Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 16-60, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 16-60

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 16-60
sucidam inponunt et desquamatis, percussis, lividis, incussis, conlisis, contritis, deiectis, capitis et aliis doloribus, stomachi inflammationi ex aceto et rosaceo

cinis eius inlinitur adtritis, vulneratis, ambustis

et in oculorum medicamenta additur, item in fistulas auresque suppuratas

[34] ad hoc detonsam eam, alii evolsam, decisis summis partibus siccant carpuntque et in fictili crudo conponunt ac melle perfundunt uruntque

alii astulis taedae subiectis et subinde interstratis oleo adspersam accendunt cineremque in labellis aqua addita confricant manu et considere patiuntur, idque saepius mutantes aquam, donec linguam adstringat leniter nec mordeat; tum cinerem reponunt

vis eius septica est efficacissimeque genas purgat
Applicano quella grassa anche per escoriazioni, colpi, lividi, contusioni, ammaccature, schiacciature, cadute, per i dolori di teste e altri, per l'infiammazione di stomaco con aceto ed olio di rosa

La sua cenere è spalmata per scorticati, feriti, bruciati

E' aggiunta anche nelle medicine degli occhi, anche sulle fistole e le orecchie suppurate

[34] Per questo tagliate le parti estreme seccano e cardano quella tosata, altri quella strappata e ripongono in un vaso di terra non cotto e cospargono col miele e bruciano

Altri messi sotto frammenti di legno e poi interposti accendono quella cosparsa con olio e aggiunta acqua impastano la cenere con la mano nei catini e lasciano sedimentare, e questo più volte cambiando l'acqua, finché stringa leggermente la lingua e non irriti; allora conservano la cenere

La sua forza è settica e purifica molto efficacemente le palpebre
[35] Quin ipsae sordes pecudum sudorque feminum et alarum adhaerentes lanis, oesypum vocant, innumeros prope usus habent

in Atticis ovibus genito palma

fit pluribus modis, sed probatissimum lana ab iis partibus recenti concerpta aut quibuscumque sordibus sucidis primum collectis lento igni in aëneo subfervefactis et refrigeratis pinguique, quod supernatet, collecto in fictile vas iterumque decocta priore materia; quae pinguitudo utraque frigida aqua lavatur et in linteo saccatur ac sole torretur, donec candida fiat ac tralucida; tum in stagnea pyxide conditur

[36] probatio, ut sordium virus oleat etiam manu fricante ex aqua non liquetur, sed albescat ut cerussa

oculis utilissimum contra inflammationes genarumque callum
[35] Anzi gli unti stessi delle pecore e il sudore dei femori e delle piegature che aderiscono alle lane, lo chiamano esipo, hanno usi quasi innumerevoli

Il primato a quello generato fra le pecore dell'Attica

Si ricava in diversi modi, ma il più apprezzato con la lana recente presa da queste parti o da qualunque sporcizia grassa dapprima riunite su fuoco lento in un vaso di rame bollite e raffreddate e raccolto il grasso, che galleggia, in un vaso di terracotta bollito nuovamente con la precedente sostanza; entrambe queste untuosità si lavano con acqua fredda e si filtrano nel lino e si seccano al sole, finché diventa candida e trasparente; allora è conservata in un vaso di stagno

[36] La lavorazione, sebbene si senta un cattivo odore anche strofinando con la mano non si scioglie con l'acqua, ma biancheggia come la biacca

Utilissimo per gli occhi contro le infiammazioni e la callosità delle palpebre
quidam in testa torrent, donec pinguitudinem amittat, utilius tale existimantes erosis et duris genis, angulis scabiosis et lacrimantibus

[37] ulcera non oculorum modo sanat, sed oris etiam et genitalium cum anserino adipe

medetur et vulvae inflammationibus et sedis rhagadiis et condylomatis cum meliloto ac butryo

reliquos usus eius digeremus

sordes quoque caudarum concretae in pilulas siccatae per se tusaeque in farinam et inlitae dentibus mire prosunt, etiam labantibus, gingivisque, si carcinoma serpat; [38] iam vero pura vellera aut per se inposita caecis doloribus aut accepto sulpure, et cinis eorum genitalium vitiis, tantumque pollent, ut medicamentis quoque superponantur

medentur ante omnia et pecori ipsi, si fastidio non pascantur
Alcuni lo riscaldano nei recipienti, finché perde l'untuosità, ritenendolo più utile così per le palpebre corrose e dure, per gli angoli rugosi e lacrimanti

[37] Cura non solo le ulcere degli occhi, ma anche della bocca e dei genitali con grasso d'oca

