supra Aethiopas Aroteras insulae quae Aliaeu vocantur, item Bacchias et Antibacchias et Stratioton hinc in ora Aethiopiae sinus incognitus, quod miremur, cum ulteriora mercatores scrutentur, promunturium in quo fons Cucios, expetitus navigantibus; [174] ultra Isidis portus, decem dierum remigio ab oppido Adulitarum distans; in eum Trogodytis myrra confertur insulae ante portum duae Pseudopylae vocantur, interiores totidem Pylae; in altera stelae lapideae litteris ignotis ultra sinus Avalitu, dein insula Diodori et aliae desertae, per continentem quoque deserta, oppidum Gaza, promunturium et portus Mossylites, quo cinnamum devehitur hucusque Sesostris exercitum duxit aliqui unum Aethiopiae oppidum ultra ponunt in litore Baragaza |
Sopra gli Etiopi Aroteri le isole che sono chiamate Alieo, poi Bacchia e Antibacchia e Stratiota Da qui sulla costa un golfo sconosciuto d'Etiopia, che guarderemo meravigliati, poiché i mercanti esploreranno luoghi più oltre, un promontorio su cui (c'è) la fonte Cucia, ricercata dai naviganti; [174] Oltre il porto di Iside, che dista dieci giorni di navigazione dalla città degli Aduliti; in esso è portata la mirra dai Trogoditi Le due isole davanti al porto sono chiamate Pseudopile, altrettante le Pile interne; su una stele di pietra con lettere sconosciute Oltre il golfo Abalito, poi l'isola di Diodoro e altre disabitate, la città di Gaza, il promontorio e il porto di Mossilite, dove è portato il cinnamo Sesostri condusse fin qui l'esercito Alcuni collocano un'unica città dell'Etiopia oltre sulla costa, Baragaza |
[175] A Mossylico promunturio Atlanticum mare incipere vult Iuba praeter Mauretanias suas Gadis usque navigandum coro, cuius tota sententia hoc in loco subtrahenda non est; a promunturio Indorum quod vocetur Lepte Acra, ab aliis Drepanum, proponit recto cursu praeter Exustam ad Malichu insulam |XV| p esse, inde ad locum quem vocant Sceneos CCXXV p, inde ad insulam Sadanum CL: sic fieri ad apertum mare |XVIII| LXXV p [176] reliqui omnes propter ardorem solis navigari posse non putaverunt; quin et commercia ipsa infestant ex insulis Arabes, Ascitae appellati, quoniam bubulos utres binos insternentes ponte piraticam exercent sagittis venenatis gentes Trogodytarum idem Iuba tradit Therothoas a venatu dictos, mirae velocitatis, sicut Ichthyophagos, natantes ceu maris animalia, Bangenos, Zangenas, Thalibas, Saxinas, Sirechas, Daremas, Domazenes |
[175] Dal promontorio Mossilico Giuba preferisce far iniziare il mare Atlantico che si naviga oltre le sue coste Mauritanie fino a Cadice con il vento cauro, di lui (Giuba) in questo punto non bisogna tacere l'intero parere Dal promontorio degli Indi che è detto Lepte Acra, da altri Drepano, sostiene che in linea retta oltre Exusta verso l'isola di Malico ci sono 1500 miglia, da lì al luogo che chiamano Sceneo 225,da lì all'isola Sadano 150: pertanto esserci fino al mare aperto 1875 miglia [176] Tutti gli altri non ritennero potesse essere navigato a causa del calore del sole; inoltre dalle isole gli Arabi, detti Asciti, disturbano anche gli stessi commerci, poiché mettendo con un tavolato sopra gli otri doppie pelli di bue praticano la pirateria con frecce avvelenate Lo stesso Giuba riferisce che i popoli dei Trogoditi detti Terotoi per la caccia, di straordinaria velocità, come gli Ittiofagi, che nuotano come animali del mare, i Bangeni, Zangeni, Talibi, Sassini, Sirechi, Daremi, Domazeni |
