L'opera faceva parte della serie di pannelli raffiguranti le storie di Giuseppe ebreo che in origine erano inserite nell'arredo ligneo della camera nuziale di Pierfrancesco Bolgherini unitosi in matrimonio con Margherita Acciaioli nel 1515.
La borghesia magnatizia fiorentina si identificava facilmente nell'eroe biblico capace di mettere alla prova la propria virtù dimostrando benevolenza, castità, intelligenza, amore e abnegazione per la famiglia, doti che gli permettono di emergere dalle traversie, compiere una rapida scalata sociale e acquisire una straordinaria ricchezza, garantendo continuità e Fortuna alla stirpe