Itaque, praeterquam quod in potestate Romanorum sese insulamque totam et templum cernebant esse, ne inmerito quidem ea sibi exprobrari rati, Theondan, qui summus magistratus apud eos eratregem ipsi appellant, ad Persea mittunt, qui nuntiaret argui caedis Evandrum Cretensem; esse autem iudicia apud sese more maiorum conparata de iis, qui incestas manus intulisse intra terminos sacratos templi dicantur; si confideret Evander innoxium se rei capitalis argui, veniret ad causam dicendam; si committere se iudicio non auderet, liberaret religione templum ac sibimet ipse consuleret Perseus sevocato Evandro iudicium subeundi nullo pacto r esse: nec causa nec gratia parem fore Suberat et ille metus, ne damnatus auctorem se nefandi facinoris protraheret |
E così, oltre al fatto di vedere se stessi, l'intera isola e il tempio in potere dei Romani, quegli abitanti, convinti di non esser fatti segno a quel l'accusa senza fondamento, inviano Teonda, il loro supremo magistrato - essi gli danno il nome di re - presso Perseo ad annunziargli che Evandro da Creta era accusato di assassinio: e che sempre presso di loro erano stati istruiti processi, per antica tradizione, a quanti avessero fama di essersi introdotti nei penetrali del tempio con mani impure; se Evandro aveva fiducia di essere accusato, innocente, di delitto capitale, venisse a discolparsi; se non aveva il coraggio di sottoporsi al processo, doveva sgombrare dal tempio liberan dolo dalla sua presenza sacrilega e provvedere da sé ai casi suoi Perseo, chiamato in disparte Evandro, lo a non sottoporsi in nessun caso al processo: non sarebbe riu scito a tener testa alla situazione né per il capo di imputazio ne né per il favore dei giudici Gli si era insinuato nell'animo anche il terrore che, una volta condannato, lo rivelasse man dante di quell'empio attentato |
Reliqui quid esse, nisi ut fortiter moriatur Nihil palam abnuere Evander; sed cum veneno se malle mori quam ferro dixisset, occulte fugam parabat Quod cum renuntiatum regi esset, metuens, ne tamquam a se subtracto poenae reo iram Samothracum in se converteret, interfici Evandrum iussit Qua perpetrata temere caede subit extemplo animum, in se nimirum receptam labem, quae Evandri fuisset; ab illo Delphis volneratum Eumenen, ab se Samothracae Evandrum occisum; ita duo sanctissima in terris templa se uno auctore sanguine humano violata Huius rei crimen corrupto pecunia Theonda avertit, ut renuntiaret populo Evandrum sibi ipsum mortem conscisse |
Che cos'altro gli rimaneva se non di morire da forte Evandro a parole consentiva a tutto; ma dicendo di preferire la morte per veleno a quella di spada, segretamente si preparava a fuggire Quando fu rive lato al re questo suo disegno, egli temendo di volgere con tro di sé lo sdegno dei Samotraci, quasi avesse sottrat to l'accusato alla giusta punizione, fa uccidere Evandro Compiuto sventatamente questo assassinio, subito lo assalse il pensiero di aver senz'altro attirato su di sé la infamia che sarebbe stata di Evandro; questi aveva ferito a Delfi Eumene ed egli ucciso a Samotracia Evandro; così i due più augusti templi del mondo erano stati contaminati da sangue umano per istigazione di lui solo Stornò dal suo capo l'accusa di questo misfatto corrompendo con denaro Teonda perché rivelasse al popolo che Evandro di sua mano si era dato la morte |
[6] Ceterum tanto facinore in unicum relictum amicum admisso, per tot casus expertum proditumque, quia non prodiderat, omnium ab se abalienavit animos Pro se quisque transire ad Romanos; fugaeque consilium capere solum prope relictum coegerunt; Oroandem que Cretensem, cui nota Threciae ora erat, quia mercaturas in ea regione fecerat, appellat, ut se sublatum lembum ad Cotym deveheret Demetrium est portus in promunturio quodam Samothracae; ibi lembus stabat Sub occasum solis deferuntur, quae ad usum necessaria erant; defertur et pecunia, quanta clam deferri poterat Rex ipse nocte media cum tribus consciis fugae posticum aedium in propincum cubiculo hortum atque inde maceriam aegre transgressus ad mare pervenit |
