Qui fit, Maecenas, ut nemo, quam sibi sortem seu ratio dederit seu fors obiecerit, illa contentus vivat, laudet diversa sequentis | Com' è, Mecenate, che nessuno vive contento del lavoro che si è scelto o che gli è capitato per caso e loda invece chi ne fa uno diverso |
'o fortunati mercatores' gravis annis miles ait, multo iam fractus membra labore; [5] contra mercator navim iactantibus Austris:'militia est potior | Fortunati i mercanti dice il soldato appesantito dagli anni, già affaticato dal lungo lavoro; [5] il mercante, di contro, quando i venti del sud colpiscono la nave, è meglio l'esercito |
quid enim | Che infatti |
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Orazio, Satire: Libro 01, Satira 04
Latino: dall'autore Orazio, opera Satire parte Libro 01, Satira 04
concurritur: horae momento cita mors venit aut victoria laeta | Si corre all'assalto: in un momento giunge una morte rapida o una lieta vittoria |
' agricolam laudat iuris legumque peritus, sub galli cantum consultor ubi ostia pulsat; [10] ille, datis vadibus qui rure extractus in urbem est, solos felicis viventis clamat in urbe | ; l'avvocato invidia il contadino, quando un cliente bussa alla porta prima del canto del gallo; [10] quello, che è trascinato in città dalla campagna, data la cauzione, dice che sono felici solo quelli che vivono in città |
cetera de genere hoc adeo sunt multa loquacem delassare valent Fabium; ne te morer, audi, quo rem deducam; si quis deus 'en ego' dicat [15] 'iam faciam quod voltis: eris tu, qui modo miles, mercator; tu, consultus modo, rusticus: hinc vos, vos hinc mutatis discedite partibus; eia, quid statis | altri esempi di questo genere - e sono molti - riescono a stancare un chiacchierone come Fabio; per non intrattenerti, ascolta dove voglio arrivare; se qualche dio dicesse: [15] dunque io farò certo ciò che volete: tu che eri soldato sarai mercante e tu, avvocato, contadino: scambiate i mestieri e andate; voi di qua, voi di là; perché vi state |
' nolint: atqui licet esse beatis | Non vogliono: eppure potrebbero essere felici |
quid causae est, merito quin illis Iuppiter ambas [20] iratus buccas inflet neque se fore posthac tam facilem dicat, votis ut praebeat aurem | Per quale motivo Giove, [20] adirato giustamente con loro, non gonfierebbe le guance e non direbbe che da ora in poi non sarà tanto facile affinché ascolti i desideri |
praeterea, ne sic ut qui iocularia ridens percurram: quamquam ridentem dicere verum quid vetat | Inoltre, affinché io non continui come un comico, sebbene chi vieta di dire il vero scherzando |
ut pueris olim dant crustula blandi[25] doctores, elementa velint ut discere prima: sed tamen amoto quaeramus seria ludo: ille gravem duro terram qui vertit aratro, perfidus hic caupo, miles nautaeque, per omne audaces mare qui currunt, hac mente laborem [30] sese ferre, senes ut in otia tuta recedant, aiunt, cum sibi sint congesta cibaria: sicut parvola nam exemplo est magni formica laboris ore trahit quodcumque potest atque addit acervo quem struit, haud ignara ac non incauta futuri | Anche i maestri talvolta danno i dolci ai fanciulli [25] affinché vogliano imparare i primi rudimenti, ma tuttavia, lasciato lo scherzo, veniamo alle cose serie: colui che con il duro aratro rivolta la pesante terra, questo oste imbroglione, il soldato e i marinai coraggiosi che percorrono tutti i mari, dicono che sopportano le loro fatiche con questo scopo, [30] di ritirarsi da vecchi in un riposo tranquillo, una volta che si siano procurati il necessario: così la formichina - infatti vi è l'esempio - grande lavoratrice, trascina con la bocca tutto ciò che può e l'aggiunge al mucchio che tira su, non ignara e non incauta del futuro |