Ippocrate, nato attorno al 460 a.C. sull'isola di Kos, è stato forse la prima persona al mondo di cui conosciamo la passione per la vita vegetale. I suoi studi sulle piante erano legate alla pratica della medicina: molte piante venivano utilizzate per curare le indisposizioni, per causarle, e un bravo dottore doveva essere in grado di distinguerle. Tuttavia quell'area di studio non aveva fatto molti passi in avanti quando, circa 700 anni dopo, Leonhart Fuchs, aspirante dottore bavarese, iniziò a fare le sue ricerche sulle piante.
Per porre rimedio a quella situazione, Fuchs decise di creare un giardino, che piano piano riempi con ogni genere di pianta su cui riusciva a mettere le mani. Si rivolse ai suoi amici in tutta Europa e a quelli in partenza verso il Nuovo Mondo affinché gli spedissero campioni o descrizioni delle piante in cui si imbattevano. Il frutto di questo duro lavoro, il De Historia stirpium commentarii insignes, venne finalmente pubblicato nel 1542.
Il libro contiene 512 immagini in cui lavorarono tre artisti diversi. Nel complesso, le immagini descrivono 400 piante spontanee e 100 piante coltivate, comprese le specie provenienti dal Nuovo Mondo che pochi europei avevano visto prima di allora. Il botanico tedesco diede dei nomi evocativi anche a piante che le persone avevano visto migliaia di volte. Stranamente però Fuchs non vide mai la pianta che oggi porta il suo nome. Anche se è diffusa in gran parte del mondo, il primo esemplare di fucsia di cui si hanno testimonianze in Europa non apparve fino al 1703, circa 40 anni dopo la morte di Fuchs: era una pianta selvatica cresciuta sull'isola di Hispaniola, nei Caraibi. L'uomo che la scoprì, il frate Charles Plumier, era un botanico, e per omaggiare il suo eroe diede alla pianta proprio il nome di Fuchs