[177] quin et accolas Nili a Syene non Aethiopum populos, sed Arabum esse dicit usque Meroen; Solis quoque oppidum, quod non procul Memphi in Aegypti situ diximus, Arabas conditores habere sunt qui et ulteriorem ripam Aethiopiae auferant adnectantque Africae ripas autem incoluere propter aquam nos relicto cuique intellegendi arbitrio oppida quo traduntur ordine utrimque ponemus a Syene [178] Et prius Arabiae latere gens Catadupi, deinde Syenitae, oppida Tacompson, quam quidam appellarunt Thaticen, Aramum, Sesamos, Andura, Nasarduma, Naidoma, Cuncum cum Arabeta et Boggia, Leupitorga, Tantarene, Emeae, Chindita, Noa, Goploa, Gistate, Megadale, Remni, Nups, Direa, Patigga, Bagata, Dumana, Radata, in quo felis aurea pro deo colebatur, Boron, in mediterraneo Mallo proximum Meroae sic prodidit Bion |
[177] Dice anche che gli abitanti del Nilo da Siene fino a Meroe non sono popoli degli Etiopi, ma degli Arabi; che anche la città del Sole, che abbiamo detto non lontano da Menfi nella zona Egitto, ha come fondatori gli Arabi Ci sono quelli che tolgono all'Etiopia anche un'ulteriore riva e l'annettono all'Africa Abitarono le rive poi per l'acqua Noi, lasciata a ciascuno la scelta di informarsi indicheremo le città su entrambe le sponde in che ordine sono riportate da Siene [178] E dapprima dal lato dell'Arabia il popolo dei Catadupi, poi i Seniti, le città di Tacompso, che alcuni chiamarono Tatice, Aramo, Sesamo, Andura, Nasarduma, Naidoma, Cumcum con Arabeta e Boggia, Leupitorga, Tantarene, Emea, Chindita, Noa, Goploa Gistate, Megadale, Remni, Nups, Direa, Patigga, Bagata, Dumana, Radata, in cui era venerato come un dio un gatto d'oro, Boron, nell'entroterra Mallo vicina a Meroe Così tramandò Bione |
Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223
[179] Iuba aliter: oppidum munitum Megatichos inter Aegyptum et Aethiopiam, quod Arabes Mirsion vocaverunt, dein Tacompson, Aramum, Sesamum, Pide, Mamuda, Corambim iuxta bituminis fontem, Amodata, Prosda, Parenta, Mania, Tessata, Gallas, Zoton, Graucomen, Emeum, Pidibotas, Aendondacometas, Nomadas in tabernaculis viventes, Cistaepen, Magadalen, Prummu, Nups, Direlin, Patingan, Breves, Magasneos, Egasmala, Cramda, Denna, Cadeum, Atthena, Batta, Alanam, Macua, Scammos, Goram in insula, ab iis Abale, Androgalim, Serem, Mallos, Agocem [180] Ex Africae latere tradita sunt eodem nomine Tacompsos altera sive pars prioris, Mogore, Saea, Aedosa, Apelenariae, Pindis, Magassa, Buma, Linthuma, Spintum, Sidop, Censoe; Pindicitor, Acug, Orsum, Suara, Maumarum, Urbim, Mulon, quod oppidum Graeci Hypaton vocarunt, Pagoarca, Zamnes, unde elephanti incipiant, Mambli, Berressa, Coetum |
[179] Giuba diversamente: la città fortificata di Megatico fra l'Egitto e l'Etiopia, che gli Arabi chiamarono Mirsio, poi Tacompso, Aramo, Sesamo, Pide, Mamuda, Corambi vicino ad una fonte di bitume, Amodata, prosda, Parenta, Mania, Tessata, Gallas, Zoto, Graucome, Emeo, Pidibota, gli Endondacometi, i Nomadi che vivono nelle tende, Cistepe, Magada, Prummu, Nups, Direli, Patinga, Breves, Magasnei, Egasmala, Cramda, Denna, Cadeo, Attena, Batta, Alana, Macua, Scammi, Gora su un'isola, dopo queste Abale, Androgali, Sere, Mallo, Agoce [180] Dal lato dell'Africa furono citate un'altra Tacompso o una parte della precedente, Mogore, Sea, Edos, Apelenaria, Pindi, Magassa, Buma, Lintuma, Spinto, Sidop, Gensoe, Pindicitore, Agugo, Orso, Suara, Maumaro, Urbi, Mulo, città che i Greci chiamarono Ipato, Pagoarca, Zamne, da dove cominciano gli elefanti, Mambli, Berressa, Ceto |
