Un immagine che crea angoscia. La risistemazione anatomica prevede i seni reinventati come occhi assenti, il naso rappresentato da un ombelico e la vagina con la sua peluria a formare la bocca. I capelli, mossi, non sono stati reinventati, espletando il loro compito naturale.
Magritte ci parla delle stupro e del suo impegno per denunciarne l'atto vile. La donna viene mostrata così come può vederla il suo potenziale carnefice. Lui vuole solo lasciarsi andare ai suoi istinti perversi e soddisfarli. La donna è solo un oggetto femminile agli occhi dello stupratore quindi sono le parti femminili più intime vengono visualizzate. Magritte guarda attraverso il volto dell'aggressore cogliendo una visione distorta, dove il cielo sereno stride profondamente con il messaggio drammatico portato a condanna.
La donna non ha una specifica individualità ma ricondotta alla semplice logica delle sue caratteristiche fisiche che ne fanno una potenziale vittima se chi la guarda è un aggressore. Tutte le vittime del mondo sono qui rappresentate, in un opera che invita a riflettere su quanto l'uomo sa essere privo di logica e autocontrollo.
Per certi uomini, l'apparenza conta più del resto, questa la verità sconcertante. La psiche della donna viene violata, non solo il suo corpo offeso e maltrattato. Ne deriva un amara verità di conseguenze psicologiche inimmaginabili per lei, forse irreparabili. Lo stupro uccide l'anima della donna ed esalta la follia dell'uomo