Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 71 - 101, pag 5

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 71 - 101

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 71 - 101
Spectavit assidue exercentes ephebos, quorum aliqua adhuc copia ex vetere instituto Capreis erat; isdem etiam epulum in conspectu suo praebuit, permissa, immo exacta iocandi licentia diripiendique pomorum et obsoniorum rerumque missilia

Nullo denique genere hilaritatis abstinuit

Vicinam Capreis insulam Apragopolim appellabat, a desidia secedentium illuc e comitatu suo

Sed ex dilectis unum, Masgaban nomine, quasi conditorem insulae ktisten vocare consuerat
Assistette assai di frequente agli esercizi degli efebi, dei quali se ne trovava ancora un gran numero a Capri in virtù di un'antica istituzione; fece anche servir loro un banchetto in sua presenza, dando anche il permesso, o piuttosto l'ordine di divertirsi senza freni e di saccheggiare i cesti di frutta, di cibi e di varie altre cose che faceva lanciare

In conclusione non volle privarsi di nessun divertimento

Chiamava Apragopolis l'isola vicina a Capri, a causa dell'esistenza oziosa di quei suoi cortigiani che vi si ritiravano

Aveva preso l'abitudine di chiamare uno fra loro, di nome Masgaba, 'kristen', come se egli fosse stato il fondatore di quest'isola
Huius Masgabae ante annum defuncti tumulum cum e triclinio animadvertisset magna turba multisque luminibus frequentari, versum compositum ex tempore clare pronuntiavit: Ktiston de tymbon eisoro pyroumenonconversusque ad Thrasyllum Tiberi comitem, contra accubantem et ignarum rei, interrogavit, cuiusnam poetae putaret esse; quo haesitante subiecit alium: Horas phaessi Masgaban timomenon;ac de hoc quoque consuluit

Cum ille nihil aliud responderet quam, cuiuscumque essent optimos esse, cachinnum sustulit atque in iocos effusus est

Mox Neapolim traiecit, quanquam etiam tum infirmis intestinis morbo variante; tamen et quinquennale certamen gymnicum honori suo institutum perspectavit et cum Tiberio ad destinatum locum contendit
Quando vide dal suo triclinio che la tomba di questo Masgaba, morto da un anno, era frequentata da una folla considerevole armata di numerose fiaccole, recitò ad alta voce questo verso improvvisato:' la tomba di un fondatore che vedo bruciare', e girandosi verso Trasillo, compagno di Tiberio che gli sedeva di fronte ed era completamente ignaro della cosa, gli chiese di quale poeta mai, a suo giudizio, potesse essere quel verso: poiché quello esitava, ne aggiunse un altro:'Vedi bruciare le torce in onore di Masgaba

' e lo interrogò anche a proposito di questo Allora Trasillo rispose che, di chiunque fossero, erano bellissimi e Augusto scoppiò a ridere e buttò la cosa in scherzo

In seguito passò a Napoli, benché soffrisse ancora al ventre, in quanto la sua malattia aveva degli alti e bassi Tuttavia seguì fino alla fine il concorso quinquennale di ginnastica istituito in suo onore e accompagnò Tiberio fino al luogo stabilito
Sed in redeundo adgravata valitudine tandem Nolae succubuit revocatumque ex itinere Tiberium diu secreto sermone detinuit, neque post ulli maiori negotio animum accommodavit

[99] Supremo die identidem exquirens, an iam de se tumultus foris esset, petito speculo, capillum sibi comi ac malas labantes corrigi praecepit, et admissos amicos percontatus, ecquid iis videretur mimum vitae commode transegisse, adiecit et clausulam: ei de tiechoi kalos to paignion, kroton dotekai pantes hemas meta charas propempsateOmnibus deinde dimissis, dum advenientes ab urbe de Drusi filia aegra interrogat, repente in osculis Liviae et in hac voce defecit: Livia, nostri coniugii memor vive, ac vale

sortitus exitum facilem et qualem semper optaverat
Al ritorno, però, la sua malattia si aggravò Alla fine si fermò a Nola, fece ritornare indietro Tiberio che trattenne a colloquio segreto a lungo e poi non si occupò più di nessun affare serio

99 L'ultimo giorno della sua vita, informandosi a più riprese se il suo stato provocava già animazione nella città, chiese uno specchio, si fece accomodare i capelli, rassodare le gote cascanti e, chiamati i suoi amici, domandò se sembrava loro che avesse ben recitato fino in fondo la farsa della vita, poi aggiunse anche la conclusione tradizionale:'Se il divertirmento vi è piaciuto, offritegli il vostro applausoe tutti insieme manifestate la vostra gioiaPoi li congedò tutti quanti e mentre interrogava alcune persone venute da Roma sulla malattia della figlia di Druso, improvvisamente spirò tra le braccia di Livia, dicendo: 'Livia, fin che vivi ricordati della nostra unione Addio

