Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 01 - 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 01 - 05
[1] L Cornelio Scipione C Laelio consulibus nulla prius secundum religiones acta in senatu res est quam de Aetolis

Et legati eorum institerunt, quia brevem indutiarum diem habebant, et ab T Quinctio, qui tum romam ex Graecia redierat, adiuti sunt

Aetoli, ut quibus plus in misericordia senatus quam in causa spei esset, suppliciter egerunt, veteribus benefactis nova pensantes maleficia

Ceterum et praesentes interrogationibus undique senatorum, confessionem magis noxae quam responsa exprimentium, fatigati sunt, et excedere curia iussi magnum certamen praebuerunt

Plus ira quam misericordia in causa eorum valebat, quia non ut hostibus modo, sed tamquam indomitae et insociabili genti suscensebant
[1] Durante il consolato di L Cornelio Scipione e C Lelio nessun problema si trattò in senato, dopo le cure religiose, prima di quello degli Etoli

Da un lato i legati di questi insistettero, perché avevano un termine breve alla tregua, dallaltro furono appoggiati da T Quinzio, che era tornato allora a Roma dalla Grecia

Poichè avevano speranza più nella misericordia del senato che nella bontà della propria causa, gli Etoli parlarono in atteggiamento supplichevole, cercando di far bilanciare le colpe recenti con i loro meriti di un tempo

Se con la loro presenza poterono essere bersagliati da ogni parte dalle domande dei senatori i quali più che risposte cercavano di cavar loro di bocca la confessione della loro colpa, una volta fatti uscire dalla Curia, dettero materia a unaccesa discussione

Nella loro posizione lira giocava più che la pietà, perché cera il risentimento verso di loro considerati non solo come nemici ma come una popolazione irriducibile e intrattabile
Per aliquot dies cum certatum esset, postremo neque dari neque negari pacem placuit; duae condiciones iis latae sunt: vel senatui liberum arbitrium de se permitterent, vel mille talentum darent eosdemque amicos atque inimicos haberent

Exprimere cupientibus, quarum rerum in se arbitrium senatui permitterent, nihil certi responsum est

Ita infecta pace dimissi urbe eodem die, Italia intra quindecim dies excedere iussi

Tum de consulum provinciis coeptum agi est

Ambo Graeciam cupiebant

Multum Laelius in senatu poterat

Is, cum senatus aut sortiri aut comparare inter se provincias consules iussisset, elegantius facturos dixit, si iudicio patrum quam si sorti eam rem permisissent
Dopo che per alcuni giorni si discusse, alla fine si risolse di non concedere né rifiutare la pace; furono proposte loro due condizioni: o arrendersi a discrezione piena del senato , o pagare mille talenti e ri conoscer gli stessi amici e gli stessi nemici dei Romani

Per quanto gli Etoli cercassero di farsi dire in che senso dove van rimettersi alla discrezione del senato, non ebbero una risposta precisa

Così, congedati senza aver concluso una vera pace , furono invitati a lasciare Roma il giorno stesso, e lItalia entro quindici giorni

Poi si prese a trattare delle provincie da assegnare ai consoli

Tutti e due aspiravano alla Grecia

Molto potente in senato era Lelio

Questi, allinvito rivolto dal senato ai consoli a sorteggiare o a dividersi daccordo le provincie, osservò che se rimettevano la decisione al giudizio del senato era più corretto che lasciarla alla sorte
Scipio responso ad hoc dato cogitaturum, quid sibi faciendum esset, cum fratre uno locutus iussusque ab eo permittere audacter senatui, renuntiat collegae facturum se, quod is censeret

Cum res aut nova aut vetustate exemplorum memoriae iam exoletae relata expectatione certaminis senatum erexisset, P Scipio africanus dixit, si l Scipioni fratri suo provinciam Graeciam decrevissent, se legatum iturum

Haec vox magno adsensu audita sustulit certamen; experiri libebat, utrum plus regi Antiocho in Hannibale victo an in victore africano consuli legionibusque romanis auxilii foret; ac prope omnes Scipioni Graeciam, laelio italiam decreverunt
Dopo aver risposto a questa osservazione che rifietterebbe su quel che gli conveniva fare, Scipione ne parla da solo col fratello, e consigliato a rimettersi risolutamente al senato, comunica al collega che farà come il senato decide

