Svetonio: De vita caesarum e De viris illustribus

Svetonio: De vita caesarum e De viris illustribus

Si pensa che egli nacque a ostia nel 70 d.C. dove ricoprì una carica religiosa sociale, quella del pontefice di Vulcano

Tale ipotesi è stata messa in crisi dal ritrovamento in Algeria di un'epigrafe in suo onore, da cui alcuni hanno dedotto essere la sua patria. La famiglia apparteneva al ceto equestre come dice lui stesso. Compì a Roma la sua educazione durante il principato di Domiziano e in quel periodo fu testimone delle atrocità commesse dal tiranno.

Terminati gli studi intraprese la carriera nell'amministrazione imperiale. Fu appoggiato prima da Plinio e poi da Setticio Claro, a cui dedicò la Vitae Caesarum. Grazie a lui conobbe una rapida e brillante carriera. Tuttavia un ordine di Adriano allontanò Claro e lo stesso Svetonio dalla corte.

Una gran parte della produzione di Svetonio è andata perduta: si tratta di opere erudite, il cui elenco ci è fornito dal Suda (enciclopedia greca del X secolo) mentre i grammatici antichi ce ne tramandano qualche frammento.

De viris illustribus. Dei numerosi scritti antiquari di Svetonio ci sono giunte solo alcune sezioni del De viris illustribus:  si tratta della parte relativa ai grammatici e ai retori, priva della parte finale e inoltre delle biografie di Terenzio, Orazio e Lucano. Le biografie in esso contenute sono brevi e scarne, ma costituiscono uno strumento prezioso.

Le biografie svetoniane dei poeti ci sono giunte per tradizione indiretta perché le vite di Terenzio, Orazio e Lucano che sono le più complete ci sono state trasmesse da manoscritte delle loro opere; dubbia è la paternità della vita di Persio tramandata con l'attribuzione a Valerio Probo. Di altri autori possiamo ricostruire le biografie svetoniane servendoci dei brevi riassunti che San Girolamo inserì nella sua traduzione.

Il de poetis doveva avere un limite cronologico perché le biografie si fermano a Lucano e Persio che morirono negli anni in cui Svetonio nasceva. Tutte le vite seguono lo stesso schema dove vi è un'introduzione sullo sviluppo a Roma del genere letterario coltivato dall'autore analizzato. Ampio spazio è dedicato anche a notizie curiose e aneddoti, destinati a illustrare le caratteristiche dei personaggi. Non mancano episodi piccanti e avvenimenti prodigiosi.

Di origine greca il genere biografico era stato coltivato a Roma da Varrone e da Cornelio Nepote. Svetonio affianca a materiale storico di valore a notizie tratte da fonti non troppo ortodosse, come i libelli diffamatori e le dicerie malevole. Qualunque documento ha per lui lo stesso valore.

L'opera comprende le biografie dei detentori del potere da Cesare fino a Domiziano. Che fra i 12 imperatori ci sia anche Giulio Cesare è significativo e dimostra un sano realismo: capiamo che per Svetonio contava l'accentramento del potere nelle mani di un'unica persona; d'altronde Augusto si ricollegava a Cesare, considerato il capostipite della prima famiglia imperiale.

 

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