fuit quondam et Epis oppidum contra Meroen, antequam Bion scriberet deletum [181] Haec sunt prodita usque Meroen, ex quibus hoc tempore nullum prope utroque latere exstat certe solitudines nuper renuntiavere principi Neroni missi ab eo milites praetoriani cum tribuno ad explorandum, inter reliqua bella et Aethiopicum cogitanti intravere autem et eo arma Romana Divi Augusti temporibus duce P Petronio, et ipso equestris ordinis praefecto Aegypti is oppida expugnavit, quae sola invenimus quo dicemus ordine, Pselcin, Primi, Bocchin, Forum Cambusis, Attenam, Stadissim, ubi Nilus praecipitans se fragore auditum accolis aufert diripuit et Napata [182] longissime autem a Syene progressus est DCCCLXX p |
Ci fu un tempo anche la città di Epi di fronte a Meroe, distrutta prima che Bione scrivesse [181] Queste sono citate fino a Meroe, fra esse oggi quasi nessuna esiste su entrambe le sponde Certo da poco i soldati pretoriani inviati da lui con un tribuno per esplorare riferirono al principe Nerone, che progettava fra le altre guerre anche quella degli Etiopi, che erano luoghi disabitati Poi gli eserciti romani giunsero anche lì ai tempi del Divino Augusto col comandante P Petronio, egli stesso dell'ordine equestre e prefetto d'Egitto Egli espugnò città, citeremo in quest'ordine le sole che abbiamo trovato, Pselci, Primi, Bocchi, Foro Cambusi, Attena, Stadissi, dove il Nilo precipitando con fragore porta frastuono agli abitanti Distrusse anche Napata [182] Si spinse poi molto lontano a 870 miglia da Siene e tuttavia qui gli eserciti romani non produssero solitudine: l'Etiopia fu distrutta dalle guerre degli Egiziani col comandare e l'obbedire alternativamente, famosa e potente anche fino alla guerra di Troia quando regnava Memnone |
Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 37-51
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 37-51
nec tamen arma Romana ibi solitudinem fecerunt: Aegyptiorum bellis attrita est Aethiopia vicissim imperitando serviendoque, clara et potens etiam usque ad Troiana bella Memnone regnante et Syriae imperitasse eam nostroque litori aetate regis Cephei patet Andromedae fabulis; [183] Simili modo et de mensura eius varia prodidere, primus Dalion ultra Meroen longe subvectus, mox Aristocreon et Bion et Basilis, Simonides minor etiam quinquennio in Meroe moratus, cum de Aethiopia scriberet nam Timosthenes, classium Philadelphi praefectus, sine mensura dierum LX a Syene Meroen iter prodidit, Eratosthenes DCXXV, Artemidorus DC, Sebosus ab Aegypti extremis |XVI| LXXV, unde proxime dicti |XII| L [184] verum omnis haec finita nuper disputatio est, quoniam a Syene DCCCC LXXV Neronis exploratores renuntiavere his modis: a Syene Hieran Sycaminon LIIII p |
E dalle leggende di Andromeda risulta che essa nell'età del re Cepeo abbia comandato sulla Siria e sulla nostra costa [183] Allo stesso modo anche riguardo alla sua misura tramandarono varie notizie, per primo Dalione portatosi molto oltre Meroe, poi Aristocreonte e Bione e Basilide, Simonide il giovane che soggiorno anche per cinque anni a Meroe, scrivendo sull'Etiopia; infatti Timostene, prefetto delle flotte del Filadelfo, senza la misura riportò un percorso di 60 giorni da Siene a Meroe, Eratostene 625 miglia Artemidoro 600, Seboso dall'estremità dell'Egitto 1675, da lì quelli recentemente citati 1250 miglia [184] In verità tutta questa controversia è finita da poco, perché da Siene gli esploratori di Nerone hanno riferito 975 miglia in questi modi: da Siene a Iera Sicamino 54 miglia, da lì a Tama regione degli Etiopi Evonimiti 72, a Primi 120, ad Acina 64, a Pitara 25, a Tergedo 106 |
