Giovanni Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino - Deposizione dalla croce, 1521

Giovanni Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino - Deposizione dalla croce, 1521

L'armonia universale e il perfetto equilibrio promossi dagli ideali umanistici risultavano ormai stridenti e inadeguati in quel periodo di forte instabilità politica e religiosa che caratterizzò la penisola italiana negli anni Venti del Cinquecento, sconvolta da pestilenze, scossa dalle lotte sanguinose tra Francesco I di Francia e l'imperatore Carlo V d'Asburgo ...
... e destabilizzata dalle denunce di Martin Lutero contro un potere papale corrotto.

Tra Roma e Firenze, alcuni avanguardisti sottoposero i canoni rinascimentali a una tale tensione emotiva da raggiungere un irreversibile punto di rottura: il manierismo. I colori esplosero, la costruzione dello spazio si sganciò dalle rigorose regole della geometria prospettica e i corpi abbandonarono la simmetria delle loro naturali proporzioni. Rosso Fiorentino fu uno dei principali attori di questa nuova pittura in cui si manifesta "la fine del Rinascimento". La sua originalissima deposizione della croce - dipinta nel 1521 per la chiesa di San Francesco a Volterra - contiene tutta la drammaticità del mondo di allora e sprigionano un'energia inedita che avrebbe poi condotto a grandi cambiamenti nella storia dell'arte. 

Tre scale di legno appoggiate a una croce pesante e tozza definiscono il palcoscenico limitato e compresso di questo dramma concitato. E' in corso una delicata operazione: la rimozione del corpo di Cristo dalla Croce. il capomastro - l'anziano Nicodemo, dottore della legge - è infuriato. "Cosa state facendo?" sembra gridare ai suoi uomini sporgendosi bruscamente oltre i bracci della Croce.

Gesù sta per scivolare a terra! In alto a sinistra infuocato dalla rabbia, Giuseppe d'Arimatea, in equilibrio precario sulla scala, è appena sceso con il piede destro di due gradini spingendo pericolosamente l'uomo al suo fianco, che - sbilanciato e indispettito - protende ormai ogni muscolo per evitare di cadere e trascinare con sé il corpo di Cristo. Allarmato, il manovale scapigliato alle spalle del defunto tenta di evitare il peggio: si aggrappa alla Croce e - con una spalla e un ginocchio - sostiene il corpo inerte cercando di ritrovare un equilibrio. Il garzone che gli regge la scala è stato distratto da un grido.

Maria Maddalena si è appena lanciata platealmente ai piedi di Maria, devastata da un dolore più contenuto, ormai priva di conoscenza e sorretta da due pie donne, una delle quali incrocia lo sguardo dell'osservatore per coinvolgerlo in questo spettacolo scomposto. La luce radente - anticipazione della fitta oscurità che, secondo i Vangeli, avvolse la terra poco dopo la crocifissione di Gesù - crea forti contrasti tra lumeggiature e ombreggiature e trasforma i panneggi in involucri cangianti e spigolosi, gabbie metalliche che intrappolano le figure in un dolore al quale non è possibile sottrarsi. San Giovanni Evangelista - insolitamente rosso di capelli - sembra accartocciato in una lamiera tagliente, metafora di un claustrofobico travaglio emotivo. 

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