Procaccini, Mazzucchelli e il Cerano. Tre pittori per un quadro

Procaccini, Mazzucchelli e il Cerano. Tre pittori per un quadro

dipinto ricordato con il nome "il quadro delle 3 mani" fu commissionato dal nobile Scipione Toso, insigne personalità della cultura artistica milanese, a: Giulio Cesare Procaccini, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone e Giovan Battista Crespi detto il Cerano

Questi artisti erano i più grandi della Milano del tempo. Si voleva realizzare un emblema di quel movimento d'arte incentrato sulla devozione cristiana e celebrazione del cristianesimo delle origini. Si voleva il recupero della conoscenza delle radici cristiane, soprattutto dei martiri.

La scena ricorda la storia di due giovani donne martiri. Le due sante, erano sorelle, e nella Roma dei primi secoli del cristianesimo si erano convertire abbandonando il paganesimo. Si chiamavano Rufina e Seconda. Vivevano la loro fede con fervore ed erano state promesse spose a due uomini anche loro convertiti al cristianesimo. Ma prima delle nozze i futuri mariti hanno un ripensamento e chiedono alle donne di abiurare la fede cristiana. Le due donne, radicate, rifiutano e vengono condannate a morte. Rifiutano di abbandonare la loro fede e di cedere o cadere nel dubbio come hanno fatto i loro futuri mariti. Una delle due martiri viene decapitata, l'altra picchiata fino alla morte.

Nel quadro vediamo una fanciulla che inchina la testa pronta ad affrontare il martirio, assistita da un angelo che le sta accanto in questo triste passaggio. Al centro il carnefice pronto a svolgere il suo compito. La sorella è già morta, la testa decollata è per terra. Un cane avanza verso la testa in qualche macabra intenzione, ma viene trattenuto da un ragazzo in modo energico. Lo stile dei tre pittori qui non si combattono fra loro ma si integrano nell'elevazione del concetto voluto dal committente

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