' Ebbe così una morte dolce, come aveva sempre desiderato

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 01 - 30

Nam fere quotiens audisset cito ac nullo cruciatu defunctum quempiam, sibi et suis euthanasian similem (hoc enim et verbo uti solebat) precabatur

Unum omnino ante efflatam animam signum alienatae mentis ostendit, quod subito pavefactus a quadraginta se iuvenibus abripi questus est

Id quoque magis praesagium quam mentis deminutio fuit, siquidem totidem milites praetoriani extulerunt eum in publicum

[100] Obiit in cubiculo eodem, quo pater Octavius, duobus Sextis, Pompeio et Appuleio, cons XIIII Kal Septemb hora diei nona, septuagesimo et sexto aetatis anno, diebus V et XXX minus
Infatti, quasi sempre quando gli si annunciava che la tale persona era morta rapidamente e senza soffrire, chiedeva agli dei per sé e per i suoi una simile 'eutanasia' ( questo è il termine di cui era solito servirsi )

Prima di rendere l'anima mostrò soltanto un segno di delirio mentale, quando colto da un improvviso sudore, si lamentò di essere trascinato da quaranta giovani

Ma fu piuttosto un presagio che un effetto di delirio, perché proprio quaranta soldati pretoriani lo portarono sulla piazza pubblica

100 Morì nella stessa camera in cui si spense suo padre Ottavio, durante il consolato dei due Sesti, Pompeo e Appuleio, quattordici giorni prima delle calende di settembre, alla nona ora del giorno, all'età di settantasei anni meno trentacinque giorni
Corpus decuriones municipiorum et coloniarum a Nola Bovillas usque deportarunt, noctibus propter anni tempus, cum interdiu in basilica cuiusque oppidi vel in aedium sacrarum maxima reponeretur A Bovillis equester ordo suscepit, urbique intulit atque in vestibulo domus conlocavit

Senatus et in funere ornando et in memoria honoranda eo studio certatim progressus est, ut inter alia complura censuerint quidam, funus triumphali porta ducendum, praecedente Victoria quae est in curia, canentibus neniam principum liberis utriusque sexus; alii, exsequiarum die ponendos anulos aureos ferreosque sumendos; nonnulli, ossa legenda per sacerdotes summorum collegiorum
I decurioni dei municipi e delle colonie trasportarono il suo corpo da Nola a Boville durante la notte a causa del calore della stagione: di giorno lo si deponeva nella basilica di ciascuna città o nel suo più grande tempio A Boville lo prese in consegna l'ordine dei cavalieri che lo portarono a Roma e lo sistemarono nel vestibolo della sua casa

I senatori, gareggiando in zelo per rendere grandiosi i suoi funerali e onorare la sua memoria, emisero un gran numero di mozioni diverse; tra l'altro arrivarono perfino a proporre alcuni che il corteo funebre passasse per la porta trionfale, preceduto dalla vittoria che si trova nella curia, mentre i figli e le figlie dei cittadini più in vista cantavano nenie; altri che il giorno delle esequie si doveva riporre gli anelli d'oro e prendere quelli di ferro, altri ancora che le ossa dove vano essere raccolte dai sacerdoti dei collegi superiori

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Fuit et qui suaderet, appellationem mensis Augusti in Septembrem transferendam, quod hoc genitus Augustus, illo defunctus esset; alius, ut omne tempus a primo die natali ad exitum eius saeculum Augustum appellaretur et ita in fastos referretur

Verum adhibito honoribus modo, bifariam laudatus est: pro aede Divi Iuli a Tiberio et pro rostris veteribus a Druso Tiberi filio, ac senatorum umeris delatus in Campum crematusque

Nec defuit vir praetorius, qui se effigiem cremati euntem in caelum vidisse iuraret

Reliquias legerunt primores equestris ordinis, tunicati et discincti pedibusque nudis, ac Mausoleo condiderunt Id opus inter Flaminiam viam ripamque Tiberis sexto suo consulatu exstruxerat circumiectasque silvas et ambulationes in usum populi iam tum publicarat
Vi fu anche chi voleva che si desse al mese di settembre il nome di Augusto, attribuito al mese precedente, perché questo lo aveva visto nascere, l'altro invece morire Un altro propose che tutto il periodo compreso tra il giorno della sua nascita e quello della sua morte fosse chiamato 'secolo di Augusto' e collocato sotto questo nome nei fasti

Posto un freno a questi onori, ebbe ad ogni modo due orazioni: una tenuta da Tiberio davanti al tempio del divino Giulio, l'altra pronunciata da Druso, il figlio di Tiberio, dall'alto dei rostri antichi, dopodiché i senatori lo portarono a spalla fino al Campo di Marte dove fu cremato

