dove non si ha la possibilità di internarli, si preferisce caricarli su una imbarcazione e affidarli alla corrente di un fiume o mollarli direttamente al largo, dove potranno salvarsi soltanto se il destino sarà clemente. E se anche avranno la possibilità di toccare riva, giungeranno in un luogo sconosciuto da stranieri, senza alcuna speranza di integrarsi in un nuovo contesto sociale. Invaderanno le strade come disgraziati in preda al proprio delirio.
Destinata a vagare senza meta sulle acque, la follia viene isolata e resa innocua.
La navigazione abbandona uomini e donne all'incertezza della sorte; la ognuno è affidato al suo destino, ogni imbarco e potenzialmente l'ultimo. La dimensione tragica del folle incarna e l'orrore e la fascinazione per l'ignoto, l'oscuro, il male e la morte: la sua esclusione prende le forme di un allontanamento non solo territoriale - dalla terraferma al mare - ma soprattutto mentale, dall'ordine della città.
Bosch coglie una nave di folli assolutamente ignare di cosa gli aspetti. Cantano, bevono, nuotano e fanno bisbocce. Ma a prima vista, potrebbero sembrare gioviali compagni di viaggio in preda all'euforia dell'avventura, ma a ben guardare non ce n'è uno che si comporti in modo prevedibile. Quello che sta accadendo sulla barca è un chiaro delirio collettivo, la manifestazione di cosa succede quando un gruppo di persone si comporta senza alcuna regola condivisa. Ognuno pensa a soddisfare i propri istinti. Un gufo, presenza inquietante e foriera di terribile paesaggi, spunta dalla chioma di un albero a cui è legato il pennone della nave.
Nel cielo al tramonto svolazza una bandiera con la mezzaluna araba, il segnale che avrebbe allarmato qualsiasi porto ed evitato così che l'imbarcazione potesse essere accolta e salvata. Ma a nessuno dei passeggeri importa di essere stati marchiati con il segno degli anticristo: loro aspettano soltanto che un compagno affetti il maialino appuntato sul palo ed distribuisca le carni succulente.
Da una cordicella pende una focaccia, a cui attentano in quattro, ma non si capisce bene - volutamente - se le loro bocche siano aperte nel tentativo di addentarla o perché stanno emettendo versi dissonanti al suono del liuto, imbracciato da una suora.
Bosch non risparmia nemmeno i religiosi, che si mostrano in prima fila sulla nave dei folli. Una sorella e un frate, che recitano la parodia di un concerto campestre. Sotteso a questo delirante gruppo di casuali compagni d'avventura c'è il rovesciamento delle immagini che arredano molti salotti dei signori, in tutta Europa.
La musica accompagna sempre le scene di seduzione, la cronaca della vita di corte, la normalità delle occasioni, assieme al vino, al buon cibo e al divertimento. Con una operazione che anticipa di 500 anni giochi umoristici pirandelliani, l'artista carica a bordo della nave tutti gli elementi classici del concerto cortese rovesciandole il senso.
Un uomo sputa del liquido, non riuscendo a trattenere un conato, un altro appollaiato su un ramo, beve di nascosto, vestito da giullare. Potrebbe essere un "folle di professione" che non è riuscito a porre un limite alla pazzia messa in scena per intrattenere la sua corte. A prua un passeggero si preoccupa che un fiasco messo fresco nell'acqua non venga trascinato via dalla corrente, mentre una donna sta per versargli il contenuto di una bottiglia sulla testa.
Ma ci sono anche due che non hanno resistito e si sono gettati nel fiume, uno ancora mezzo vestito: esclusi da festeggiamenti, richiamano l'attenzione del folle equipaggio per ricevere anche loro un po' del vino stillato dalla botte.