ex insula Ceca amplius triginta milia passuum abrupta subito cum plurimis mortalium rapuit et in Sicilia dimidiam Tyndarida urbem ac quicquid ab Italia deest, similiter in Boeotia Eleusina Motus enim terrae sileantur et quicquid est, ubi saltem busta urbium exstant, simul ut terrae miracula potius dicamus quam scelera naturae et, Hercules, non caelestia enarratu difficiliora fuerint |
Dall'isola di Ceo staccata all'improvviso con moltissimi uomini strappò di più di trecentomila passi e in Sicilia metà città di Tindari e quello che manca dall'Italia, similmente Eleusi in Beozia Infatti siano taciuti i movimenti della terra e qualunque cosa accade, quando rimangono almeno i resti delle città, affinché trattiamo le meraviglie della terra piuttosto che i misfatti della natura E, per Ercole, non sarebbero più difficile da esporre quelli celesti |
[207] metallorum opulentia tam varia, tam dives, tam fecunda, tot saeculis suboriens, cum tantum cotidie orbe toto populentur ignes, ruinae, naufragia, bella, fraudes, tantum vero luxuria et tot mortales conterant; gemmarum pictura tam multiplex, lapidum tam discolores maculae interque eos candor alicuius praeter lucem omnia excludens; medicatorum fontium vis; ignium tot locis emicantium perpetua tot saeculis incendia; spiritus letales aliubi aut scrobibus emissi aut ipso loci situ mortiferi, aliubi volucribus tantum, ut Soracte vicino urbi tractu, aliubi praeter hominem ceteris animantibus, [208] nonnumquam et homini, ut in Sinuessano agro et Puteolano | [207] L'abbondanza dei minerali tanto varia, tanto ricca, tanto fertile, che sgorga per tanti secoli, per quanto ogni giorno in tutto il mondo li devastino i fuochi, le distruzioni, i naufragi, le guerre, i tradimenti, tanto in verità ne consumano i lussi e i tanti uomini; tanto molteplice il disegno delle gemme, tanto variopinte le venature dei marmi e fra questi lo splendore di qualcuno che ostacola tutto tranne la luce; il potere delle fonti curative; gli incendi continui di fuochi che brillano per tanti secoli in tanti luoghi; le esalazioni letali emesse altrove o dalle fosse o dallo stesso sito mortifero del luogo, altrove soltanto per gli uccelli, come sul Soratte nel territorio vicino alla città, altrove per tutti gli esseri viventi tranne l'uomo, [208] talvolta anche per l'uomo, come nella regione di Sinuessa e Pozzuoli |
spiracula vocant, alii Chaeronea, scrobes mortiferum spiritum exhalantes, item in Hirpinis Ampsancti ad Mephitis aedem locum, quem qui intravere moriuntur; simili modo Hierapoli in Asia, Matris tantum Magnae sacerdoti innoxium aliubi fatidici specus, quorum exhalatione temulenti futura praecinant, ut Delphis nobilissimo oraculo quibus in rebus quid possit aliud causae adferre mortalium quispiam quam diffusae per omne naturae subinde aliter atque aliter numen erumpens [209] Quaedam vero terrae ad ingressus tremunt, sicut in Gabiensi agro non procul urbe Roma iugera ferme ducenta equitantium cursu; similiter in Reatino |
Li chiamano spiragli, altri Carontei, fori che emanano un'aria mortale, ugualmente fra gli Irpini ad Ampsanto località verso il tempio di Mefiti, dove coloro che entrano muoiono; parimenti a Ierapoli in Asia, innocuo solo per il sacerdote della Grande Madre In altri luoghi caverne profetiche, con la cui esalazione gli inebriati predicono il futuro, come per l'importantissimo oracolo di Delfi Per tali fatti quale altro motivo potrebbe addurre qualcuno dei mortali che la divinità della natura diffusa in ogni cosa che prorompe continuamente ora in un modo ora nell'altro [209] Alcune terre in verità tremano nel passaggio, come nel territorio di Gabii non lontano dalla città di Roma con un tragitto di cavalieri di circa duecento iugeri, ugualmente nel territorio di Rieti |
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 212-218
quaedam insulae semper fluctuantur, sicut in agro Caecubo et eodem Reatino, Mutinensi, Statoniensi, in Vadimonis lacu, ad Cutilias aquas opaca silva, quae numquam die ac nocte eodem loco visitur, in Lydia quae vocantur Calaminae, non ventis solum, sed etiam contis quo libeat inpulsae, multorum civium Mithridatico bello salus sunt et in Nymphaeo parvae, Saliares dictae, quoniam in symphoniae cantu ad ictus modulantium pedum moventur in Tarquiniensi lacu magno Italiae duae nemora circumferunt, nunc triquetram figuram edentes, nunc rotundam conplexu ventis inpellentibus, quadratam numquam [210] Celebre fanum habet Veneris Paphos, in cuius quandam aream non inpluit, item in Nea, oppido Troadis, circa simulacrum Minervae; in eodem et relicta sacrificia non putrescunt |
Alcune isole fluttuano sempre, come nel territorio Cecubo e nello stesso Reatino, in quello di Modena, di Statonia, sul lago di Vadimone, presso le acque di Cotilia un bosco scuro, che mai di giorno e di notte è visto nello stesso luogo, in Lidia quelle che sono chiamate Calamine, spinte non solo dai venti, ma anche dalle pertiche dove si voglia, salvezza di molti cittadini durante la guerra mitridatica Ce ne sono piccole anche nel Ninfeo, dette Saliari, poiché al suono della musica si muovono secondo le battute dei piedi che portano il tempo Sul grande lago d'Italia di Tarquinia due portano in giro i boschi, formando nell'insieme con i venti che spingono, ora una figura triangolare, ora rotonda, mai quadrata [210] Pafo ha un celebre tempio di Venere, in una cui certa area non piove, ugualmente a Nea, città della Troade, intorno alla statua di Minerva; nello stesso luogo anche i resti dei sacrifici non si corrompono |