[61] Quibus rebus perterritis animis adversariorum Caesar, ne semper magno circuitu per pontem equitatus esset mittendus, nactus idoneum locum fossas pedum XXX in latitudinem complures facere instituit, quibus partem aliquam Sicoris averteret vadumque in eo flumine efficeret His paene effectis magnum in timorem Afranius Petreiusque perveniunt, ne omnino frumento pabuloque intercluderentur, quod multum Caesar equitatu valebat Itaque constituunt illis locis excedere et in Celtiberiam bellum transferre Huic consilio suffragabatur etiam illa res, quod ex duobus contrariis generibus, quae superiore bello cum Sertorio steterant civitates, victae nomen atque imperium absentis Pompei timebant, quae in amicitia manserant, magnis affectae beneficiis eum diligebant; Caesaris autem erat in barbaris nomen obscurius |
[61] Mentre gli animi degli avversari erano atterriti da questi eventi, Cesare, per non dovere sempre fare transitare la cavalleria per il ponte con un lungo giro, trovato un luogo idoneo, fece costruire parecchie fosse larghe trenta piedi con le quali deviare una parte del fiume Sicori e creare un guado in questo fiume Quasi terminati questi lavori, Afranio e Petreio sono colti dal grande timore di essere completamente tagliati fuori dai rifornimenti di frumento e foraggio, poiché Cesare era molto forte nella cavalleria Così essi stessi decidono di lasciare quei luoghi e trasferire in Celtiberia l'azione bellica Veniva in appoggio a questa decisione anche il fatto che delle due opposte fazioni che nella guerra precedente avevano parteggiato per Q Sertorio, le popolazioni vinte temevano il nome e il potere di Pompeo, benché lontano, quelle che erano rimaste nell'alleanza, colmate di grandi benefici, lo amavano, mentre il nome di Cesare fra quelle popolazioni barbare risultava alquanto poco noto |
Hic magnos equitatus magnaque auxilia exspectabant et suis locis bellum in hiemem ducere cogitabant Hoc inito consilio toto flumine Hibero naves conquiri et Octogesam adduci iubent Id erat oppidum positum ad Hiberum miliaque passuum a castris aberat XXX Ad eum locum fluminis navibus iunctis pontem imperant fieri legionesque duas flumen Sicorim traducunt, castraque muniunt vallo pedum XII [62] Qua re per exploratores cognita summo labore militum Caesar continuato diem noctemque opere in flumine avertendo huc iam rem deduxerat, ut equites, etsi difficulter atque aegre fiebat, possent tamen atque auderent flumen transire, pedites vero tantummodo umeris ac summo pectore exstarent et cum altitudine aquae tum etiam rapiditate fluminis ad transeundum impedirentur |
Qui in Celtiberia speravano in un gran numero di cavalieri e di truppe ausiliarie e, su un territorio a loro favorevole, pensavano di potere trascinare la guerra fino al periodo invernale Presa questa decisione danno ordine di radunare le navi reperite lungo tutto il corso del fiume Ebro e di condurle a Octogesa Questa era una città sulla riva del fiume a trenta miglia dall'accampamento Presso questa località ordinano di costruire un ponte di navi; conducono due legioni al di là del fiume Sicori e fortificano l'accampamento con un vallo di dodici piedi [62] Venuto a conoscenza della cosa tramite esploratori, Cesare, con durissimo lavoro dei soldati, senza posa di giorno e di notte, era giunto a tal punto nel deviare il fiume, che i cavalieri, sebbene con difficoltà e a stento, potevano tuttavia osarne l'attraversamento, ma i fanti stavano fuori solo con le spalle e la parte superiore del petto ed erano ostacolati nel passaggio dall'altezza delle acque e talora anche dalla rapidità delle correnti |
Sed tamen eodem fere tempore pons in Hibero prope effectus nuntiabatur, et in Sicori vadum reperiebatur [63] Iam vero eo magis illi maturandum iter existimabant Itaque duabus auxiliaribus cohortibus Ilerdae praesidio relictis omnibus copiis Sicorim transeunt et cum duabus legionibus, quas superioribus diebus traduxerant, castra coniungunt Relinquebatur Caesari nihil, nisi uti equitatu agmen adversariorum male haberet et carperet Pons enim ipsius magnum circuitum habebat, ut multo breviore itinere illi ad Hiberum pervenire possent Equites ab eo missi flumen transeunt et, cum de tertia vigilia Petreius atque Afranius castra movissent, repente sese ad novissimum agmen ostendunt et magna multitudine circumfusa morari atque iter impedire incipiunt |