Cura anche le infiammazioni dell'organo femminile e le ragadi del sedere e i condilomi con meliloto e burro

Specificheremo i suoi restanti usi

Anche le impurità delle code formate in pillole seccate da sole e ridotte in polvere e spalmate giovano meravigliosamente ai denti, anche instabili, e alle gengive, se serpeggia il carcinoma; [38] Le lane pulite inoltre o applicate da sole per i dolori interni o con zolfo aggiunto, e la cenere per i mali dei loro genitali, e servono tanto, che sono messe anche sopra i medicamenti

Curano prima di tutto anche la pecora stessa, se non sono condotte al pascolo con disgusto

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 86-96

cauda enim quam artissime praeligata, evolsa inde lana, statim vescuntur, traduntque quod extra nodum sit e cauda praemori

[39] Lanae habent et cum ovis societatem simul fronti inpositae contra epiphoras

non opus est eas in hoc usu radicula esse curatas neque aliud quam candidum ex ovo infundi ac pollinem turis

Ova per se infuso candido oculis epiphoras cohibent urentesque refrigerant, quidam cum croco praeferunt, et pro aqua miscentur collyriis; infantibus vero contra lippitudines, ut vix aliud, remedio sunt butyro admixto recenti

[40] eadem cum oleo trita ignes sacros leniunt betae foliis superinligatis

candido ovorum in oculis et pili reclinantur Hammoniaco trito admixtoque et vari in facie cum pineis nucleis ac melle modico

ipsa facies inlita sole non uritur
Infatti con la coda legata quanto più stretta, con lana strappata da qui, subito mangiano, e tramandano che quella parte che è oltre il nodo della coda cade

[39] Le lane hanno anche comunanza con le uova poste insieme sulla fronte contro le lacrimazioni

Non è necessario che esse per quest'uso siano trattate con la radichetta né che sia versato altro che il bianco dell'uovo e la polvere d'incenso

Le uova da sole con l'albume versato negli occhi bloccano le lacrimazioni che bruciano e rinfrescano, alcuni preferiscono con lo zafferano, e sono mescolati ai colliri al posto dell'acqua; invece per i bambini contro le cisposità, poiché a stento trovano altro, a rimedio con burro fresco mescolato

[40] Le stesse sbattute con l'olio calmano gli erpes con foglie di bietola applicate sopra

Con l'albume delle uova sugli occhi sono reclinate anche le ciglia con ammoniaca tritata e mescolata e le chiazze sul viso con semi di pinolo e poco miele

La faccia stessa spalmata non si brucia al sole
ambusta aquis si statim ovo occupentur, pusulas non sentiunt, quidam admiscent farinam hordeaciam et salis parum, ulceribus vero ex ambusto cum candido ovorum tostum hordeum et suillo adipe mire prodest

[41] eadem curatione ad sedis vitia utuntur, infantibus quidem etiam si quid ibi procidat; ad pedum rimas ovorum candido decocto cum cerussae denariorum II pondere, pari spumae argenti, murrae exiguo, dein vino; ad ignem sacrum candido ovorum ternum cum amylo

aiunt et vulnera candido glutinari calculosque pelli

[42] Lutea ovorum cocta, ut indurescant, admixto croco modice, item melle, ex lacte mulieris inlita dolores oculorum mitigant, vel cum rosaceo et mulso lana oculis inposita, vel cum trito apii semine ac polenta in mulso inlita
Le scottature con le acqua se sono subito spalmate con l'uovo, non formano le pustole, alcuni mescolano farina d'orzo e un poco di sale, invece per le ulcere da scottatura giova straordinariamente orzo tostato con albume di uova e grasso di maiale

[41] Usano la stessa cura per i mali del sedere, alcuni anche per i bambini se vi prolassa qualcosa; per le screpolature dei piedi con albume decotto con 2 dosi di denario di biacca, uguale di spuma d'argento, con un poco di mirra, poi con vino; per l'erpes con albume di tre uova con amido

Dicono anche che le ferite si rimarginano con l'albume e che sono eliminati e calcoli

[42] I tuorli delle uova cotti, affinché induriscano, con zafferano moderatamente mescolato, anche miele, spalmati con latte di donna calmano i dolori degli occhi, o messi sugli occhi con la lana con olio di rosa e vino mielato, o col seme di sedano tritato e polenta sciolta nel vino mielato

