Seneca, De Otio: 01; 01 - 04, pag 4

Seneca, De Otio: 01; 01 - 04

Latino: dall'autore Seneca, opera De Otio parte 01; 01 - 04
[IV] [1] Duas res publicas animo complectamur, alteram magnam et uere publicam qua di atque homines continentur, in qua non ad hunc angulum respicimus aut ad illum sed terminos ciuitatis nostrae cum sole metimur, alteram cui nos adscripsit condicio nascendi; haec aut Atheniensium erit aut Carthaginiensium aut alterius alicuius urbis quae non ad omnis pertineat homines sed ad certos [IV] [1] Compariamo nellanimo die stati, luno grande e davvero pubblico nel quale sono contenuti gli dei e gli auomini, nel quale non guardiamo verso questo o quellangolo, ma poniamo con il sole i confini della nostra città; laltra a cui ci assegnò la condizione di nascita; questa sarà o degli Ateniesi o dei Cartaginesi o di una qualsiasi altra città che non è comune a tutti gli uomini, ma solo ad alcuni
Quidam eodem tempore utrique rei publicae dant operam, maiori minorique, quidam tantum minori, quidam tantum maiori E alcuni certo danno contemporaneamente aiuto alluno e allaltro stato, al più grande e al più piccolo, altri solo al più piccolo, altri solo al più grande
[2] Huic maiori rei publicae et in otio deseruire possumus, immo uero nescio an in otio melius, ut quaeramus quid sit uirtus, una pluresne sint, natura an ars bonos uiros faciat; unum sit hoc quod maria terrasque et mari ac terris inserta complectitur, an multa eiusmodi corpora deus sparserit; continua sit omnis et plena materia ex qua cuncta gignuntur, an diducta et solidis inane permixtum; quae sit dei sedes, opus suum spectet an tractet, utrumne extrinsecus illi circumfusus sit an toti inditus; inmortalis sit mundus an inter caduca et ad tempus nata numerandus [2] Noi possiamo essere utili a questo stato maggiore anche a riposo, anzi davvero non so se sia meglio a riposo per chiederci che cosa sia la virtù, se sia una sola o ne siano molte, se sia la natura o la civiltà a fare buoni gli uomini; se è una sola la cosa che abbraccia e mai e le terre e le cose inserite fra mare e terreo se un dio ha sparpagliato molti corpi di tal fatta; se la materia da cui sono nate tutte le cose sia continua e piena o discontinua e un vuoto mischiato a cose solide; quale sia la casa del dio, se il suo dovere è guardare o intervenire, se labbia abbracciata essendone rimasto fuori o se sia immanente a tutto; se il mondo sia immortale o se sia da annoverare fra le cose caduche e create per un determinato periodo

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ne tanta eius opera sine teste sint Affinché la sua grande opera non sia senza testimone

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