[101] Isdem fere temporibus C Cassius cum classe Syrorum et Phoenicum et Cilicum in Siciliam venit, et cum esset Caesaris classis divisa in duas partes, dimidiae parti praeesset P Sulpicius praetor ad Vibonem, dimidiae M Pomponius ad Messanam, prius Cassius ad Messanam navibus advolavit, quam Pomponius de eius adventu cognosceret, perturbatumque eum nactus nullis custodiis neque ordinibus certis, magno vento et secundo completas onerarias naves taeda et pice et stupa reliquisque rebus, quae sunt ad incendia, in Pomponianam classem immisit atque omnes naves incendit XXXV, e quibus erant XX constratae Tantusque eo facto timor incessit, ut, cum esset legio praesidio Messanae, vix oppidum defenderetur, et nisi eo ipso tempore quidam nuntii de Caesaris victoria per dispositos equites essent allati, existimabant plerique futurum fuisse, uti amitteretur |
101 Quasi nel medesimo tempo Cassio con una flotta di navi siriache, fenicie e cilicie venne in Sicilia e, dal momento che la flotta di Cesare era divisa in due parti, una sotto il comando del pretore P Sulpicio presso Vibona, l'altra sotto il comando di M Pomponio presso Messina, egli si diresse con le sue navi a volo su Messina prima che Pomponio avesse sentore del suo arrivo; Trovatolo in preda a confusione, senza alcuna sorveglianza e con le navi non schierate, approfittando di un vento forte e favorevole, scagliò sulla flotta di Pomponio navi onerarie riempite di fiaccole, pece, stoppa e altro materiale incendiario e bruciò tutte le navi, in tutto trentacinque, di cui venti coperte Da tale avvenimento derivò un timore tanto grande che, sebbene vi fosse a Messina una legione di presidio, a stento la città fu difesa e, se nel medesimo tempo non fossero giunte, tramite cavalieri che facevano regolare servizio di informazione, notizie della vittoria di Cesare, i più ritenevano che la città sarebbe stata perduta |
Sed opportunissime nuntiis allatis oppidum est defensum; Cassiusque ad Sulpicianam inde classem profectus est Vibonem, applicatisque nostris ad terram navibus pari atque antea ratione Cassius secundum nactus ventum onerarias naves praeparatas ad incendium immisit, et flamma ab utroque cornu comprensa naves sunt combustae quinque Cumque ignis magnitudine venti latius serperet, milites, qui ex veteribus legionibus erant relicti praesidio navibus ex numero aegrorum, ignominiam non tulerunt, sed sua sponte naves conscenderunt et a terra solverunt impetuque facto in Cassianam classem quinqueremes duas, in quarum altera erat Cassius, ceperunt; sed Cassius exceptus scapha refugit; praeterea duae sunt depressae triremes |
Ma la città poté essere difesa grazie all'opportuno arrivo delle notizie e quindi Cassio puntò sulla flotta di Sulpicio a Vibona, Poiché i nostri avevano messo in secco circa quaranta navi per il medesimo timore, i Pompeiani ricorsero alla tattica di prima; Cassio, approfittando del vento favorevole spinse navi da carico allestite per provocare un incendio; e il fuoco appiccato da un'estremità e dall'altra fece incendiare cinque navi E poiché il fuoco per la violenza del vento si estendeva su di un fronte troppo vasto, i soldati delle vecchie legioni che, essendo malati, erano stati lasciati di presidio alle navi, non sopportarono la vergogna; spontaneamente si imbarcarono, salparono, assalirono la flotta di Cassio e catturarono due quinqueremi su una delle quali era Cassio; Ma Cassio fuggì raccolto da una imbarcazione; Furono inoltre prese due triremi |
Neque multo post de proelio facto in Thessalia cognitum est, ut ipsis Pompeianis fides fieret; nam ante id tempus fingi a legatis amicisque Caesaris arbitrabantur Quibus rebus cognitis ex his locis Cassius cum classe discessit [102] Caesar omnibus rebus relictis persequendum sibi Pompeium existimavit, quascumque in partes se ex fuga recepisset, ne rursus copias comparare alias et bellum renovare posset, et quantumcumque itineris equitatu efficere poterat, cotidie progrediebatur legionemque unam minoribus itineribus subsequi iussit Erat edictum Pompei nomine Amphipoli propositum, uti omnes eius provinciae iuniores, Graeci civesque Romani, iurandi causa convenirent |