La cosa che era senza esempio, o con lantichità dei suoi precedenti risaliva a tempi ormai dimenticati, aveva destato lattenzione del senato in vista di una schermaglia, quando P Scipione Africano dichiarò che, se assegnavano come provincia la Grecia al fratello L Scipione, era pronto ad andare come suo legato

Questa dichiarazione, ascoltata con vivo consenso, eliminò la contesa; si voleva vedere alla prova se trovava più aiuto il re Antioco nel vinto Annibale, o il console e le legioni di Roma nel vittorioso Africano: e quasi unanimi assegnarono a Scipione la Grecia, a Lelio litalia

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Livio, Ab urbe condita: Prologo
Livio, Ab urbe condita: Prologo

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Prologo

[2] Praetores inde provincias sortiti sunt, L Aurunculeius urbanam, Cn Fulvius peregrinam, l Aemilius Regillus classem, P Iunius Brutus Tuscos, M Tuccius Apuliam et Bruttios, C Atinius Siciliam

Consuli deinde, cui Graecia provincia decreta erat, ad eum exercitum, quem a M Acilioduae autem legiones erant accepturus esset, in supplementum addita peditum civium romanorum tria milia, equites centum, et socium latini nominis quinque milia, equites ducenti; et adiectum, ut, cum in provinciam venisset, si e re publica videretur esse, exercitum in Asiam traiceret

Alteri consuli totus novus exercitus decretus, duae legiones romanae et socium latini nominis quindecim milia peditum, equites sexcenti
[2] Quindi i pretori sorteggiano le varie giurisdizioni: L Aurunculeio la urbana, Cn Fulvio quella peregrina, L Emilio Regillo la flotta, P Giunio Bruto i Tusci M Tuccio lApulia e il Bruzio , C Atinio la Sicilia

Al console poi, cui era stata assegnata come provincia la Grecia, oltre leser esset cito che doveva ricevere da M Aciio (erano due legioni) fu i rono aggiunti come complemento tremila fanti cittadini romani con cento cavalieri, e degli alleati di diritto latino cinquemila con duecento cavalieri:con la clausola che, una volta arri a vato nella provincia, se la cosa gli pareva conforme al pubblico interesse, passasse pure con lesercito in Asia

Allaltro console fu assegnato un esercito tutto di coscritti: due legioni romane e degli alleati di diritto latino quindicimila fanti e seicento cavalieri
Exercitum ex liguribus Q Minuciusiam enim confectam provinciam scripserat et ligurum omne nomen in deditionem venissetraducere in Boios et P Cornelio proconsuli tradere iussus ex agro, quo victos bello multaverat, boios deducenti

Duae urbanae legiones, quae priore anno conscriptae erant, M Tuccio praetori datae et socium ac latini nominis peditum quindecim milia et equites sexcenti ad Apuliam Bruttiosque obtinendos

A Cornelio superioris anni praetori, qui Bruttios cum exercitu obtinuerat, imperatum, si ita consuli videretur, ut legiones in Aetoliam traiectas M Acilio traderet, si is manere ibi vellet; si Acilius redire Romam mallet, ut A Cornelius cum eo exercitu in aetolia remaneret
Q Minucio (poiché già aveva scritto di avere assolto il mandato, e che tutte le genti dei Liguri si erano ridotte alla sottomissione) ebbe istruzioni di passare nel territorio dei Boi e di consegnare le legioni al proconsole P Cornelio, il quale stava trasferendo i Boi dal territorio che aveva tolto loro come sanzione dopo la sconfitta

Due legioni urbane, arruolate lanno precedente, furono date al pretore M Tuccio, e inoltre quindicimila fanti e seicento cavalieri degli alleati e della confederazione latina per occupare lApulia e il Bruzio

A A Cornelio, pretore dellanno prima, che aveva te ercit nuto il Bruzio e un esercito, fu ordinato, se così pareva al console, di far passare le sue legioni in Etolia e consegnarle a M Acilio, ove questultimo avesse voluto rimanere colà ; se Acilio preferiva tornare a Roma, A Cornelio si trattenesse in Etolia con quel suo esercito

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Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 26 - 28