Non mancò naturalmente il vecchio pretoriano che giurò di aver visto salire al cielo il fantasma di Augusto dopo la sua cremazione

I membri più importanti dell'ordine equestre, in tunica, senza cintura e a piedi nudi deposero i suoi resti nel Mausoleo: Augusto aveva fatto costruire questa tomba tra la via Flaminia e la riva del Tevere durante il suo sesto consolato e da quel tempo aveva aperto al pubblico i boschetti e le passeggiate da cui era circondata
[101] Testamentum L Planco C Silio cons III Non Apriles, ante annum et quattuor menses quam decederet, factum ab eo ac duobus codicibus, partim ipsius partim libertorum Polybi et Hilarionis manu, scriptum depositumque apud se virgines Vestales cum tribus signatis aeque voluminibus protulerunt

Quae omnia in senatu aperta atque recitata sunt

Heredes instituit primos: Tiberium ex parte dimidia et sextante, Liviam ex parte tertia, quos et ferre nomen suum iussit, secundos: Drusum Tiberi filium ex triente, ex partibus reliquis Germanicum liberosque eius tres sexus virilis, tertio gradu: propinquos amicosque compluris
101 Augusto aveva redatto il suo testamento durante il consolato di L Planco e di C Silio, tre giorni prima delle none d'aprile, un anno e quattro mesi avanti la sua morte; era scritto su due fogli, in parte di sua mano, in parte dai suoi liberti Polibio e Ilarione ed era stato depositato presso le Vergini Vestali che lo consegnarono insieme con altri tre rotoli ugualmente sigillati

Tutti questi documenti furono aperti e letti al Senato

Augusto designò come eredi di primo grado: Tiberio, per la metà più un sesto, Livia per un terzo, con l'obbligo per loro di portare il suo nome Eredi di secondo grado furono: Druso, figlio di Tiberio, per un terzo, Germanico e i suoi tre figli maschi per le parti restanti Eredi di terzo grado furono alcuni parenti e numerosi amici

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Legavit populo Romano quadringnties, tribubus tricies quinquies sestertium, praetorianis militibus singula milia nummorum, cohortibus urbanis quingenos, legionaris trecenos nummos: quam summam repraesentari iussit, nam et confiscatam semper repositamque habuerat

Reliqua legata varie dedit perduxitque quaedam ad vicies sestertium, quibus solvendis annuum diem finiit, excusata rei familiaris mediocritate, nec plus perventurum ad heredes suos quam milies et quingenties professus, quamvis viginti proximis annis quaterdecies milies ex testamentis amicorum percepisset, quod paene omne cum duobus paternis patrimoniis ceterisque hereditatibus in rem publicam absumpsisset

Iulias filiam neptemque, si quid iis accidisset, vetuit sepulcro suo inferri
Lasciò al popolo romano quaranta milioni di sesterzi, alle tribù tre milioni e mezzo, ai pretoriani mille sesterzi a testa, a ciascun soldato delle coorti urbane cinquecento e trecento ai legionari Ordinò di pagare questa somma senza ritardo, perché l'aveva tenuta sempre di riserva nella sua cassetta

Fece altri lasciti d'importanza variabile, e alcuni non superavano i ventimila sesterzi; per il pagamento stabilì un anno di tempo, scusandosi per la modestia del suo patrimonio personale e dichiarando che ai suoi eredi non sarebbero andati più di centocinquanta milioni di sesterzi, perché, sebbene negli ultimi venti anni i testamenti degli amici gli avessero procurato quattro miliardi di sesterzi, egli li aveva quasi totalmente spesi per lo Stato, insieme con i suoi due patrimoni e tutte le altre eredità

Vietò che sua figlia Giulia e sua nipote, Giulia anche lei, fossero poste nel suo sepolcro, dopo la loro morte
Tribus voluminibus, uno mandata de funere suo complexus est, altero indicem rerum a se gestarum, quem vellet incidi in aeneis tabulis, quae ante Mausoleum statuerentur, tertio breviarium totius imperii, quantum militum sub signis ubique esset, quantum pecuniae in aerario et fiscis et vectigaliorum residuis

Adiecit et libertorum servorumque nomina, a quibus ratio exigi posset

Per quanto concerne i tre rotoli, essi contenevano, uno le disposizioni relative al suo funerale, il secondo il riassunto delle opere che aveva compiuto, riassunto che chiese di incidere su tavole di bronzo e collocare davanti al suo Mausoleo, il terzo la situazione di tutto l'Impero, vale a dire quanti soldati vi erano sotto le armi e dove si trovavano, quanto denaro vi era nel tesoro, quanto nelle casse imperiali e quello che restava delle imposte pubbliche

Augusto aggiunse anche il nome dei suoi liberti e dei suoi schiavi ai quali si poteva chiedere conto di tutto

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