Hatshepsut "occulta" i segni del suo essere donna

Hatshepsut "occulta" i segni del suo essere donna

le innovazioni del ritratto regale sono subito evidenti: il volto quadrangolare, tipico dei primi sovrani della dinastia, si affila e il mento sia alleggerisce, evidenziando gli zigomi e conferendo alla struttura ossea una delicata forma triangolare. L'espressione si ferma e si tende in uno sguardo intenso e brillante
Statua assisa di Hatshepsut in trono, tempio funerario di Deir el-Bahri, Tebe XVIII dinastia

Una caratteristica ricorrente dell'iconografia adottata da Hatshepsut  è l'occultamento, soprattutto nei contesti più tradizionali, dei segni che esprimono il suo essere donna. 

A una fase iniziale del suo regno risale invece la statua del Metropolitan Museum di New York, che se da un lato ritrae già la regina nella forma canonica del faraone assiso in trono con nemes sul capo, dall'altro non rinuncia a rappresentare le forme femminili di una giovanissima Hatshepsut  attraverso la minuta struttura ossea e le morbide linee del modellato. 

Si possono riconoscere almeno tre elementi chiave che ci rivelano l'intenzione di Hatshepsut  di presentarsi come legittimo faraone attraverso questa statua: 

  1. il copricapo nemes che la regina Indossa
  2. il trono sul quale ella siede 
  3. la presenza di una titolatura reale incisa sul trono

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