Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 34-64

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 34-64

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 03; 34-64
[34] Omnis autem perturbationes animi morbos philosophi appellant negantque stultum quemquam his morbis vacare [34] Inoltre i filosofi chiamano malattie tutte le perturbazioni dellanima e negano che qualche stolto sia privo di queste malattie
[35] Qui autem in morbo sunt, sani non sunt, et omnium insipientium animi in morbo sunt; omnes insipientes igitur insaniunt [35] Ma coloro che sono in preda alla malattia, non sono sani, e le anima di tutti i non sapienti sono in preda alla malattia; dunque tutti i non sapienti sono insani
[36] Sanitatem enim animorum positam in tranquillitate quadam constantiaque censebant; his rebus mentem vacuam appellarunt insaniam, propterea quod in perturbato animo sicut in corpore sanitas esse non posset [36] Infatti i nostri antenati ritenevano che la salute dellanima consistesse nella tranquillità e nellequilibrio; denominarono lo spirito privo di queste caratteristiche insania, perché in unanima sconvolta come in un corpo malato, non può esserci la salute

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 02; 01-41

[37] Nec minus illud acute, quod animi adfectionem lumine mentis carentem nominaverunt amentiam eademque dementiam [37] Non è meno profonda lintuizione per cui chiamarono assenza di ragione ed anche demenza la condizione dellanima priva della luce della ragione
[38] Ex quo intellegendum est eos qui haec rebus nomina posuerunt sensisse hoc idem quod a Socrate acceptum diligenter Stoici retinuerunt, omnis insipientes esse non sanos [38] Da ciò bisogna dedurre che coloro che adoperarono tali denominazioni per questi concetti avevano la stessa concezione della realtà che gli Stoici derivavano da Socrate e conservarono fedelmente, cioè che non tutti i non sapienti sono non sani

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 04; 31-40

[39] Qui est enim animus in aliquo morbo (morbos autem hos perturbatos motus, ut modo dixi, philosophi appellant), non magis est sanus quam id corpus quod in morbo est [39] Infatti lanima che è in preda a qualche malattia (come ho detto ora, daltronde, i filosofi chiamano malattie questi moti disordinati), non è più sana del corpo che è in preda a qualche malattia
[40] Ita fit ut sapientia sanitas sit animi, insipientia autem quasi insanitas quaedam, quae est insania eademque dementia; multoque melius haec notata sunt verbis Latinis quam Graecis, quod aliis quoque multis locis reperietur [40] Ne consegue che la sapienza è la salute dellanima, mentre la stoltezza è, per così dire, la mancanza di salute, cioè linsania e la demenza stessa; e questi concetti hanno trovato una definizione molto migliore in latino piuttosto che in greco, e questo fatto si riscontrerà anche in molti altri casi

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[41] Sed id alias, nunc, quod instat [41] Ma di questo parleremo unaltra volta, ora discutiamo di ciò che ci interessa
[42] Totum igitur, id quod quaerimus, quid et quale sit, verbi vis ipsa declarat [42] Dunque il significato stesso della parola mette in evidenza la natura e gli aspetti dellintero problema di cui ci occupiamo

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[43] Eos enim sanos quoniam intellegi necesse est, quorum mens motu quasi morbo perturbata nullo sit, qui contra adfecti sint, hos insanos appellari necesse est [43] Infatti poiché è necessario che siano considerati sani coloro la cui mente non sia turbata da quasi nessuna emozione, coloro che si trovano nella situazione contraria devono essere definiti insani
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