Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 01-10, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 01-10
inde Romam comitiorum causa ueniens in eum quem primum diem comitialem habuit comitia edixit atque ex itinere praeter urbem in campum descendit

eo die cum sors praerogatiuae Aniensi iuniorum exisset eaque T Otacilium M Aemilium Regillum consules diceret

tum Q Fabius silentio facto tali oratione est usus

[8] Si aut pacem in Italia aut [id] bellum eumque hostem haberemus in quo neglegentiae laxior locus esset, qui uestris studiis, quae in campum ad mandandos quibus uelitis honores adfertis, moram ullam offerret, is mihi parum meminisse uideretur uestrae libertatis
Di qui, mentre muoveva verso Roma, indisse i comizi per il primo giorno che ad essi poteva destinare e, senza entrare in città, discese nel campo Marzio

In quel giorno, essendo toccato il voto per prima alla centuria giovanile Aniense, questa elesse consoli T Otacilio e M Emilio Regillo

Allora Q Fabio, imposto il silenzio, tenne il seguente discorso

8 Se in Italia vi fosse la pace o se noi combattessimo contro un nemico che ci desse ampia possibilità di essere negligenti, chi ostacolasse in qualche modo quelle simpatie che voi avete ora dimostrato al campo Marzio nel conferire le cariche pubbliche ad uomini di vostra scelta, costui mi sembrerebbe poco riguardoso della vostra libertà
sed cum in hoc bello, in hoc hoste nunquam ab ullo duce sine ingenti nostra clade erratum sit, eadem uos cura qua in aciem armati descenditis inire suffragium ad creandos consules decet et sibi quemque dicere: Hannibali imperatori parem consulem nomino

hoc anno ad Capuam Uibellio Taureae, Campano summo equiti, prouocanti summus Romanus eques Asellus Claudius est oppositus

aduersus Gallum quondam prouocantem in ponte Anienis T Manlium fidentem et animo et uiribus misere maiores nostri

eandem causam haud multis annis post fuisse non negauerim cur M Ualerio non diffideretur aduersus similiter prouocantem ad certamen arma capienti Gallum

quemadmodum pedites equitesque optamus ut ualidiores, si minus, ut pares hosti habeamus, ita duci hostium parem imperatorem quaeramus
Tuttavia, poiché in questa guerra contro un nemico come Annibale nessun nostro comandante ha mai commesso errore senza che a noi venisse grave disastro, con quella stessa sollecitudine con la quale siete scesi armati in campo, voi dovreste intraprendere le votazioni per eleggere i consoli; ciascuno dovrebbe dire a se stesso: io devo eleggere un console che sia pari in valore ad Annibale

In quest'anno presso Capua Asello Claudio, il più valoroso cavaliere romano, tenne testa a Vibellio Taurea, il più valoroso cavaliere campano, che lo sfidava

Tanto tempo fa i nostri antenati contro un Gallo che provocava a battaglia sul ponte dell'Aniene mandarono Tito Manlio in cui fidavano per il suo coraggio e la sua forza

Potrei anche affermare che non molti anni dopo per la stessa ragione i nostri antenati non diffidarono di M Valerio, che prendeva le armi contro un Gallo che aveva lanciato un'eguale sfida

E come noi desideriamo fanti e cavalieri più forti o almeno pari al nemico, così noi cerchiamo di avere un comandante in capo che sia eguale per valentia al comandante nemico
cum qui est summus in ciuitate dux eum legerimus, tamen repente lectus, in annum creatus aduersus ueterem ac perpetuum imperatorem comparabitur, nullis neque temporis nec iuris inclusum angustiis quo minus ita omnia gerat administretque ut tempora postulabunt belli; nobis autem in adparatu ipso ac tantum incohantibus res annus circumagitur

quoniam quales uiros creare uos consules deceat satis est dictum, restat ut pauca de eis in quos praerogatiuae fauor inclinauit dicam

M Aemilius Regillus flamen est Quirinalis, quem neque mittere a sacris neque retinere possumus ut non deum aut belli deseramus curam

