Vitruvio, De Architectura: Libro 06, 1.7, pag 2

Vitruvio, De Architectura: Libro 06, 1.7

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 06, 1.7
Cum ergo et parentium cura et praeceptorum doctrinis auctas haberem copias disciplinarum, philologis et philotechnis rebus commentariorumque scribturis me delectans eas possessiones animo paravi, e quibus haec est fructuum summa: nullas plus habendi esse necessitates eamque esse proprietatem, divitiarum maxime, nihil desiderare Quindi, grazie al loro interessamento e alla dottrina dei miei maestri, ho notevolmente arricchito il mio patrimonio di conoscenze occupandomi piacevolmente di argomenti letterari e tecnici e consultando vari trattati ho predisposto il mio spirito al possesso di quelle acquisizioni il cui assunto finale potrebbe essere questo: 'non sentire il bisogno di possedere di più e far consistere la più grande ricchezza nell'assenza di desiderio'
Sed forte nonnulli haec levia iudicantes putant eo esse sapientes, qui pecunia sunt copiosi Ma qualcuno forse, ritenedo queste cose di poco conto, è convinto che i veri saggi sian coloro che posseggono notevoli ricchezze, e così parecchi si son dati da fare per raggiungere questo obiettivo, con notevole intraprendenza, riuscendo a conseguire insieme col successo economico anche la notorietà
Itaque plerique ad id propositum contendentes audacia adhibita cum divitiis etiam notitiam sunt consecuti [5] Ego autem, Caesar, non ad pecuniam parandam ex arte dedi studium, sed potius tenuitatem cum bona fama quam abundantiam cum infamia sequendam probavi [5] Io invece, o Cesare, non mi sono dedicato alla mia arte al fine di arricchire; sono piuttosto convinto che sia preferibile una onorata povertà a una ricchezza disonorevole

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Ideo notities parum est adsecuta; sed tamen his voluminibus editis, ut spero, etiam posteris ero notus Ecco perché non ho grande fama
Neque est mirandum, quid ita pluribus sim ignotus Tuttavia spero che con la pubblicazione di questo trattato sarò noto anche ai posteri
Ceteri architecti rogant et ambigunt, ut architectent; mihi autem a praeceptoribus est traditum: rogatum, non rogantem oportere suscipere curam, quod ingenius color movetur pudore petendo rem suspiciosam Né deve del resto destare meraviglia che io sia sconosciuto alla maggior parte delle persone
Nam beneficium dantes, non accipientes ambiuntur Gli altri architetti supplicano e brigano pur di esercitare la loro professione, ma a me è stato insegnato che bisogna esser ricercati e non supplicare perché venga assegnato un lavoro perché c'è da arrossire di vergogna a chiedere qualcosa che possa suscitare diffidenza, in quanto ad esser cercato è chi fa un favore e non chi lo riceve
Quid enim putemus suspicari, qui rogetur de patrimonio sumptus faciendos committere gratiae petentis, nisi praedae conpendiique eius causa iudicet faciundum Infatti che cosa dovrebbe mai pensare la persona a cui ci si rivolgesse per farsi affidare l'amministrazione del suo patrimonio, se non che si agisce con l'intento di defraudarlo a proprio vantaggio
[6] Itaque maiores primum a genere probatis operam tradebant architectis, deinde quaerebant, si honeste essent educati, ingenuo pudori, non audaciae protervitatis permittendum iudicantes [6] Ecco perché gli antichi commissionavano incarichi in primo luogo ad architetti di buona famiglia e inoltre si informavano se fossero stati ben educati; volendosi affidare a persone oneste e schiette e non a individui troppo azzardati e protervi
Ipsi autem artifices non erudiebant nisi suos liberos aut cognatos et eos viros bonos instituebant, quibus tantarum rerum fidei pecuniae sine dubitatione permitterentur Gli stessi artefici poi non istruivano altri che i loro figli e parenti stretti e li facevano crecere da persone oneste alle quali si potevano affidare in tutta tranquillità considerevoli somme di denaro