Danae e la pioggia di monete d’oro - Tiziano

Danae e la pioggia di monete d’oro - Tiziano

nel volto della bella eroina del mito di Danae, prescelta da Zeus per essere una delle sue spose terrene, forse è raffigurato il ritratto di una delle donne frequentate dal cardinale Farnese

ma in tal contesto, il motivo della pioggia di monete d'oro, che la critica ha ritenuto il risultato di un originale invenzione del pittore per richiamare i comportamenti disinibiti del Cardinale, uso a frequentare le cortigiane, è invece descritto dalla fonte letteraria cui probabilmente Tiziano attinse per illustrare la scena mitologica

Tra le vittime di Zeus colpisce la tripla violenza a cui è soggetta Danae: da parte di Zeus; poi per la reazione di suo padre al fatto compiuto; e infine per l'immagine che gli artisti mi hanno divulgato.

La sua storia ci è giunta con i racconti di Apollodoro e di Igino con qualche variante, e poi attraverso Ovidio. Danae era una giovane principessa; Il padre Acrisio, re di Argo, terrorizzato da un vaticinio per cui sarebbe stato ucciso da un nipote, decise di rinchiudere la figlia in una torre senza porte né finestre. Ma niente può fermare Zeus quando appare accecato dal desiderio. Cosa che puntualmente accade; invaghito della bella Danae, il dio dalle molte forme si mutò in una pioggia d'oro, riuscì così a penetrare attraverso le fessure delle pareti nella prigione e si congiunge alla fanciulla.

Danae detta alla luce un piccolo, Perseo; il padre chiuse madre e figlio in una cassa e li gettò in mare. Dopo un viaggio travagliato la cassa si arrenò su una spiaggia di Serifos, dove mamma e il figlio, illesi, vennero raccolti dal re del luogo, Perseo divenne poi un eroe, uccisore di medusa e salvatore di Andromaca, ma il destino non perdona. Durante una gara di atletica finì per colpire accidentalmente proprio il nonno, Acrisio, uccidendolo.

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