Charles Baudelaire- L’Albatro

Charles Baudelaire- L’Albatro

Questo ingenuo bambino ancora una volta propone una poesia, lascia il passo a chi ha saputo in passato trasformare davvero una semplice penna in una bacchetta magica

L'uso di metafore o metonimie a voler descrivere una vita davvero triste per poi accorgersi di aver legate le ali...

L'Albatro

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi uccelli marini che

seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra gli abissi

amari.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi,

miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi fossero remi.

Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco addietro così bello,

com'è brutto e ridicolo. Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro,

zoppicando, mima l'infermo che prima volava.

E il poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al

principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali da gigante

avenzare di un passo.

Charles Baudelaire

Traduzione di: Attilio Bertolucci

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