La rigida organizzazione sociale del Giappone nel periodo di isolamento internazionale

La rigida organizzazione sociale del Giappone nel periodo di isolamento internazionale

La società giapponese, che nel lungo periodo di pace e di isolamento compreso tra l'inizio del XVII secolo e il terzo quarto del XVIII secolo (periodo chiamato tradizionalmente sakoku ("chiusura del paese"), fu segmentata in quattro classi

dall'alto in basso queste classi, che generarono la parola Shinōkōshō, erano: 

  1. i samurai (shi)
  2. gli agricoltori (nō)
  3. gli artigiani (kō)
  4. i mercanti (shō)

Le due classi inferiori, che condividevano una forte collocazione urbana, erano spesso riunite in un'unica classe, quella dei chōnin, ossia gli abitanti dei chō,  i rioni che componevano le città.  Al di sopra delle quattro classi vi era l'imperatore, detentore legittimo del potere, ma lontano dagli affari politici, chiuso con la sua corte fra le mura dello sfarzoso palazzo imperiale di Kyoto. Al di sotto delle quattro classi vi erano gli Eta (immondi) e gli Hinin (non-uomini). Ai gruppi al di sotto delle classi sociali spettavano mansioni umilissime, considerate sporche e impure dalla tradizione religiosa, come la macellazione degli animali, l'acconciatura delle pelli, la preparazione dei cadaveri per la sepoltura e, più in generale, tutte le attività che avevano a che fare con il sangue e la morte.

La mobilità fra le casse era consentita in particolari condizioni, ma di fatto scoraggiato dall'idea di infrangere in tal modo l'ordine naturale. All'interno di ogni classe vigeva un complesso sistema di obblighi relazionali che prevedevano generalmente un rapporto di dipendenza gerarchica fra un segmento sociale superiore e un segmento sociale inferiore. L'estrema rigidità delle norme sociali era mitigata dalla presenza di gilde che difendevano gli interessi dei gruppi sociali costituiti da individui che esercitavano la medesima professione.

Al vertice della classe samuraika vi era lo shogun, la cui dittatura militare era esercitata in nome dell'imperatore. Lo shogun era coadiuvato nella gestione del potere da un articolata gerarchia di signori.

Per accrescere il controllo sociale, agricoltori, artigiani e mercanti furono inoltre raggruppati in unità di cinque famiglie obbligate a fornirsi mutuo soccorso e responsabili in solido della condotta di ciascun individuo del gruppo. La rigida organizzazione sociale del periodo Edo trovava un perfetto parallelo in un complesso sistema di decreti che regolavano le relazioni sociali, la condotta, lo stile di vita, gli atteggiamenti, l'abbigliamento e persino i codici di comunicazione interpersonale. Non è esagerato dire che nel Giappone di quel tempo i codici tendessero a disciplinare ogni cosa.

La rigida appartenenza alla classe comportava che le professioni e i mestieri fossero quasi immutabili e si trasmettessero per discendenza. I samurai non potevano lavorare la terra, ne svolgere attività commerciali o artigianali. I contadini, che occupavano formalmente il secondo posto del sistema ed erano considerati la radice della società, erano difatti legati alla Terra alla stregua di servi della gleba, privi di diritti e vessati da tassazioni che costituivano la base finanziaria dello Stato

UNO SPAZIO IDEOLOGIO PER LA BORGHESIA

La fine delle guerre feudali e il crescente benessere che caratterizzò il periodo Edo trasformarono lo stile di vita della classe dominante. Da aggressivi guerrieri per lo più analfabeti, nel volgere di poche generazioni i samurai divennero uomini di cultura, il cui benessere dipendeva nella maggioranza dei casi da uno stipendio percepito per svolgere impieghi amministrativi.

In quel periodo le città crebbero a ritmo sostenuto, sino a raggiungere il milione di abitanti di Edo e i 400.000 abitanti di Osaka e Kyoto. Nelle nuove città, che dovevano fornire beni e servizi a una moltitudine di persone, crebbe velocemente il numero di artigiani e mercanti. In un primo momento costoro alimentarono la nascita di nuovi quartieri separati dalle residenze delle élite. Successivamente si assistette ad una progressiva integrazione urbana.

La serie di Imayo mitate shinōkōshō ritrae le attività delle quattro classi sociali (Shinōkōshō) in cui era divisa la società giapponese del periodo Edo, secondo l'ordine gerarchico: Samurai, contadini, artigiani e mercanti

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