Ma tuttavia quasi nel medesimo tempo veniva diffusa la notizia che il ponte sull'Ebro era quasi completato e che si era trovato un guado nel Sicori [63] Allora invero più che mai i nemici pensavano di dovere affrettare la partenza E così lasciate due coorti ausiliarie di guardia a Ilerda, con tutte le milizie attraversano il Sicori e si uniscono alle due legioni che l'avevano passato nei giorni precedenti A Cesare non rimaneva che molestare e assalire con la cavalleria la schiera nemica Infatti il passaggio sul suo ponte prevedeva un lungo giro, mentre i nemici potevano giungere all'Ebro con un tragitto più breve I cavalieri inviati da Cesare attraversano il fiume e, quando intorno alla mezzanotte Afranio e Petreio iniziano la marcia, si mostrano all'improvviso alla retroguardia nemica e, sparsisi in gran numero all'intorno, incominciano a creare ostacoli e a impedire la marcia |
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Cesare, De bello civili: Libro 01, 21-30
Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 21-30
[64] Prima luce ex superioribus locis, quae Caesaris castris erant coniuncta, cernebatur equitatus nostri proelio novissimos illorum premi vehementer ac nonnumquam sustineri extremum agmen atque interrumpi, alias inferri signa et universarum cohortium impetu nostros propelli, dein rursus conversos insequi Totis vero castris milites circulari et dolere hostem ex manibus dimitti, bellum non necessario longius duci; centuriones tribunosque militum adire atque obsecrare, ut per eos Caesar certior fieret, ne labori suo neu periculo parceret; paratos esse sese, posse et audere ea transire flumen, qua traductus esset equitatus Quorum studio et vocibus excitatus Caesar, etsi timebat tantae magnitudini fluminis exercitum obicere, conandum tamen atque experiendum iudicat |
[64] Allo spuntare del giorno dalle alture vicine all'accampamento di Cesare si scorgeva la retroguardia nemica, violentemente incalzata dagli attacchi della nostra cavalleria, talora resistere e talora venire sbaragliata; altre volte i nemici muovevano all'assalto e, con l'impeto di tutte le coorti insieme, facevano indietreggiare i nostri, poi di nuovo i nostri inseguivano i nemici dopo averli costretti a fare cambiamento di fronte In tutto l'accampamento poi si formavano capannelli di soldati che si lagnavano che Cesare si lasciasse sfuggire di mano il nemico e che la guerra di conseguenza andasse troppo per le lunghe; si rivolgevano ai tribuni dei soldati e ai centurioni a pregarli che per mezzo loro Cesare venisse informato di non badare alle loro fatiche o pericoli: essi erano pronti, erano in grado e osavano attraversare il fiume nel punto in cui era stata fatta passare la cavalleria Incoraggiato dalle loro voci e dal loro ardore, Cesare, pur temendo di esporre l'esercito alla piena di un fiume tanto grande, giudica tuttavia opportuno rischiare e fare il tentativo |
Itaque infirmiores milites ex omnibus centuriis deligi iubet, quorum aut animus aut vires videbantur sustinere non posse Hos cum legione una praesidio castris relinquit; reliquas legiones expeditas educit magnoque numero iumentorum in flumine supra atque infra constituto traducit exercitum Pauci ex his militibus abrepti vi fluminis ab equitatu excipiuntur ac sublevantur; interit tamen nemo Traducto incolumi exercitu copias instruit triplicemque aciem ducere incipit Ac tantum fuit in militibus studii, ut milium sex ad iter addito circuitu magnaque ad vadum fluminis mora interposita eos, qui de tertia vigilia exissent, ante horam diei VIIII consequerentur |
Ordina pertanto di selezionare fra tutte le compagnie i soldati più deboli il cui coraggio e forza sembravano non essere all'altezza dell'impresa Lascia costoro con una legione a guardia dell'accampamento; conduce fuori le rimanenti legioni senza bagagli e, posto un grande numero di bestie da tiro e da soma al di sopra e al di sotto del guado, fa attraversare all'esercito il fiume A pochi di questi soldati le armi furono portate via dalla corrente; vengono raccolti e sostenuti dalla cavalleria; nessuno tuttavia perde la vita Fatto passare incolume l'esercito, Cesare schiera le milizie e incomincia a condurre avanti l'esercito disposto su tre file E nei soldati tanto fu l'ardore che, nonostante l'allungamento della marcia con un giro di sei miglia e il lungo indugio nel guadare il fiume, prima delle tre del pomeriggio raggiunsero quelli che erano usciti dall'accampamento dopo la mezzanotte |