[T] Otacilius sororis meae filiam uxorem atque ex ea liberos habet; ceterum non ea uestra in me maioresque meos merita sunt ut non potiorem priuatis necessitudinibus rem publicam habeam
Quando noi avremo scelto l'uomo che nella nostra città è il capitano più valoroso, costui, appena eletto console per un anno, dovrà misurarsi contro un generale esperto e nominato a vita, non impedito né limitato da restrizioni né di tempo né di autorità nel fare e nell'amministrare ogni cosa, ma libero di agire come crede secondo le esigenze della guerra; noi, invece, solo nella fase di preparazione e solo nell'iniziare l'impresa, consumiamo un anno

Poiché si è detto abbastanza quali siano gli uomini che è opportuno che voi eleggiate consoli, mi resta poco da dire intorno a coloro verso i quali si è manifestato il favore della prima centuria

M Emilio Regillo è flàmine Quirinale; noi non Possiamo allontanarlo dal sacro incarico, né trattenerlo, perché non sembri che trascuriamo il culto divino o l'impegno della guerra

Otacilio è marito della figlia di mia sorella, dalla quale ha dei figli; d'altra parte i meriti vostri verso di me e verso i miei maggiori non sono così trascurabili che io non debba considerare la cosa pubblica più importante dei miei interessi privati

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Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 21 - 33

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 21 - 33

quilibet nautarum uectorumque tranquillo mari gubernare potest; ubi saeua orta tempestas est ac turbato mari rapitur uento nauis, tum uiro et gubernatore opus est

non tranquillo nauigamus sed iam aliquot procellis summersi paene sumus; itaque quis ad gubernacula sedeat summa cura prouidendum ac praecauendum uobis est

in minore te experti, T Otacili, re sumus; haud sane cur ad maiora tibi fidamus documenti quicquam dedisti

classem hoc anno, cui tu praefuisti, trium rerum causa parauimus, ut Africae oram popularetur, ut tuta nobis Italiae litora essent, ante omnia ne supplementum cum stipendio commeatuque ab Carthagine Hannibali transportaretur

create consulem T Otacilium, non dico si omnia haec, sed si aliquid eorum rei publicae praestitit
Qualsiasi marinaio o passeggero può governare una nave col mare tranquillo; ma quando si leva una violenta tempesta e la nave è squassata dal mare sconvolto e dal vento, allora è necessario ricorrere ad un uomo che sia un esperto pilota

Noi non navighiamo in un mare tranquillo, ma già siamo stati quasi sommersi da parecchie burrasche

Pertanto, voi con estrema cautela e diligenza dovete curarvi di chi sta al timone; noi, o Tito Otacilio, ti abbiamo finora sperimentato in situazioni non difficili; in verità, tu non hai finora dato alcuna prova che giustifichi una fiducia per imprese più gravi

In questo anno tu hai comandato una flotta che noi avevamo preparato per tre scopi: per devastare le coste dell'Africa; per proteggere il litorale italiano e soprattutto per impedire ad Annibale di ricevere da Cartagine rinforzi con denaro e rifornimenti

Create console Tito Otacilio se ha compiuto, non dico tutte queste imprese a favore dello stato, ma almeno qualcuna di esse
sin autem te classem obtinente, ea etiam uelut pacato mari quibus [non erat opus] Hannibali tuta atque integra ab domo uenerunt, si ora Italiae infestior hoc anno quam Africae fuit, quid dicere potes cur te potissimum ducem Hannibali hosti [hi] opponant

si consul esses, dictatorem dicendum exemplo maiorum nostrorum censeremus, nec tu id indignari posses aliquem in ciuitate Romana meliorem bello haberi quam te

magis nullius interest quam tua, T Otacili, non imponi ceruicibus tuis onus sub quo concidas
In caso contrario, dato che, mentre tu eri al comando della flotta, ad Annibale poté giungere da Cartagine qualunque soccorso sicuro ed intatto, come su di un tranquillo mare; dato che le coste dell'Italia quest'anno furono più danneggiate di quelle africane, che cosa puoi tu dire in tuo favore perché noi ti scegliamo come valentissimo capitano contro Annibale

