Nel cimitero di Père-Lachaise in un angolo del muro di cinta c'è una lapide in cui c'è scritto in francese " ai morti de La Comune ". In quel muro il 27 maggio 1871 l'esercito francese fucilò 147 tra uomini e donne, seppellendoli in fosse comuni. La settimana dal 21 al 28 maggio 1871 verrà ricordata come "la settimana di sangue".
Le vittime si erano organizzate per difendersi con barricate nel tentativo di bloccare l'avanzata dell'esercito governativo in città. Una Parigi che si era ribellata e rifiutava di riconoscere l'autorità. Numeri certi dei morti non ci sono, non meno di 8.000 vittime, probabilmente di più. Una sola settimana di sangue e la rivolta fu soffocata.
Il conflitto era durato circa 2 mesi ma il bagno di sangue si verificò negli ultimi 7 giorni. Fucilazioni si verificano da entrambi i fronti.
Dopo un mese e mezzo di lotta in periferia, il governo da l'assalto al centro di Parigi. Barricate si oppongono all'avanzata inutilmente e i soldati governativi mettono al muro gli sconfitti e li fucilano. I rappresentati della Comuna risponderanno fucilando l'arcivescovo di Parigi.
Ma come si arriva a questa strage?
Il 19 luglio del 1870 l'imperatore Napoleone III dichiara guerra alla Prussia. Uno scontro diplomatico che non si è riuscito a risolvere ha portato alla dichiarazione di guerra. La Spagna è senza un re e bisogna trovarne un altro. La Prussia propone un principe tedesco ma la Francia trova la candidatura offensiva. Il cancelliere Bismarck non indietreggia dalla sua posizione iniziale e l'accordo non si trova.
La potenza prussiana è troppo forte per i francesi e quando cominciano i primi scontri ecco che in Francia arrivano anche le prime notizie di sconfitte. L'imperatore è al fronte ma la gente scende in piazza per protestare contro il governo gridando "viva la Repubblica"Maybe you might be interested

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Il 2 settembre Napoleone III viene circondato a Sedan e fatto prigioniero. Il giorno dopo la notizia arriva a Parigi dove la folla si accalca nelle edicole aspettando i giornali e uomini sotto i lampioni a gas nelle piazze colme, ascoltano uno di loro leggere le notizie.
Il 4 settembre il popolo parigino marcia sul municipio e proclama la Repubblica. Vengono scalpellate tutte le N di Napoleone e l'imperatrice Eugenia fugge da Parigi. C'è aria di euforia e si canta la marsigliese. Ma nel resto del paese cosa succede? La penseranno come i parigini? Storicamente i rapporti tra la capitale e la Francia profonda sono pessimi. Sempre distanti. Parigi è repubblicana ma la Francia profonda è monarchica, cattolica, conservatrice. I repubblicani hanno in comune una concenzione laica ma anche i repubblicani al loro interno sono divisi. C'è la borghesia moderata o borghesia conservatrice e dall'altra parte ci sono "i rossi", i sovversivi dei quartieri operai.Gli operai a Parigi dall'ultimo censimento risultano essere mezzo milione e il loro orario di lavoro è di 11 ore. I salari sono bassi e la classe operaia vive in povertà. I quartieri nell'est sono ammassati e la polizia non si fa vedere da quelle parti. Poichè Napoleone III aveva concesso la libertà di associazione, gli operai cominciano a riunirsi per parlare di politica e di diritti. Si organizzano con dei portavoce e istituiscono comitati di vigilanza. Sono anche armati e legalmente per giunta.
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LA GUARDIA NAZIONALE
L'istituzione chiamata guardia nazionale nel 1870 era un associazione di volontari armati dal governo. Una tipica organizzazione borghese che cerca di mantenere l'ordine pubblico. Quando scoppia la guerra con la Prussia viene reclutata quanta più gente possibile. Gli operai, che vengono lincenziati in massa dalla crisi, decidono di arruolarsi. In pochi giorni si arriva a 300.000 iscritti con divisa e fucile. Questi operai ora soldati, si eleggono i loro ufficiali e la borghesia comincia a spaventarsi chiedendosi se conviene armare gli operai.
Nonostante la cattura dell'imperatore, la Prussia continua l'avanzata e il nuovo governo vuole trattare la resa.
Parigi si prepara all'assedio. Le pecore e le mandrie di bovini vengono spostati dalle campagne ai parchi della città. Si scavano fosse comuni in preparazione e i ricchi scappano. Arrivano giornalisti da tutta Europa per raccontare l'assedio e anche turisti per concedersi lo spettacolo. Alcuni annunci dell'epoca sono stati ritrovati: "appartamenti a prova di bomba con rifugio sotterraneo per i signori inglesi che desiderano assistere all'assedio di Parigi".
il 19 settembre i prussiani sono alle porte della città. Il ministro degli esteri francese chiede a Bismarck le condizioni della resa, che si rivelano durissime. La Francia deve cedere due intere regioni di confine, Alsazia e Lorena. L'accordo non si trova.
In città si mangiano cani e gatti venduti nelle apposite macellerie canine e feline. Si mangiano i topi ed elefanti e cammelli dello zoo. Nei mesi dell'assedio l'anagrafe regista 42.000 morti in più rispetto all'anno precedente. Muoiono i bambini che non hanno latte. A dicembre il freddo è glaciale, la Senna gela per 3 settimane. I prussiani fuori aspettano fino al 5 gennaio quando, dopo 4 mesi, cominciano a bombardare
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Le masse operaie vogliono resistere a tutti i costi e il 6 Gennaio 1871 un manifesto proclama la Costituzione della Comuna di Parigi. Parigi diventa un comune autonomo e si governa da sola. La repubblica francese sarà una federazione di comuni, ognuno autonomo. I borghesi non capiscono se devono avere più paura dei prussiani o dei rossi.
Intanto il 18 Gennaio a Versailles, il governo della Francia accetta la resa e le condizioni di Bismarck. Il ministro degli esteri francese, teme la reazione del popolo di Parigi e chiede supporto al cancelliere tedesco per il disarmo della guardia nazionale. Bismarck non intende farsi coinvolgere in questioni che non lo riguardano.
Il 28 Gennaio viene firmato l'armistizio. A breve ci saranno le elezioni e il nuovo Parlamento deciderà se accordarsi per una pace o continuare a fare la guerra. Parigi affamata non reagisce e vengono consegnati i primi viveri da associazioni private, inglesi soprattutto.
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L'assedio è finito. Vanno via i giornalisti e i turisti che erano arrivati per l'occasione. La città è affamata, rasa al suolo e al freddo. Vanno via anche quei borghesi della guardia nazionale che ancora erano fedeli al governo. 8 Febbraio ci sono le elezioni per il nuovo Parlamento mentre 1/3 del territorio è occupato dal nemico. Centinaia di migliaia di soldati prigionieri di guerra non votano. Il tema della campagna elettorale è un solo. Si chiede al popolo se vuole la pace o la guerra.
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il 17 Febbraio viene formato il governo e il presidente è Adolphe Thiers. La nomina non viene presa bene a Parigi perchè Thiers è un borghese. Alla notizia la guardia nazionale sfila a Parigi con le bandiere a lutto. Il 26 Febbraio il primo ministro firma il trattato di pace garantendo che il nemico non sarebbe entrato a Parigi. I prussiani al contrario impongono una sfilata della vittoria sotto l'arco di Trionfo e la faranno il 1 marzo. Dopo 2 giorni i prussiani escono da Parigi