
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 10-15

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 10-15

confirmat hanc eandem opinionem edictum Alexandri Magni, quo vetuit in hac gemma ab alio se scalpi quam ab Pyrgotele, non dubie clarissimo artis eius Conferma questa stessa opinione l'editto di Alessandro Magno, con cui vietò che su questa gemma fosse scolpito da altri che da Pyrgotele, senza dubbio il più famoso di quest'arte
post eum Apollonides et Cronius in gloria fuere quique divi Augusti imaginem simillime expressit, qua postea principes signant, Dioscurides Dopo di lui furono in fama Apollonide e Cronio e quello che forgiò molto similmente un ritratto del divino Augusto, con cui dopo i principi sigillano, Dioscuride

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 61-65
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 61-65

[9] Sulla dictator traditione Iugurthae semper signavit [9] Il dittatore Silla sigillò sempre con la consegna di Giugurta
est apud auctores et Intercatiensem illum, cuius patrem Scipio Aemilianus ex provocatione interfecerat, pugnae effigie eius signasse, volgato Stilonis Praeconini sale, quidnam fuisse facturum, si Scipio a patre eius interemptus fuisset Presso gli autori si trova che anche quel famoso Intercaziese, il cui padre Scipione Emiliano aveva ucciso dopo una sfida, sigillava con l'immagine di quel duello, con diffusa arguzia di Stilone Preconino, cosa mai ci sarebbe stato da fare, se Scipione fosse stato ucciso da suo padre

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 152-223

[10] divus Augustus inter initia sphinge signavit [10] Il divino Augusto durante gli inizi sigillò con una sfinge
duas in matris anulis eas indiscretae similitudinis invenerat Ne aveva trovato due di assoluta somiglianza sugli anelli della madre

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 116 - 172

altera per bella civilia absente ipso signavere amici epistulas et edicta, quae ratio temporum nomine eius reddi postulabat, non inficeto lepore accipientium, aenigmata adferre eam sphingem Con una durante le guerre civili, quando lui era assente, gli amici sigillarono lettere ed editti, che la ragione dei tempi richiedeva essere emessi a suo nome, con ironia non senza spirito dei destinatari, che quella sfinge portava enigmi

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