chiamarono un giorno ad esprimere un giudizio un giovane di passaggio. Questi assegnò il titolo alla sorella maggiore, innamorandosene perdutamente. Il fratello del viandante volle andare a verificare l'opinione e si invaghì della più giovane. Doppio matrimonio e conseguente edificazione di un tempio a Venere callipigia: "dalle belle natiche".
Una scultura del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è considerata da alcuni la più aderente personificazione del soggetto dal punto di vista artistico. si tratta appunto della Venere callipigia, opera tardo ellenistica del primo secolo avanti Cristo, in cui la dea solleva il peplo mettendosi a nudo dalla vita in giù.
Il gesto è sottolineato e dotato di senso da una malizia del restauro operato dai Farnese nella cui collezione entrò dopo il ritrovamento a Roma nella seconda metà del Cinquecento e confermata dai restauri successivi: la statua era senza testa, è quella che le fu applicata si volge all'indietro per contemplare le proprie stesse forme. Per questa ragione il lato posteriore della scultura ha finito per essere considerato il principale, quello su cui si deve convergere l'attenzione di chi guarda.