Non molto tempo dopo si venne a sapere della battaglia avvenuta in Tessaglia così che la cosa risultò certa agli stessi Pompeiani; infatti prima di allora si pensava che fossero tutte invenzioni di ambasciatori e di amici di Cesare Venuto a conoscenza del fatto, Cassio si allontanò con la flotta da quei luoghi 102 Cesare, abbandonate tutte le altre cose, giudicò di dovere inseguire Pompeo in qualunque posto si rifugiasse fuggendo, in modo che non potesse radunare di nuovo altre truppe e riaprire le ostilità;; E ogni giorno avanzava di tanto quanto era possibile con la cavalleria e aveva dato ordine a una legione di tenere dietro a tappe più brevi Ad Anfipoli era stato emanato un editto in nome di Pompeo secondo cui tutti i giovani di quella provincia, Greci e cittadini romani, dovevano riunirsi per prestare giuramento militare |
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Cesare, De bello civili: Libro 03, 41-50
Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03, 41-50
Sed utrum avertendae suspicionis causa Pompeius proposuisset, ut quam diutissime longioris fugae consilium occultaret, an ut novis dilectibus, si nemo premeret, Macedoniam tenere conaretur, existimari non poterat Ipse ad ancoram unam noctem constitit et vocatis ad se Amphipoli hospitibus et pecunia ad necessarios sumptus corrogata, cognito Caesaris adventu, ex eo loco discessit et Mytilenas paucis diebus venit Biduum tempestate retentus navibusque aliis additis actuariis in Ciliciam atque inde Cyprum pervenit Ibi cognoscit consensu omnium Antiochensium civiumque Romanorum, qui illic negotiarentur, arma capta esse excludendi sui causa nuntiosque dimissos ad eos, qui se ex fuga in finitimas civitates recepisse dicerentur, ne Antiochiam adirent: id si fecissent, magno eorum capitis periculo futurum |
Ma non si poteva capire se Pompeo avesse emanato quell'editto per allontanare i sospetti in modo da nascondere il più a lungo possibile il proposito di fuga in zone più lontane o per tentare, con nuove leve, di conservare la Macedonia, se nessuno lo avesse attaccato Egli stesso rimase all'ancora una sola notte e, chiamati presso di sé gli ospiti di Anfipoli e richiesto del denaro per le spese necessarie, venuto a conoscenza dell'arrivo di Cesare, si allontanò da quel luogo e in pochi giorni giunse a Mitilene Fu trattenuto per due giorni dal maltempo e, aggiunte alle sue altre navi leggere, si recò in Cilicia e da qui a Cipro Qui venne a sapere che, col consenso di tutti gli abitanti di Antiochia e dei cittadini romani che lì facevano commercio, erano state prese le armi per impedirgli l'accesso alla città e che erano stati inviati ambasciatori a coloro che si diceva si fossero rifugiati nelle regioni vicine perché non venissero ad Antiochia; se lo avessero fatto, avrebbero corso grande pericolo di vita |
Idem hoc L Lentulo, qui superiore anno consul fuerat, et P Lentulo consulari ac nonnullis aliis acciderat Rhodi; qui cum ex fuga Pompeium sequerentur atque in insulam venissent, oppido ac portu recepti non erant missisque ad eos nuntiis, ut ex his locis discederent contra voluntatem suam naves solverant Iamque de Caesaris adventu fama ad civitates perferebatur [103] Quibus cognitis rebus Pompeius deposito adeundae Syriae consilio pecunia societatis sublata et a quibusdam privatis sumpta et aeris magno pondere ad militarem usum in naves imposito duobusque milibus hominum armatis, partim quos ex familiis societatum delegerat, partim a negotiatoribus coegerat, quosque ex suis quisque ad hanc rem idoneos existimabat, Pelusium pervenit |
Questa medesima cosa era accaduta a Rodi a L Lentulo, che l'anno precedente era stato console, all'ex console P Lentulo e ad alcuni altri; Essi, avendo seguito nella fuga Pompeo ed essendo giunti sull'isola, non erano stati accolti né nella città né nel porto e, quando fu loro notificato da legati l'ordine di allontanarsi da quei luoghi, pur contro la loro volontà presero il largo E ormai la notizia dell'arrivo di Cesare era arrivata fino a quelle città 103 Pompeo, venuto a conoscenza di questi fatti, abbandonato il piano di raggiungere la Siria, preso del denaro dagli appaltatori e chiestone altro a prestito ad alcuni privati, caricata sulle navi una grande quantità di bronzo per uso militare, armati duemila uomini, in parte scelti fra i servi degli appaltatori, in parte raccolti dai mercanti, quelli che ciascun mercante riteneva idonei a questo scopo, giunse a Pelusio |
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Cesare, De bello civili: Libro 01, 11-20
Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 11-20
Ibi casu rex erat Ptolomaeus, puer aetate, magnis copiis cum sorore Cleopatra bellum gerens, quam paucis ante mensibus per suos propinquos atque amicos regno expulerat; castraque Cleopatrae non longo spatio ab eius castris distabant Ad eum Pompeius misit, ut pro hospitio atque amicitia patris Alexandria reciperetur atque illius opibus in calamitate tegeretur Sed qui ab eo missi erant, confecto legationis officio liberius cum militibus regis colloqui coeperunt eosque hortari, ut suum officium Pompeio praestarent, neve eius fortunam despicerent In hoc erant numero complures Pompei milites, quos ex eius exercitu acceptos in Syria Gabinius Alexandriam traduxerat belloque confecto apud Ptolomaeum, patrem pueri, reliquerat |
Qui vi era per caso il re Tolomeo, appena fanciullo, che con truppe imponenti stava combattendo contro la sorella Cleopatra, che pochi mesi prima aveva scacciata dal regno su istigazione di amici e parenti; 'accampamento di Cleopatra non distava molto dal suo Pompeo mandò legati a Tolomeo per chiedergli, in nome dell'ospitalità e dell'amicizia del padre, di accoglierlo in Alessandria e proteggerlo nella disgrazia con le sue forze Ma gli ambasciatori che erano stati mandati da Pompeo, portato a termine l'incarico, cominciarono a parlare alquanto liberamente con i soldati del re e a esortarli a prestare il loro aiuto a Pompeo e a non abbandonarlo nella sua sorte Fra quelli vi erano parecchi ex soldati di Pompeo, dal cui esercito Gabinio li aveva accolti in Siria e poi condotti in Alessandria e, terminata la guerra, lasciati presso Tolomeo, padre del fanciullo |
[104] His tum cognitis rebus amici regis, qui propter aetatem eius in procuratione erant regni, sive timore adducti, ut postea praedicabant, sollicitato exercitu regio ne Pompeius Alexandriam Aegyptumque occuparet, sive despecta eius fortuna, ut plerumque in calamitate ex amicis inimici exsistunt, his, qui erant ab eo missi, palam liberaliter responderunt eumque ad regem venire iusserunt; ipsi clam consilio inito Achillam, praefectum regium, singulari hominem audacia, et L Septimium, tribunum militum, ad interficiendum Pompeium miserunt Ab his liberaliter ipse appellatus et quadam notitia Septimii productus, quod bello praedonum apud eum ordinem duxerat, naviculam parvulam conscendit cum paucis suis: ibi ab Achilla et Septimio interficitur Item L Lentulus comprehenditur ab rege et in custodia necatur |
104 Allora, venuti a conoscenza di queste cose, gli amici del re che per la giovane età del fanciullo avevano la reggenza del regno, sia perché spinti dal timore, come poi andavano dicendo, che Pompeo, sobillato l'esercito regio, occupasse Alessandria e l'Egitto, sia per disprezzo della sorte di Pompeo, infatti in genere nella disgrazia gli amici diventano nemici, risposero ai messi inviati da Pompeo con apparente cortesia, invitandolo a venire dal re; Ma, tenuto un consiglio segreto, inviarono Achilla, prefetto regio, uomo di singolare audacia, e L Settimio, tribuno militare, a ucciderlo Pompeo, avvicinato in modo cortese da costoro e incoraggiato da un certo rapporto di confidenza con Settimio, poiché durante la guerra piratica costui aveva guidato un reparto del suo esercito, salì con pochi dei suoi su una piccola nave; qui viene ucciso da Achilla e da Settimio Parimenti L Lentulo viene fatto catturare dal re e ucciso in carcere |
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Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 31-40
[105] Caesar, cum in Asiam venisset, reperiebat T Ampium conatum esse pecunias tollere Epheso ex fano Dianae eiusque rei causa senatores omnes ex provincia evocasse, ut his testibus in summa pecuniae uteretur, sed interpellatum adventu Caesaris profugisse Ita duobus temporibus Ephesiae pecuniae Caesar auxilium tulit Item constabat Elide in templo Minervae repetitis atque enumeratis diebus, quo die proelium secundum Caesar fecisset, simulacrum Victoriae, quod ante ipsam Minervam collocatum esset et ante ad simulacrum Minervae spectavisset, ad valvas se templi limenque convertisse Eodemque die Antiochiae in Syria bis tantus exercitus clamor et signorum sonus exauditus est, ut in muris armata civitas discurreret Hoc idem Ptolomaide accidit |