[6] Senonché, consumato questo orrendo delitto contro il più fedele amico che gli rimaneva, provato in tante circo stanze e per questo solo tradito, perché non ne era mai stato tradito, si alienò le generali simpatie Ciascuno per proprio conto passava dalla parte dei Romani: e lo costrinsero, rimasto ormai solo, a prender la decisione di fuggire; alla fine si rivolge ad Oroande di Creta, buon conoscitore della costa della Tracia per i traffici che vi aveva svolti, pregandolo di prenderlo a bordo con sé una nave veloce e di portarlo presso Coti Demetrio è un porto situato in uno dei promontori di Samotracia: qui era pronto un naviglio Verso il tramonto vi viene traspor tato tutto ciò che era indispensabile per vivere; vi si tra sporta anche il denaro, tutto quello che si poté in segre tezza Anche il re nel cuor della notte insieme con tre complici della fuga, passando porticina sul rovescio della casa in un giardino adiacente alla sua stanza da letto e di qui con difficoltà riuscito a superare il muretto di recinzione, giunse presso il mare |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 13 - 24
Oroandes tantum , dum pecunia deferretur, primis tenebris solverat navem ac per altum Cretam petebat Postquam in portu navis non inventa est, vagatus Perseus aliquamdiu in litore, postremo timens lucem iam adpropinquantem, in hospitium redire non ausus in latere templi prope angulum obscurum delituit Pueri regii apud Macedonas vocabantur principum liberi ad ministerium electi regis; ea cohors persecuta regem fugientem ne tum quidem abscedebat, donec iussu Cn Octavi pronuntiatum est per praeconem regios pueros Macedonasque alios, qui Samothracae essent, si transirent ad Romanos, incolumitatem libertatemque et sua omnia servaturos, aut secum haberent aut in Macedonia reliquissent Ad hanc vocem transitio omnium facta est, nominaque dabant ad C Postumium tribunum militum |
Ma Oroande il tempo necessario per il trasporto del tesoro, sul far delle tenebre, ne era salpato e veleggiava per l'alto mare in direzione di Creta Quando Perseo non trovò la nave nel porto, andò vagando per un po' sulla spiaggia, alla fine temendo l'avvicinarsi della luce del giorno, non osò far ritorno nella casa che lo aveva ospitato, ma rimase nascosto presso una parete del tempio in un angolo semioscuro Paggi del re eran chiamati presso i Macedoni i figli dei più alti funzionari, scelti per prestargli servigi; questa schiera, che aveva accompagnato il re nella fuga, neppure allora se ne allontanava, finché per ordine di Cn Ottavio il banditore annunciò che i paggi del re e gli altri Macedoni, che si trovavano a Samotracia, se fossero passati dalla parte dei Romani, avrebbero conservato l'incolumità personale, la libertà e tutti gli averi, portavano con sé o avevano lasciato in Macedonia A questo bando passarono in massa e ciascuno dava il proprio nome al tribuno militare G Postumio |
Liberos quoque parvos regios Ion Thessalonicensis Octavio tradidit, nec quisquam praeter Philippum, maximum natu e filiis, cum rege relictus Tum sese filiumque Octavio tradidit, fortunam deosque, quorum templo erat, nulla ope supplicem iuvantis accusans In praetoriam navem inponi iussus, eodem et pecunia, quae superfuit, delata est; extemploque classis Amphipolim repetit Inde Octavius regem in castra ad consulem misit praemissis litteris, ut in potestate eum esse et adduci sciret [7] Secundam eam Paulus, sicut erat, victoriam ratus victimas cecidit eo nuntio, et consilio advocato praetoris cum recitasset, Q Aelium Tuberonem obviam regi misit, ceteros manere in praetorio frequentis iussit Non alias ad ullum spectaculum tanta multitudo occurrit |