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Cesare, De bello civili: Libro 03; 81-90
Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 81-90
[65] Quos ubi Afranius procul visos cum Petreio conspexit, nova re perterritus locis superioribus constitit aciemque instruit Caesar in campis exercitum reficit, ne defessum proelio obiciat; rursus conantes progredi insequitur et moratur Illi necessario maturius, quam constituerant, castra ponunt Suberant enim montes, atque a milibus passuum V itinera difficilia atque angusta excipiebant Hos montes intrasse cupiebant, ut equitatum effugerent Caesaris praesidiisque in angustiis collocatis exercitum itinere prohiberent, ipsi sine periculo ac timore Hiberum copias traducerent Quod fuit illis conandum atque omni ratione efficiendum; sed totius diei pugna atque itineris labore defessi rem in posterum diem distulerunt Caesar quoque in proximo colle castra ponit |
[65] Quando Afranio con Petreio li scorse di lontano e li riconobbe, atterrito dalla situazione inaspettata, si fermò nei luoghi più elevati e schierò l'esercito in ordine di battaglia Cesare lascia riposare l'esercito in pianura per non esporlo stanco al combattimento; insegue e cerca di trattenere il nemico che tenta di nuovo di riprendere il cammino I nemici sono costretti ad accamparsi prima di quanto avevano stabilito Infatti le montagne erano a ridosso e a distanza di cinque miglia li attendevano strade difficili e strette Desideravano entrare fra questi monti per sfuggire alla cavalleria di Cesare e, dopo avere posto presidi nelle zone più anguste, impedire l'avanzata del suo esercito e potere essi stessi senza pericolo e paura condurre le milizie al di là dell'Ebro Essi dovevano tentare e portare a termine a ogni costo tale operazione; ma stanchi per il combattimento di tutto il giorno e per la fatica del cammino rimandarono al giorno successivo il progetto Anche Cesare pone l'accampamento su un colle vicino |
[66] Media circiter nocte eis, qui aquandi causa longius a castris processerant, ab equitibus correptis fit ab his certior Caesar duces adversariorum silentio copias castris educere Quo cognito signum dari iubet et vasa militari more conclamari Illi exaudito clamore veriti, ne noctu impediti sub onere confligere cogerentur aut ne ab equitatu Caesaris in angustius tenerentur, iter supprimunt copiasque in castris continent Postero die Petreius cum paucis equitibus occulte ad exploranda loca proficiscitur Hoc idem fit ex castris Caesaris Mittitur L Decidius Sasa cum paucis, qui loci naturam perspiciat |
[66] Intorno alla mezzanotte, Cesare viene informato dai soldati di Afranio che si erano allontanati per procurare acqua ed erano stati catturati dalla cavalleria, che i capi nemici in silenzio facevano uscire le truppe dall'accampamento Conosciuta la mossa, fa dare il segnale d'allarme e fa gridare, secondo il costume militare: Ai bagagli Gli Afraniani, sentito chiaramente il baccano, temendo di essere costretti a combattere di notte impacciati dal peso del bagaglio o di rimanere chiusi dalla cavalleria di Cesare nelle zone anguste, interrompono la marcia e trattengono le truppe nell'accampamento Il giorno dopo Petreio con pochi cavalieri va a esplorare di nascosto il territorio Dall'accampamento di Cesare si fa altrettanto Viene mandato L Decidio Saxa con pochi soldati a osservare la natura del luogo |
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Cesare, De bello civili: Libro 03; 71-80
Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 71-80