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 41; 26 - 28

C Atinium Labeonem provinciam Siciliam exercitumque a M Aemilio accipere placuit et in supplementum scribere ex ipsa provincia, si vellet, peditum duo milia et centum equites

P Iunius Brutus in Tuscos exercitum novum, legionem unam romanam et decem milia socium ac latini nominis scribere et quadringentos equites; l Aemilius, cui maritima provincia erat, viginti naves longas et socios navalis a M Iunio praetore superioris anni accipere iussus et scribere ipse mille navalis socios, duo milia peditum; cum iis nauibus militibusque in asiam proficisci et classem a C Livio accipere

Duas Hispanias Sardiniamque obtinentibus prorogatum in annum imperium est et idem exercitus decreti
Si deliberò che C Atinio Labeone ricevesse da M Emilio le consegne della provincia di Sicilia e dellesercito, e per completarne i quadri arruolasse, se voleva, dalla provincia stessa duemila fanti e cento cavalieri

P Giunio Bruto arruolò un esercito di coscritti destinato al paese dei Tusci, cioè una legione romana e diecimila fra alleati e Latini oltre a quattrocento cavalieri; L Emilio, che aveva per sfera dazione il mare, ebbe istruzioni di prendere in consegna da M Giunio, pretore dellanno prima, venti navi lunghe con lequipaggio di marinai, e a sua volta arruolare mille uomini di marina e duemila di terra; con queste navi e questi soldati lo fecero partire per lAsia a prendere in consegna la flotta da C Livio

Ai governatori che reggevano le due Spagne e la Sardegna fu prorogato il comando per un anno, e assegnati gli stessi eserciti
Siciliae Sardiniaeque binae aeque proximo anno decumae frumenti imperatae; siculum omne frumentum in aetoliam ad exercitum portari iussum, ex sardinia pars romam pars in Aetoliam, eodem quo siculum

[3] Priusquam consules in provincias proficiscerentur, prodigia per pontifices procurari placuit

Romae Iunonis Lucinae templum de caelo tactum erat ita, ut fastigium valvaeque deformarentur; puteolis pluribus locis murus et porta fulmine icta et duo homines exanimati; nursiae sereno satis constabat nimbum ortum; ibi quoque duos liberos homines exanimatos; terra apud se pluvisse tusculani nuntiabant, et reatini mulam in agro suo peperisse

Ea procurata, latinaeque instauratae, quod laurentibus carnis, quae dari debet, data non fuerat
Sia alla Sicilia che alla Sardegna furono imposte come lanno prima due decime di frumento; il frumento di Sicilia fu fatto trasportare tutto presso lesercito in Etolia; quello venuto di Sardegna parte a Roma e parte in Etolia, dove era stato destinato quello della Sicilia

[3] Prima che i consoli partissero per le provincie il senato volle che con decreto dei pontefici fossero scongiurati dei prodigi

A Roma il tempio di Giunione Lucina era stato colpito dal fulmine in modo che ne rimasero avariati il frontone e i battenti; a Pozzuoli in più punti le mura e una porta erano state investite dal fulmine e rimaste uccise due persone; si dava per certo che a Norcia era scoppiato un uragano a cielo screno; anche là erano rimasti uccisi due liberi; quelli di Tuscolo davano notizia che nel loro paese cera stata una pioggia di terra, e quelli di Rieti che nel loro contado una mula aveva partorito

Questi prodigi furono scongiurati, e furono rinnovate le ferie latine, perché ai Laurenti non era stata asse gnata la porzione di carne che spetta loro

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 35 - 37

Supplicatio quoque earum religionum causa fuit quibus diis decemuiri ex libris ut fieret ediderunt

Decem ingenui, decem virgines, patrimi omnes matrimique, ad id sacrificium adhibiti, et decemviri nocte lactentibus rem divinam fecerunt

P Cornelius Scipio Africanus, priusquam proficisceretur, fornicem in capitolio aduersus viam, qua in capitolium escenditur, cum signis septem auratis et equis duobus et marmorea duo labra ante fornicem posuit

Per eosdem dies principes aetolorum tres et quadraginta, inter quos damocritus et frater eius erant, ab duabus cohortibus missis a M Acilio romam deducti et in lautumias coniecti sunt

