nelle superiori gli amori vanno e vengono ma c'è chi è un pò più timido degli altri e non ha nessuna occasione, oppure poche, e dipendi da come te la giochi. Io ero al secondo anno lei al primo, era nuova. Oggi a distanza, anche sforzandomi, non riesco a recuperare da qualche parte nella mia mente il suo nome, e ancora peggio neanche un qualche vago ricordo che possa tracciare i suoi lineamenti.Era carina, bella, molto bella. Avevamo legato in amicizia e quando ci si vedeva lo scambio di quegli sguardi illuminati di chi ha piacere di vedere l'altra persona. Certo potrei sbagliarmi in tutto questo e aver preso fischi per fiaschi ma a volte le sensazioni sono quelle ed io ancora oggi sono convinto che erano sincere.
Molti dei miei amici si erano accorti che c'era feeling tra di noi, ma eravano ormai al secondo trimestre ed io continuavo a fare il minimo indispensabile per tenere il rapporto vivo. Cioè, ero sempre l'amico affettuoso ma non osavo fare e dire oltre anche se avrei tanto voluto. Ogni tanto ci facevo un pensierino ma le gambe mi tremavano subito. Ah se mi tremavano.Un giorno però un mio compagno di classe decide di fare forse il passo più lungo della gamba e incontrandola le dice che a fine scuola le devo parlare. Aveva creato i presupposti perchè io mi dichiarassi. Ero di una agitazione cosmica e le ore di lezione avevo un solo pensiero fisso in testa. Non riuscivo a concetrarmi su niente, pensavo a quello che potevo dire e come potevo dirlo.Le lancette avanzavano velocemente fino a quando suona l'ultima campanella. Per oggi scuola è finita tutti a casa.Ci incontriamo fuori e insieme ad altri amici scendiamo a piedi verso il viale che porta alla fermata dei pullman che devono riportarci a casa. Gli amici piano piano creano sempre più distanza per lasciarsi un minimo di privacy finchè mi decido e mi dichiaro. Non ricordo esattamente le parole che ho detto, immagino di aver balbettato, di certo alla fine ricordo le sue parole. Indimenticabili.
".. non posso.. da tempo sto pensando di farmi suora .."una doccia fredda, volevo sprofondare ma la terra non si apriva per inghiottirmi. Volevo sparire seduta stante ma non avevo le conoscenze illusorie dei grandi maghi. Il resto della passeggiata, per fortuna breve, un reciproco imbarazzo. Un saluto arrivati alla fermata e da quel giorno non ci siamo più cercati