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 14-29

prodest et tussientibus per se luteum devoratum liquidum ita, ut dentibus non attingatur, thoracis destillationibus, faucium scabritiae

privatim contra haemorrhoidas morsui inlinuntur sorbeturque crudum

[43] prodest et renibus, vesicae rosionibus exulcerationibusque

cruenta excreantibus V ovorum lutea in vini hemina cruda sorbentur, dysintericis cum cinere putaminis sui et papaveris suco ac vino

dantur coeliacis cum uvae passae pinguis pari pondere et malicorii per triduum aequis portionibus, et alio modo lutea ovorum III, lardi veteris et mellis quadrantibus, vini veteris cyathis III, trita ad crassitudinem mellis

[44] et, cum opus sit, abellanae nucis magnitudine ex aqua pota, item ex oleo fricta terna, totis ovis pridie maceratis in aceto; sic et lientericis, sanguinem autem reicientibus cum III cyathis musti
Giova anche per chi tossisce il tuorlo da solo mangiato liquido così, che non si tocchi con i denti, per i catarri del petto, la ruvidezza delle gole

In particolare sono spalmati per il morso contro i serpenti hemorrois e si beve crudo

[43] Giova anche ai reni, alle erosioni e alle ulcerazioni della vescica

Cinque tuorli di uova sono bevuti crudi in un'emina di vino da quelli che sputano sangue, per i dissenterici con la cenere del suo guscio e col succo del papavero e vino

Sono dati ai celiaci con uguale peso di uva passa densa e di scorza di melagrana per tre giorni in dosi uguali, e in altro modo 3 tuorli di uova, con tre once di lardo vecchio e miele, con 3 bicchieri di vino vecchio, tritati fino alla densità del miele

[44] E, quando sia necessario, bevuti con acqua nella grandezza di una nocella, anche tre fritti con olio, uova tutte macerate il giorno prima in aceto; così anche per i malati di milza, poi con 3 bicchieri di mosto per chi emette sangue
utuntur isdem ad liventia, si vetustiora sint, cum bulbis ac melle

sistunt et menses mulierum cocta et e vino pota, inflationes quoque vulvae cruda cum oleo ac vino inlita

[45] utilia sunt et cervicis doloribus cum anserino adipe quoque prosint, sedis etiam vitiis indurata igni, ut calore quoque prosint, et condylomatis cum rosaceo; item abustis durata in aqua, mox in pruna putaminibus exustis, tum lutea ex rosaceo inlinuntur

fiunt et tota lutea, quae vocant sitista, cum triduo incubita tolluntur

stomachum dissolutum confirmant pulli ovorum cum gallae dimidio ita, ne ante II horas alius cibus sumatur

dant et dysintericis pullos in ipso ovo decoctos admixta vini austeri hemina et pari modo olei polentaeque

[46] Membrana putamini detracta sive crudo sive cocto labrorum fissuris medetur, putaminis cinis in vino potus sanguinis eruptionibus
Usano gli stessi per i lividi, se sono più vecchi, con cipolle e miele

Bloccano anche i cicli delle donne cotti e bevuti col vino, crudi anche i rigonfiamenti dell'organo femminile spalmati con olio e vino

[45] Sono utili e giovano anche per i dolori della nuca con grasso d'oca, rassodati al fuoco anche per i mali del sedere, affinché giovino anche col calore, e con olio di rosa per i condilomi; anche per le scottature rassodati nell'acqua, poi bruciati i gusci sulla brace, allora i tuorli sono spalmati con olio di rosa

Capitano anche interi tuorli, che chiamano sitista, quando sono tolti covati per tre giorni

I pulcini delle uova con metà noce di galla rinforzano lo stomaco debole così, che non sia preso altro cibo prima di due ore

Danno anche ai dissenterici pulcini cotti nell'uovo stesso con un'emina di vino aspro mescolata e con pari misura di olio e polenta

[46] La membrana sottratta al guscio sia crudo sia cotto cura le screpolature delle labbra, la cenere del guscio bevuta nel vino le emissioni di sangue

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 10-15
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 10-15

comburi sine membrana oportet

sic fit et dentifricium

idem cinis et mulierum menses cum murra inlitus sistit

firmitas putaminum tanta est, ut recta nec vi nec pondere ullo frangantur nec nisi paulum inflex rotunditate

[47] Tota ova adiuvant partum cum ruta et aneto et cumino pota e vino

scabiem corporum ac pruritum oleo et cedria admixtis tollunt, ulcera quoque umida in capite cyclamino admixta

ad puris et sanguinis excreationes ovum crudum cum porri sectivi suco parique mensura mellis Graeci calefactum hauritur

dantur et tussientibus cocta et trita et cruda cum passo oleique pari modo

infunduntur et virilitatis vitiis singula cum ternis cyathis passi amylique semuncia a balneis; adversus ictus serpentium cocta tritaque adiecto nasturtio inlinuntur
E' necessario essere bruciato senza membrana