Cohortes inde ad exercitum redire L Cornelius consul iussit
Per gli stessi scopi religiosi si tennero anche cerimonie di supplica nei giorni indicati a questo scopo dai decemviri in base ai libri sibillini

Dieci liberi di nascita e dieci vergini , tutti patrimi e matrimi a furono assunti per quel sacrificio; e i decemviri celebrarono il rito di notte sacrificando animali di latte

P Cornelio Scipione lAfricano prima di partire elevò un arco sul Campidoglio, di fronte alla via per la quale si sale sul Campidoglio stesso, con sette statue dorate e due cavalli, e davanti allarco collocò due vasche di marmo

In quei giorni quarantatrè capi etolicili, fra i quali era Damocrito e il fratello di lui, furono scortati a Roma da due coorti mandate da M Acilio, e furono gettati nelle Latomie

Quindi il console L Cornelio fece ritornare le due coorti a raggiungere lesercito
Legati ab Ptolomaeo et Cleopatra regibus aegypti gratulantes, quod M Acilius consul antiochum regem Graecia expulisset, uenerunt adhortantesque, ut in asiam exercitum traicerent: omnia perculsa metu non in asia modo sed etiam in Syria esse; reges aegypti ad ea, quae censuisset senatus, paratos fore

Gratiae regibus actae; legatis munera dari iussa in singulos quaternum milium aeris

[4] L Cornelius consul peractis, quae romae agenda erant, pro contione edixit, ut milites, quos ipse in supplementum scripsisset, quique in Bruttiis cum A Cornelio propraetore essent, ut hi omnes idibus quinctilibus brundisium convenirent

Item tres legatos nominavit, Sex Digitium L Apustium C Fabricium luscinum, qui ex ora maritima undique navis Brundisium contraherent; et omnibus iam paratis paludatus ab urbe est profectus
Vennero ambasciatori da parte di Tolomeo e di Cleopatra , i regnanti di Egitto, per congratularsi che M Acilio console avesse cacciato di Grecia il re Antioco e per esortarlo a trasportare lesercito in Asia; non solo in Asia ma anche in Siria regnava labbattimento e il terrore; i re dEgitto sa le rebbero stati disposti a tutto ciò che il senato stabilisse

I due sovrani furono ringraziati; ai legati si fecero offrire doni di quattromila assi per ciascuno

[4] Il console L Cornelio, adempiute le formalita da svolgere in Roma, ordinò con un proclama che i soldati da lui arruolati come forze di complemento e quelli che si trovavano nel Bruzio col propretore A Cornelio, alle idi di luglio si ammassassero tutti a Brindisi

Nominò altresì tre legati, Sesto Digizio, L Apustio , C Fabrizio Luscino , che da ogni parte del litorale dovevano raccogliere navi e concentrarle a Brindisi; finché, fatti ormai tutti i preparativi, partì da Roma coi suoi paludamenti

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Ad quinque milia voluntariorum, romani sociique, qui emerita stipendia sub imperatore P Africano habebant, praesto fuere exeunti consuli et nomina dederunt

Per eos dies, quibus est profectus ad bellum consul, ludis apollinaribus, A D Quintum idus quinctiles caelo sereno interdiu obscurata lux est, cum luna sub orbem solis subisset

Et L Aemilius regillus, cui navalis provincia evenerat, eodem tempore profectus est

L Aurunculeio negotium ab senatu datum est, ut triginta quinqueremes, viginti triremes faceret, quia fama erat antiochum post proelium nauale maiorem classem aliquanto reparare
Alluscita del console gli si presentarono e si dettero in nota circa cinquemila volontari romani e federati, che avevano prestato servizio sotto il comando di P Africano

In quei giorni nei quali il console partì per la guerra, durante i ludi Apollinari , lundici di luglio, in pieno giorno e col cielo sereno la luce si oscurò perché la luna era venuta a trovarsi sotto il disco del sole

Anche L Emilio Regillo, cui era toccata la cura della flotta, parti alla stessa epoca

L Aurunculeio ebbe dal senato lincarico di mettere in cantiere trenta quinqueremi e venti triremi, perché correva voce che Antioco dopo la battaglia navale stesse ricostruendo la flotta maggiore, e non poco, di prima

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