Uterque idem suis renuntiat: V milia passuum proxima intercedere itineris campestris, inde excipere loca aspera et montuosa; qui prior has angustias occupaverit, ab hoc hostem prohiberi nihil esse negotii [67] Disputatur in consilio a Petreio atque Afranio et tempus profectionis quaeritur Plerique censebant, ut noctu iter facerent: posse prius ad angustias veniri, quam sentiretur Alii, quod pridie noctu conclamatum esset in Caesaris castris, argumenti sumebant loco non posse clam exiri Circumfundi noctu equitatum Caesaris atque omnia loca atque itinera obsidere; nocturnaque proelia esse vitanda, quod perterritus miles in civili dissensione timori magis quam religioni consulere consuerit |
Entrambi riferiscono ai loro la medesima notizia: le prime cinque miglia di strada sono in pianura, vengono quindi luoghi aspri e montuosi; l'esercito che per primo avesse occupato questi passi angusti avrebbe senza difficoltà tenuto lontano di qui il ne-mico [67] Petreio e Afranio in un consiglio di guerra discutono per fissare il momento migliore per la partenza I più proponevano che si marciasse di notte: si poteva giungere alle gole prima che i Cesariani se ne accorgessero Altri, tirando in ballo che la notte precedente era stato dato l'allarme nell'accampamento di Cesare, sostenevano che non si poteva partire di nascosto Dicevano che la cavalleria di Cesare di notte s'aggirava nei dintorni e presidiava ogni luogo e via; sostenevano che si dovevano evitare combattimenti notturni, poiché un soldato spaventato in una guerra civile di solito dà ascolto più alla paura che al giuramento |
At lucem multum per se pudorem omnium oculis, multum etiam tribunorum militum et centurionum praesentiam afferre; quibus rebus coerceri milites et in officio contineri soleant Quare omni ratione esse interdiu perrumpendum: etsi aliquo accepto detrimento, tamen summa exercitus salva locum, quem petant, capi posse Haec vincit in consilio sententia, et prima luce postridie constituunt proficisci [68] Caesar exploratis regionibus albente caelo omnes copias castris educit magnoque circuitu nullo certo itinere exercitum ducit Nam quae itinera ad Hiberum atque Octogesam pertinebant castris hostium oppositis tenebantur |
Ma la luce del giorno da sola sollecita un senso di vergogna, perché si agisce davanti agli occhi di tutti; molta vergogna arreca anche la presenza dei tribuni e dei centurioni Tutto ciò, di solito, fa sì che i soldati facciano il loro dovere; perciò, a ogni costo, dovevano aprirsi un passaggio; anche a prezzo di qualche perdita si sarebbe salvato il grosso dell'esercito e si sarebbe potuta raggiungere la postazione desiderata Nel consiglio prevale questo parere e stabiliscono di partire il giorno dopo all'alba [68] Cesare, fatti esplorare i luoghi, all'alba conduce tutte le milizie fuori dall'accampamento e fa loro fare un lungo giro senza un percorso prestabilito Infatti le strade che conducevano all'Ebro e a Octogesa erano in possesso dei nemici che vi avevano posto di fronte l'accampamento |
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Ipsi erant transcendendae valles maximae ac difflcillimae; saxa multis locis praerupta iter impediebant, ut arma per manus necessario traderentur, militesque inermes sublevatique alii ab aliis magnam partem itineris conficerent Sed hunc laborem recusabat nemo, quod eum omnium laborum finem fore existimabant, si hostem Hibero intercludere et frumento prohibere potuissent [69] Ac primo Afraniani milites visendi causa laeti ex castris procurrebant contumeliosisque vocibus prosequebantur nostros: necessarii victus inopia coactos fugere atque ad Ilerdam reverti Erat enim iter a proposito diversum, contrariamque in partem iri videbatur |
Cesare doveva quindi attraversare valli molto estese e inaccessibili, in molte parti rocce scoscese impedivano il passaggio sicché era necessario passare le armi di mano in mano e i soldati avanzavano per gran tratto gli uni tirando su gli altri disarmati Ma nessuno rifiutava questa fatica poiché pensavano che, se avessero potuto impedire al nemico di passare l'Ebro e privarlo del frumento, quella sarebbe stata la fine di tutte le fatiche [69] In principio i soldati di Afranio uscivano lieti fuori dall'accampamento a osservare e accompagnavano i nostri con grida di oltraggio: gridavano che erano costretti a fuggire e a ritornare a Ilerda per mancanza di viveri Infatti la marcia era all'opposto della meta proposta e sembrava che si procedesse in direzione contraria |