Se tu fossi console, noi penseremmo necessario nominare un dittatore secondo l'esempio dei nostri antenati; né tu puoi sdegnarti se riteniamo che in Roma vi sia qualcuno più valoroso di te in guerra

A nessuno più che a te dovrebbe interessare, o Tito Otacilio, che non si gravino le tue spalle di un peso sotto il quale tu potresti cadere

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 36 - 40

ego magno opere suadeo, Quirites, eodem animo quo si stantibus uobis in acie armatis repente deligendi duo imperatores essent quorum ductu atque auspicio dimicaretis, hodie quoque consules creetis quibus sacramento liberi uestri dicant, ad quorum edictum conueniant, sub quorum tutela atque cura militent

lacus Trasumennus et Cannae tristia ad recordationem exempla sed ad praecauenda similia [utiles] documento sunt

praeco, Aniensem iuniorum in suffragium reuoca
Perciò insisto nell'esortarvi ad eleggere oggi i consoli con quello stesso animo col quale scegliereste due generali, sotto la guida e sotto l'auspicio dei quali combattere, qualora foste costretti a fare una scelta improvvisa sul campo di battaglia, in pieno assetto di guerra; questi consoli dovrebbero essere tali che i vostri figli possano prestare ad essi il giuramento militare, raccogliersi ad un loro ordine e combattere da loro protetti con ogni cura

Il lago Trasimeno e Canne sono sciagure terribili da ricordare, ma nello stesso tempo sono un utile ammonimento per tenersi al sicuro contro simili eventi

Banditore, richiama a dare il voto la centuria Aniense dei più giovani
[9] Cum T Otacilius ferociter eum continuare consulatum uelle uociferaretur atque obstreperet, lictores ad eum accedere consul iussit et, quia urbem non inierat protinus in campum ex itinere profectus, admonuit cum securibus sibi fasces praeferri

interim praerogatiua suffragium init creatique in ea consules Q Fabius Maximus quartum M Marcellus tertium

eosdem consules ceterae centuriae sine uariatione ulla dixerunt; et praetor unus refectus Q Fuluius Flaccus, noui alii creati, T Otacilius Crassus iterum, Q Fabius consulis filius qui tum aedilis curulis erat, P Cornelius Lentulus
9 Tito Otacilio si mise a gridare dichiarando fieramente ad alta voce che Fabio voleva continuare ad essere console; allora questi ordinò ai littori di avvicinarsi ad Otacilio, mentre lo ammoniva che egli portava ancora i fasci con le scuri, poiché nel suo cammino si era subito diretto al Campo Marzio, senza entrare in città; per la seconda volta la centuria che doveva votare per prima iniziò la votazione, nella quale furono eletti consoli Quinto Fabio Massimo per la quarta volta e M Marcello per la terza

Le altre centurie senza alcuna variante elessero gli stessi consoli: Quinto Fulvio Flacco fu il solo pretore rieletto; gli altri nuovi eletti furono T Otacilio Crasso per la seconda volta, il figlio del console Fabio, che allora era edile curule e P Cornelio Lentulo

Condotti a termine i comizi per l'elezione dei pretori, il senato decretò che, senza alcuna estrazione a sorte, a Quinto Fulvio toccasse la provincia urbana; egli doveva soprattutto governare Roma quando i consoli fossero partiti per la guerra

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Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 01 - 20

comitiis praetorum perfectis senatus consultum factum, ut Q Fuluio extra ordinem urbana prouincia esset isque potissimum consulibus ad bellum profectis urbi praeesset

aquae magnae bis eo anno fuerunt Tiberisque agros inundauit cum magna strage tectorum pecorumque et hominum pernicie

quinto anno secundi Punici belli Q Fabius Maximus quartum M Claudius Marcellus tertium consulatum ineuntes plus solito conuerterant in se ciuitatis animos; multis enim annis tale consulum par non fuerat

referebant senes sic Maximum Rullum cum P Decio ad bellum Gallicum, sic postea Papirium Caruiliumque aduersus Samnites Bruttiosque et Lucanum cum Tarentino populum consules declaratos

absens Marcellus consul creatus, cum ad exercitum esset; praesenti Fabio atque ipsi comitia habenti consulatus continuatus
In quell'anno vi furono due gravi inondazioni; il Tevere allagò i campi con grande rovina di edifici e di greggi e sterminio di uomini

