' Ea communis poena stultitiae est; omnibus enim, quorum mens abhorret a ratione, semper aliqui talis terror impendet | Questansia è comunque alla stoltezza; a tutti quelli la cui mente si allontana dalla razionalità sempre pende una paura del genere |
[36] Atque ut haec tabificae mentis perturbationes sunt, aegritudinem dico et metum, sic hilariores illae, cupiditas avide semper aliquid expetens et inanis alacritas, id est laetitia gestiens, non multum differunt ab amentia | [36] E sono turbamenti tanto queste, deprimenti per la mente, dico, la sofferenza e il timore, tanto quelle più allegre, il desiderio che ambisce sempre a qualcosa e un vano attivismo, cioè una gioia smaniosa, non differiscono molto dalla follia |
Ex quo intellegitur, qualis ille sit, quem tum moderatum, alias modestum temperantem, alias constantem continentemque dicimus; non numquam haec eadem vocabula ad frugalitatis nomen tamquam ad caput referre volumus | Da ciò si intuisce che tipo sia quello che definiamo certe volte moderato, altre modesto e temperante, altre costante e parco; qualche volta vogliamo riferire queste stesse parole al nome del piacere quanto alla sua origine |
Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 01-10
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 01-10
Quodnisi eo nomine virtutes continerentur, numquam ita pervolgatum illud esset, ut iam proverbio locum optineret, 'hominem frugi omnia recte facere' | E se le virtù non fossero comprese in questa denominazione giammai sarebbe stato divulgato questo che ha ormai ottenuto valore di proverbio, che luomo frugale fa tutte le cose bene |
Quod idem cum Stoici de sapiente dicunt, nimis admirabiliter nimisque magnifice dicere videntur | E sembra che tutto ciò che gli Stoici dicono riguardo al sapiente, lo dicono in maniera troppo ammirabile e stupenda |
Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 274-332
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 274-332
[XVII] [37] Ergo, hic, quisquis est qui moderatione et constantia quietus animo est sibique ipse placatus, ut nec tabescat molestiis nec frangatur timore nec sitienter quid expetens ardeat desiderio nec alacritate futili gestiens deliquescat, is est sapiens quem quaerimus, is est beatus, cui nihil humanarum rerum aut intolerabile ad demittendum animum aut nimis laetabile ad ecferendum videri potest | [XVII] [37] Dunque, costui, chiunque sia che è tranquillo nellanimo con moderazione e coerenza ed è pago di se stesso tanto da non atterrirsi ai fastidi né spezzarsi per il timore né arda di qualcosa che cerca come un assetato per il desiderio, né si sciolga impazzendo di folle gioia, quello è il sapiente che cerchiamo, è un beato quello a cui niente fra le cose umane può sembrare intollerabile per scoraggiare l0animo, o troppo felice per esaltarlo |
Quid enim videatur ei magnum in rebus humanis, cui aeternitas omnis totiusque mundi nota sit magnitudo | Infatti che cosa può sembrare grande nelle situazioni umane a uno a cui sia nota leternità ed ogni grandezza di tutto il mondo |
Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 101-110
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 101-110
Nam quid aut in studiis humanis aut in tam exigua brevitate vitae magnum sapienti videri potest, qui semper animo sic excubat, ut ei nihil inprovisum accidere possit, nihil inopinatum, nihil omnino novum | Infatti nelle preoccupazioni umane o in una così rapida brevità della vita che cosa può sembrare grande ad un sapiente che sempre vigila nellanimo al punto che niente possa accadergli di improvviso, niente di insperato, assolutamente niente di nuovo |
[38] Atque idem ita acrem in omnis partis aciem intendit, ut semper videat sedem sibi ac locum sine molestia atque angore vivendi, ut, quemcumque casum fortuna invexerit, hunc apte et quiete ferat | [38] E lui si trova nella guerra di ogni cosa così attento che vede per sé sempre un posto o un luogo dove vivere senza fastidio o tristezza, perché sopporti in maniera adeguata e tranquilla qualunque situazione la sorte gli abbia inviato |
Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 11-20
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 11-20
Quod qui faciet, non aegritudine solum vacabit, sed etiam perturbationibus reliquis omnibus | E ciò che quello farà, sono sarà solo privo di tristezza, ma anche di tutti gli altri turbamenti |