Così si ricava anche il dentifricio

La cenere stessa spalmata con mirra ferma i cicli delle donne

La compattezza dei gusci è tanta, che dritti non sono rotti né con la forza né con alcun peso se non con la rotondità un poco obliqua

[47] Le uova intere aiutano il parto bevute col vino con la ruta e l'aneto e il cumino

Tolgono la scabbia dei corpi e il prurito con l'olio e mescolate con pece di cedro, anche le ulcere umide sulla testa mescolate al ciclamino

Per le emissioni di pus e sangue si beve un uovo crudo riscaldato con succo di cipollina e con uguale misura di miele greco

Sono date anche a quelli che tossiscono cotte e tritate e crude con vino passito e uguale misura di olio

Sono infusi anche per i mali della virilità ciascuno con tre bicchieri di vino passito e mezza oncia di amido dopo i bagni; contro i morsi dei serpenti sono spalmate cotte e tritate con nasturzio aggiunto
[48] Cibo quot modis iuvent, notum est, cum transmeent faucium tumorem calfactuque obiter foveant

nullus est alius cibus, qui in aegritudine alat neque oneret simulque vim potus et cibi habeat

[49] maceratorum in aceto molliri diximus putamen; talibus cum farina in panem subactis coeliaci recreantur

quidam ita resoluta in patinis torrere utilius putant, quo genere non alvos tantum, sed et menses feminarum sistunt, aut, si maior sit impetus, cruda cum farina et aqua hauriuntur

et per se lutea ex iis decocuntur in aceto, donec indurescant, iterumque cum trito pipere torrentur ad cohibendas alvos
[48] E' noto in quanti modi giovino col cibo, quando attraversano il gonfiore delle gole e intanto col calore riscaldano

Non c'è nessun altro cibo, che nella malattia nutra e non appesantisca ed abbia insieme la forza di bevanda e di cibo

[49] Abbiamo detto che il guscio di quelle macerate nell'aceto viene ammorbidito; con queste impastate nella farina col pane sono risanati i celiaci

Alcuni pensano scaldare più utilmente nei piatti quelle così trattate, in tale modo fermano non solo gli intestini, ma anche i cicli delle donne, o, se c'è maggior flusso, sono bevute crude con farina ed acqua

Anche i tuorli da soli sono cotti con queste nell'aceto, finché s'induriscano, e nuovamente sono scaldate con pepe tritato per frenare gli intestini

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 01 - 28

[50] fit et dysintericis remedium singulare ovo effuso in fictile novum eiusdemque ovi mensura, ut paria sint omnia, melle, mox aceto, item oleo confusis crebroque permixtis; quo fuerint ea excellentiora, hoc praesentius remedium erit

alii eadem mensura pro oleo et aceto resinam adiciunt rubentem vinumque; et alio modo temperant, olei tantum mensura pari pineique corticis II sexagensimis denarii, una eius quod rhum diximus, mellis obolis V simul decoctis, ita ut cibus alius post IIII horas sumatur

torminibus quoque multi medentur ova bina cum alii spicis IIII una terendo vinique hemina calefaciendo atque ita potui dando

[51] et, ne quid desit ovorum gratiae, candidum ex iis admixtum calci vivae glutinat vitri fragmenta; vis vero tanta est, ut lignum perfusum ovo non ardeat ac ne vestis quidem contacta aduratur
[50] Si ottiene anche un rimedio singolare per i dissenterici con l'uovo versato in un vaso di terracotta nuovo e con la misura dell'uovo stesso, affinché siano tutte uguali, con miele, poi aceto, anche olio mescolati e spesso amalgamati; quanto più eccellenti saranno stati questi elementi, più valido sarà questo rimedio

Altri aggiungono resina rossiccia e vino nella stessa misura invece di olio e aceto; stemperano anche in altro modo, solo un'uguale dose di olio e due sessantesimi di denario di corteccia di pino, una di quello che abbiamo chiamato rhus, cotti insieme con 5 oboli di miele, così che sia preso altro cibo dopo 4 ore

Molti curano anche le coliche col tritare insieme due uova con 4 spicchi di aglio e col riscaldare in un'emina di vino e col dare così da bere

[51] E, affinché non manchi qualche pregio delle uova, l'albume misto con esse alla calce viva incolla i frammenti di vetro; è tanta quindi la forza, che la legna bagnata con l'uovo non brucia e non si accende nemmeno una veste toccata

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