Nel quinto anno della seconda guerra punica, Q Fabio Massimo al principio del suo quarto consolato e M

Claudio Marcello al principio del terzo, avevano attratto verso di sé più del solito le simpatie della cittadinanza: da molti anni, infatti, non vi era stata una tale coppia di consoli

vecchi ricordavano che nello stesso modo erano stati eletti consoli per la guerra gallica Massimo Rullo con Publio Decio e più tardi Papirio e Carvilio contro i Sanniti, i Bruzzi, il popolo lucano e il tarantino

Marcello era stato eletto console assente, mentre si trovava presso l'esercito; Fabio, invece, era presente e, tenendo lui stesso i comizi, aveva continuato ad essere console
tempus ac necessitas belli ac discrimen summae rerum faciebant ne quis aut exemplum exquireret aut suspectum cupiditatis imperii consulem haberet

quin laudabant potius magnitudinem animi quod, cum summo imperatore esse opus rei publicae sciret seque eum haud dubie esse, minoris inuidiam suam, si qua ea re oreretur, quam utilitatem rei publicae fecisset

[10] Quo die magistratum inierunt consules, senatus in Capitolio est habitus decretumque omnium primum ut consules sortirentur compararentue inter se uter censoribus creandis comitia haberet priusquam ad exercitum proficisceretur
Le circostanze, le necessità della guerra e il pericolo che lo stato correva, facevano sì che nessuno avrebbe mai pensato a cercare un precedente in questa irregolarità, né a giudicare il console sospetto di brama di potere

Anzi, tutti lodavano piuttosto la generosità d'animo di Fabio che, sapendo che alla repubblica era necessario un espertissimo comandante, quello che egli era senza alcun dubbio, aveva tenuto in minor conto l'ostilità che sarebbe potuta nascere contro la sua persona, che il vantaggio dello stato

10 Nel giorno in cui i consoli iniziarono la loro carica, si tenne in Campidoglio la riunione del senato; per prima cosa si deliberò che i consoli traessero a sorte o si accordassero fra loro a quale dei due toccasse convocare i comizi per eleggere i censori, prima di partire alla volta dell'esercito

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prorogatum deinde imperium omnibus qui ad exercitus erant iussique in prouinciis manere, Ti Gracchus Luceriae, ubi cum uolonum exercitu erat, C Terentius Uarro in agro Piceno, M Pomponius in Gallico; et praetorum prioris anni pro praetoribus, Q Mucius obtineret Sardiniam, M Ualerius ad Brundisium orae maritimae, intentus aduersus omnes motus Philippi Macedonum regis, praeesset

P Cornelio Lentulo praetori Sicilia decreta prouincia, T Otacilio classis eadem quam aduersus Carthaginienses priore anno habuisset
Fu, quindi, concessa la proroga del comando a tutti coloro che erano presso i comandi dell'esercito e fu loro ordinato di rimanere nelle province: Tiberio Gracco a Luceria, dove era con le reclute degli schiavi che s'erano arruolati, C Terenzio Varrone nel territorio piceno, M Pomponio in quello Gallico: si deliberò, inoltre, che i pretori dell'anno precedente, Quinto Muzio e M Valerio, come propretori, l'uno tenesse la Sardegna e l'altro presidiasse il litorale di Brindisi, sorvegliando ogni mossa di Filippo re di Macedonia

Al pretore P Cornelio Lentulo fu assegnata la provincia di Sicilia; a T Otacilio quella stessa flotta che aveva comandato nell'anno precedente contro Cartagine

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