Anche i figlioletti del re Ione di Tessalonica consegnò ad Ottavio e così nessuno rimase al fianco del re, tranne Filippo, il suo primogenito A questo punto anch'egli consegnò se stesso e il figlio ad Ottavio, accusando la fortuna e gli dei, cui tempio si trovava, che in nessun modo avevan risposto alle sue implorazioni di aiuto Invitato a salire sulla nave del pretore, vi fu imbar cato anche quanto restava del suo tesoro; e subito la flotta di nuovo fece rotta verso Amfipoli Di lì Ottavio inviò il re al console negli accampamenti, facendolo precedere da una lettera, in cui si informava che Perseo si trovava nelle sue mani e veniva condotto presso di lui [7] Paolo considerando questo fatto una seconda vittoria - come era in realtà - a quella notizia immolò vittime e convocato il consiglio di guerra, dopo aver letto del pretore, inviò incontro al re Q Elio Tube rone, mentre invitò tutti gli altri a restare nella sua tenda in buon numero Mai altre volte così gran folla si fece incontro ad altro spettacolo |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 04 - 07
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 04 - 07
Patrum aetate Syphax rex captus in castra Romana adductus erat; praeterquam quod nec sua nec gentis fama conparandus, ~tunc quod accessio Punici belli fuerat, sicut Gentius Macedonici: Perseus caput belli erat, nec ipsius tantum patris avique , quos sanguine et genere contingebat, fama conspectum eum efficiebat, sed effulgebant Philippus ac magnus Alexander, qui summum inperium in orbe terrarum Macedonum fecerant Pullo amictu filio Perseus ingressus est castra nullo suorum alio comite, qui socius calamitatis miserabiliorem eum faceret Progredi prae turba occurrentium ad spectaculum non poterat, donec a consule lictores missi sunt, qui summoto iter ad praetorium facerent |
Una generazione avanti il re Siface prigioniero era stato condotto nel campo romano; oltre che non confrontabile per la notorietà della persona e del suo popolo, in quel caso si era trattato di un'appendice della guerra punica, come ora Genzio costituiva l'appendice di quella macedonia: Perseo era l'obiettivo principale della guerra, né soltanto lo rendevano insigne la fama di suo padre, dell'avo ai quali era legato da rapporti di sangue o di discendenza, ma rifulgevano in lui Filippo ed Alessandro Magno, che avevano dato ai Macedoni l'impero più grande del mondo In veste scura e figlio Perseo fece ingresso nel campo, senza che altri lo accompagnasse e condividendone la sventura potesse renderlo più degno di compassione Per la folla che accor reva a vederlo non poteva procedere, finché il console inviò i littori e questi, fatto largo, gli aprirono la strada verso la tenda del comandante |
Consurrexit consul [et] iussis sedere aliis progressusque paulum introeunti regi dextram porrexit summittentemque se ad pedes sustulit nec attingere genua passus introductum in tabernaculum adversus advocatos in consilium considere iussit [8] Prima percontatio fuit, qua subactus iniuria contra populum Romanum bellum tam infesto animo suscepisset, quo se regnumque suum ad ultimum discrimen adduceret |
Si alzò in piedi il console invitando gli altri a restare seduti e facendosi un poco avanti tese la destra al re, che stava entrando; ma poiché cercava di gettarsi ai suoi piedi, lo tirò su né permise che gli abbracciasse le ginocchia; introdotto nella tenda lo fece sedere di fronte agli uomini convocati a consiglio [8] La prima domanda fu da quale mai torto fosse stato spinto a intraprendere con animo così ostile contro il popolo Romano una guerra per cui effetto lui ed il suo regno erano ridotti allo stremo |
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Cum responsum expectantibus cunctis terram intuens diu tacitus fleret, rursus consul: 'si iuvenis regnum accepisses, minus equidem mirarer ignorasse te, quam gravis aut amicus aut inimicus esset populus Romanus; nunc vero, cum et bello patris tui, quod nobiscum gessit, interfuisses, et pacis postea, quam cum summa fide adversus eum coluimus, meminisses, consilium, quorum et vim bello et fidem in pace expertus esses, cum iis tibi bellum esse quam pacem malle Nec interrogatus nec accusatus cum responderet, 'utcumque tamen haec, sive errore humano seu casu seu necessitate inciderunt, bonum animum habe Multorum regum populorum casibus cognita populi Romani clementia non modo spem tibi, sed prope certam fiduciam salutis praebet |
