Concordiae in civitatibus principes et ordines inter se et in commune omnes civitates consulerent Adversus consentientes nec regem quemquam satis validum nec tyrannum fore: discordiam et seditionem omnia opportuna insidiantibus facere, cum pars quae domestico certamine inferior sit externo potius se adplicet quam civi cedat Alienis armis partam, externa fide redditam libertatem sua cura custodirent servarentque ut populus Romanus dignis datam libertatem ac munus suum bene positum sciret |
Pensassero alla concordia, nelle città, i capi e i diversi ordini tra di loro, e le città tutte quante nellinteresse comune Contro di loro, se fossero stati concordi, nessun re, nessun tiranno avrebbe avuto forza sufficiente; la discordia e le sommosse spianano la via ai tessitori di intrighi, quando la parte soccombente nei contrasti interni cerca appoggi stranieri piuttosto che cedere a un concittadino Difendessero e conservassero con il loro zelo la libertà conquistata da armi straniere e restituita loro dalla lealtà di un popolo straniero, affinché il popolo romano sapesse che tale libertà era stata data a chi ne era degno e che il suo dono era stato ben collocato |