105 Cesare, giunto in Asia, scopriva che Tito Ampio aveva tentato di portare via il tesoro dal tempio di Diana a Efeso e che per questo motivo aveva chiamato tutti i senatori dalla provincia per averli a testimoni sulla somma di denaro, ma che era fuggito perché disturbato dall'arrivo di Cesare E così in due momenti diversi Cesare venne in soccorso del tesoro di Efeso Parimenti, calcolando i giorni a ritroso, si era notato che nel giorno in cui Cesare aveva vinto, nel tempio di Minerva a Elide, una statua della Vittoria, posta proprio davanti a quella di Minerva e rivolta fino a quel momento verso di essa, si era girata verso le porte e la soglia del tempio Nel medesimo giorno ad Antiochia, in Siria, due volte si udì il clamore dell'esercito e un suono di trombe tanto forte da fare accorrere da ogni parte i cittadini armati sulle mura La stessa cosa avvenne a Tolemaide |
Pergami in occultis ac reconditis templi, quo praeter sacerdotes adire fas non est, quae Graeci adyta appellant, tympana sonuerunt Item Trallibus in templo Victoriae, ubi Caesaris statuam consecraverant, palma per eos dies inter coagmenta lapidum ex pavimento exstitisse ostendebatur [106] Caesar paucos dies in Asia moratus, cum audisset Pompeium Cypri visum, coniectans eum in Aegyptum iter habere propter necessitudines regni reliquasque eius loci opportunitates cum legione una, quam se ex Thessalia sequi iusserat, et altera, quam ex Achaia a Q Fufio legato evocaverat, equitibusque DCCC et navibus longis Rhodiis X et Asiaticis paucis Alexandriam pervenit In his erant legionibus hominum milia tria CC; reliqui vulneribus ex proeliis et labore ac magnitudine itineris confecti consequi non potuerant |
A Pergamo, nei recessi e nelle zone segrete del tempio, dove non è lecito l'accesso tranne che ai sacerdoti, e che i Greci chiamano adyta, risuonarono i timpani Similmente a Tralli, nel tempio della Vittoria, dove avevano consacrato una statua di Cesare, veniva mostrata una palma spuntata in quei giorni dal pavimento fra le giunture delle pietre 106 Cesare, trattenutosi pochi giorni in Asia, avendo udito che Pompeo era stato visto a Cipro, congetturando che si dirigesse in Egitto, date le sue relazioni con questo regno e per le comodità che esso offriva, con una legione alla quale aveva dato ordine di seguirlo dalla Tessaglia, e con un'altra che aveva fatto condurre dall'Acaia dal luogotenente Q Fufio, con ottocento cavalieri e con dieci navi da guerra di Rodi e poche altre dell'Asia, giunse ad Alessandria Queste legioni erano formate da tremiladuecento soldati; gli altri, fiaccati dalle ferite sofferte nelle battaglie e dalla fatica e dalla lunghezza del viaggio, non poterono seguirlo |
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Sed Caesar confisus fama rerum gestarum infirmis auxiliis proficisci non dubitaverat, aeque omnem sibi locum tutum fore existimans Alexandriae de Pompei morte cognoscit atque ibi primum e nave egrediens clamorem militum audit, quos rex in oppido praesidii causa reliquerat, et concursum ad se fieri videt, quod fasces anteferrentur In hoc omnis multitudo maiestatem regiam minui praedicabat Hoc sedato tumultu crebrae continuis diebus ex concursu multitudinis concitationes fiebant, compluresque milites huius urbis omnibus partibus interficiebantur [107] Quibus rebus animadversis legiones sibi alias ex Asia adduci iussit, quas ex Pompeianis militibus confecerat Ipse enim necessario etesiis tenebatur, qui navigantibus Alexandria flant adversissimi venti |
Ma Cesare, confidando nella fama delle imprese compiute, non aveva esitato a partire sia pure con poche forze, giudicando che ogni luogo sarebbe risultato ugualmente sicuro Ad Alessandria venne a sapere della morte di Pompeo e qui, appena sceso dalla nave, udì le grida dei soldati che il re aveva lasciato di presidio nella città, e vide che una moltitudine di gente gli veniva incontro ostilmente, poiché i fasci lo precedevano Tutta la gente andava dicendo che la regia maestà veniva lesa da tale fatto Sedato questo tumulto, nei giorni seguenti vi furono numerose sedizioni originate da assembramenti di persone e parecchi soldati furono uccisi per le strade, in ogni parte della città 107 In considerazione di questi fatti, Cesare diede ordine che venissero trasferite dall'Asia altre legioni, che egli aveva formato con soldati pompeiani Egli stesso infatti era trattenuto forzatamente dai venti etesii, che soffiano contrari per chi salpa da Alessandria |