Abramo decide di eseguire l'ordine del Signore e nel mentre sta per uccidere il figlio, un angelo interviene per fermarlo proprio all'ultimo istante. Il momento è concitato, Isacco grida e si agita per tentare di liberarsi dalla presa del padre. Abramo con un braccio cerca di trattenere il figlio mentre con l'altro tiene il coltello col quale sta per ucciderlo. Ancora Abramo che tenta di liberarsi dalla presa dell'angelo guardandolo con uno sguardo corrucciato come se non comprenda il messaggio che gli sta portando. Isacco ha il capo adagiato su una pietra che diviene simbolo dell'altare cristiano e quindi del sacrificio di Cristo. Salvato all'ultimo dall'angelo, al suo posto verrà sacrificato l'ariete. L'angelo infatti blocca il braccio di Abramo giusto in tempo e gli indica l'ariete rimasto impigliato con le corna, come fosse un segno, e che verrà sacrificato al posto del figlio.
La scena è ambientata in un paesaggio collinare con un piccolo centro abitato. Il Dipinto, con realismo, sembra quasi una fotografia scattata nel momento culminante dell'azione. La verità viene raffigurata senza alcun filtro come da caratteristica di Caravaggio
Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male!
Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio
Genesi XXII, v.12