, inde Tama LXXII regione Euonymiton Aethiopum, Primi CXX, Acinam LXIIII, Pitaram XXV, Tergedum CVI insulam Gagauden esse in medio eo tractu; inde primum visas aves psittacos et ab altera, quae vocetur Artigula, animal sphingion, a Tergedo cynocephalos; inde Nabata LXXX; oppidum id parvum inter praedicta solum ab eo ad insulam Meroen CCCLX [185] herbas circa Meroen demum viridiores, silvarumque aliquid apparuisse et rhinocerotum elephantorumque vestigia; ipsum oppidum Meroen ab introitu insulae abesse LXX p , iuxtaque aliam insulam Tadu dextro subeuntibus alveo, quae portum faceret [186] aedificia oppidi pauca; regnare feminam Candacen, quod nomen multis iam annis ad reginas transiit; delubrum Hammonis et ibi religiosum et toto tractu sacella cetero cum potirentur rerum Aethiopes, insula ea magnae claritatis fuit tradunt armatorum CCL milia dare solitam, artificum III milia |
Che a metà in questo percorso c'è l'isola di Gagauda; che da lì per la prima volta furono i pappagalli e da un'altra, che è chiamata Articola, l'animale sfingio, da Tergedo i cinocefali Da lì a Nabata 80 miglia; questa sola città piccola fra quelle citate Da questa all'isola di Meroe 360 miglia [185] (Dicono che) intorno a Meroe finalmente comparivano erbe più verdi, e qualche bosco e tracce di rinoceronti ed elefanti Che la stessa città di Meroe distava dall'inizio dell'isola 70 miglia, e vicino l'altra isola di Tado che forma un porto sulla riva destra per quelli che procedono [186] Pochi gli edifici della città; (dicono che) regna Candace una donna, nome che si trasmette già da molti anni alle regine; un tempio di Ammone e sacelli di divinità qui e in tutto il territorio; per il resto quando presero il potere gli Etiopi, quest' isola fu di grande fama Tramandano che era solita dare 250 000 soldati, 3000 artificieri |
Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 38-44
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, paragrafi 38-44
alii reges Aethiopum XLV esse hodie traduntur [187] universa vero gens Aetheria appellata est, deinde Atlantia, mox a Vulcani filio Aethiope animalium hominumque monstrificas effigies circa extremitates eius gigni minime mirum artifici ad formanda corpora effigiesque caelandas mobilitate ignea ferunt certe ab orientis parte intima gentes esse sine naribus, aequali totius oris planitie, alias superiore labro orbas, alias sine linguis [188] pars etiam ore concreto et naribus carens uno tantum foramine spirat potumque calamis avenae trahit et grana eiusdem avenae sponte provenientis ad vescendum quibusdam pro sermone nutus motusque membrorum est quibusdam ante Ptolemaeum Lathyrum regem Aegypti ignotus fuit usus ignium quidam et Pygmaeorum gentem prodiderunt inter paludes ex quibus Nilus oriretur |
Gli altri re degli Etiopi sono detti essere oggi 45 [187] Tutta la popolazione quindi fu chiamata Eteria, poi Atlantia, poi Etiope dal figlio di Vulcano Affatto strano che intorno alle sue zone periferiche nascano forme mostruose di animali e uomini, poiché la mobilità del fuoco produce i corpi da modellare e i lineamenti da nascondere Dicono che certamente dalla parte interna dell'oriente ci sono popoli senza narici, con uguale piattezza di tutto il volto, altri privi del labbro superiore, altri senza lingua [188] Una parte anche con la bocca chiusa e priva di narici respira solo con foro e trae da bere dalle canne d'avena e per nutrirsi i chicchi della stessa avena che cresce spontaneamente Per alcuni al posto della parola il gesto e il movimento delle membra Per alcuni prima di Tolomeo Latiro re d'Egitto fu ignoto l'uso dei fuochi Alcuni tramandarono anche la popolazione dei Pigmei fra le paludi da cui nasce il Nilo |