Nella generale attesa della risposta, poiché guardando a terra continuava a pian gere a lungo, senza dire parola, il console riprese: e se avessi ottenuto il regno in età giovanile, certo meno mi stupirei che tu non sapessi quale potente amico o irresistibile avversario è il popolo Romano; ma invece, avendo partecipato alla guerra che tuo padre fece contro di noi, e poi ricordandoti della pace che osservammo con estrema lealtà verso di lui, il tuo proposito di pre ferire la guerra alla pace con un popolo, di cui avevi spe rimentato la forza guerra e la lealtà nella pace Poiché non rispondeva né alle domande né alle accu se, continuò: o tuttavia, comunque ciò sia avvenuto, o per umano errore, o per caso, o per fatalità, fatti coraggio La clemenza del popolo Romano, sperimentata nella sventura di molti re di molti popoli, non solo speranza, ma poco meno che sicura fiducia ti offre di aver salva la vita |
Haec Graeco sermone Perseo; Latine deinde suis 'exemplum insigne cernitis' inquit 'mutationis rerum humanarum Vobis hoc praecipue dico, iuvenes Ideo in secundis rebus nihil in quemquam superbe ac violenter consulere decet nec praesenti credere fortunae, cum, quid vesper ferat, incertum sit Is demum vir erit, cuius animum neque prosperae flatu suo efferent nec adversae infringent Consilio dimisso tuendi cura regis Q Aelio mandatur Eo die et invitatus ad consulem Perseus et alius omnis ei honos habitus est, qui haberi in tali fortuna poterat Exercitus deinde in hiberna dimissus est [9] Maximam partem copiarum Amphipolis, reliquas propinquae urbes acceperunt |
Questo disse in greco rivolto a Perseo; in latino poi volgendosi ai suoi: avete disse memora bile esempio del mutare delle vicende umane Lo dico soprat tutto a voi, giovani Perciò nella buona sorte non con viene infierire con brutalità e tracotanza contro nessuno, né affidarsi alla fortuna del momento, non essendo sicuri di che cosa ci riserbi la sera Vero uomo sarà insomma colui, il cui animo non si lascerà innalzare dal soffio della buona , né fiaccare dalle avversità Congedato il consiglio vien dato incarico a Q Elio della custodia del re Quel giorno Perseo e fu invitato a cena nella tenda del console e trattato con ogni altro onore compatibile con la sua condizione Poi l'esercito fu distribuito negli allog giamenti invernali [9] La massima parte delle truppe accolse Amfipolì, il resto le altre città vicine |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 51-63
Hic finis belli, cum quadriennium continuum bellatum esset, inter Romanos ac Persea fuit idemque finis incluti per Europae plerumque atque Asiam omnem regni Vicensimum ab Carano, qui primus regnabat, Persea numerabant Perseus Q Fulvio Manlio consulibus regnum accepit, a senatu rex est appellatus M Iunio A Manlio consulibus; regnavit undecim annos Macedonum obscura admodum fama usque ad Philippum, Amyntae filium, fuit; inde ac per eum crescere cum coepisset, Europae se tamen finibus continuit, Graeciam omnem et partem Threciae atque Illyrici amplexa Superfudit deinde se in Asiam, et tredecim annis, quibus Alexander regnavit, primum omnia, qua Persarum prope inmenso spatio imperium fuerat, suae dicionis fecit; Arabas hinc Indiamque, qua terrarum ultumos finis rubrum mare amplectitur, peragravit |
Questa fu la fine della guerra dei Romani con Perseo, durata quattro anni ininter rotti e nello stesso tempo la fine di un regno famoso che si estendeva per gran parte dell'Europa e tutta l'Asia Ventesimo successore di Carano, il fondatore della dinastia, enumeravano Perseo Questi sotto i consoli Q Fulvio, L> Manlio salì al trono, ricevette dal senato il titolo di re sotto i consoli M Giunio e A Manlio; fu re per undici anni dei Macedoni fu di fama assai oscura sino a Filippo, figlio di Aminta; poi e per suo merito pur avendo cominciato ad espandersi, si mantenne tuttavia entro i territori dell'Europa, comprendendo tutta la Gre cia e parte della Tracia e dell'Illirico Poi dilagò in Asia e nei tredici anni del regno di Alessandro, dapprima sottomise tutta la regione per cui si era esteso con ampiezza poco meno che incommensurabile l'impero persiano; di qui si diffuse tra gli Arabi e gli Indi, dove il mar Rosso avvolge gli estremi confini del mondo |