in ora autem ubi dicemus continui montes ardentibus similes rubent [189] Trogodytis et Rubro mari a Meroe tractus omnis superponitur, a Napata tridui itinere ad Rubrum litus, aqua pluvia ad usum conpluribus locis servata, fertilissima regione quae interest auri ulteriora Atabuli, Aethiopum gens, tenent dein contra Meroen Megabarri, quos aliqui Adiabaros nominavere; oppidum habent Apollinis pars eorum Nomades quae elephantis vescitur [190] ex adverso in Africae parte Macrobii, rursus a Megabarris Memnones et Dabelli dierumque XX intervallo Critensi ultra eos Dochi, dein Gymnetes, semper nudi, mox Anderae, Mattitae, Mesaches; Hipsodores atri coloris tota corpora rubrica inlinunt at ex Africae parte Medimni, dein Nomades, cynocephalorum lacte viventes, Alabi, Syrbotae, qui octonum cubitorum esse dicuntur |
Sulla costa poi dove concluderemo monti continui rosseggiano simili a cose che bruciano [189] Da Meroe tutto il tratto è sovrapposto alla Trogodite ed al mar Rosso, da Napata al litorale Rosso in tre giorni di viaggio, in moltissimi luoghi acqua piovana conservata per l'uso, con una regione ricchissima di oro che è al centro Atabuli, popolo degli Etiopi occupano i luoghi più in là Poi di fronte a meroe i Magabarri, che alcuni chiamarono Adiabari; hanno la città di Apollo I Nomadi na parte di loro che si nutre di elefanti [190] Dal lato opposto nella parte dell'Africa i Macrobii, di nuovo dopo i Megabarri i Memnoni e i Dabelli e alla distanza di 20 giorni i Critensi Oltre questi i Dochi, poi i Gimneti, sempre nudi, poi gli Anderi, Mattiti, Mesachi; gli Ipsodori scuri di colore si dipingono di rosso tutto il corpo Invece dalla parte dell'Africa i Medimni, poi i Nomadi, che vivono del latte dei babbuini, Alabi, Sirboti, che sono detti essere di otto cubiti |
Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 179-182
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 179-182
[191] Aristocreon Libyae latere a Meroe oppidum Tollen dierum V itinere tradit; inde dierum XII Esar oppidum Aegyptiorum qui Psammetichum fugerint; in eo prodente se CCC milia habitasse; contra in Arabico latere Diaron oppidum esse eorum Bion autem Sapen vocat quod ille Esar; et ipso nomine advenas significari caput eorum in insula Sembobitin, et tertium in Arabia Sinat inter montes autem et Nilum Simbarri sunt, Phalliges, in ipsis vero montibus Asachae multis nationibus abesse a mari dicuntur dierum V itinere; vivunt elephantorum venatu insula in Nilo Sembritarum reginae paret [192] ab ea Nubaei Aethiopes dierum VIII itinere; oppidum eorum Nilo inpositum Tenupsis Sesambri, apud quos quadrupedes omnes sine auribus, etiam elephanti |
[191] Aristocreonte tramanda da Meroe dal lato della Libia la città di Tolle con un viaggio di 5 giorni; poi a 12 giorni la città di Esar degli Egiziani che erano sfuggiti a Psammetico; in essa, lui testimone, aver abitato in 300 000; invece sul versante arabico esserci la loro città di Diaro; Bione poi chiama Sape quella che egli (chiama) Esar; e che con lo stesso nome sono indicati gli stranieri La loro capitale nell'isola di Sembobiti, e una terza, Sinat, in Arabia Fra i monti poi e il Nilo ci sono i Simbarri, i Falligi, sugli stessi montipoi gli Asachi con molte tribù Sono detti distare un cammino di 5 giorni dal mare; vivono con la caccia degli elefanti Nell'isola dei Sembritari sul Nilo si obbedisce a una regina [192] Dopo questa gli Etiopi Nubei con un viaggio di 8 giorni, la loro città Tenupsi posta sul Nilo I Sesambri, presso cui tutti i quadrupedi senza orecchie, anche gli elefanti |